Nell’aprile del 1836, a Napoli, viene pubblicato un libretto dal titolo Delle scoperte fatte nella Luna dal dottor Giovanni Herschel, tradotto dal francese da un autore anonimo. Si dava conto delle osservazioni con il telescopio effettuate da sir John Herschel (1792-1871), il più importante astronomo dell’epoca, dal Capo di Buona Speranza in Sudafrica. Secondo l’astronomo inglese sul nostro satellite c’era vita. Herschel raccontava in dettaglio di un panorama lunare fatto di foreste, mari interni, spiagge e piramidi di quarzo. La vita era formata da animali quali bisonti e unicorni, ma anche da esseri primitivi, che abitavano in delle rudimentali capanne, ed umani che volavano, denominati “uomini pipistrello”. La fonte originale del libretto tradotto in italiano erano sei articoli pubblicati, a partire dall’agosto del 1835, sul quotidiano “New York Sun”.

In realtà si trattava di uno scherzo, passato alla storia come The Great Moon Hoax (La grande burla della Luna). Il vero autore era Richard Adams Locke, scrittore e giornalista. Si può affermare che quella di Locke sia stata la prima fake news della storia del giornalismo, anche se l’intento dell’autore era di fare della semplice satira. Il punto è che gli articoli vennero ritenuti veri resoconti e veicolati in tutto il mondo come tali, come dimostra la traduzione degli articoli apparsa a Napoli solo un anno dopo.

La burla di Locke rese palese quanto era potente il fascino che il nostro satellite esercitava sull’uomo comune. Un fascino che aveva radici antiche, che affondano in quell’immaginario della letteratura di viaggio tesa a esplorare aree della Terra ancora sconosciute, terre immaginarie e luoghi fantastici. Dall’Odissea di Omero all’Epopea di Gilgameš, dal Milione di Marco Polo alle avventure di Sinbad il marinaio, fino all’isola di Utopia, ai Viaggi di Gulliver e alle peripezie di Phileas Fogg de Il giro del mondo in 80 giorni.

Ancora a Napoli, l’astronomo Ernesto Capocci di Belmonte pubblica un breve romanzo dal titolo Relazione del primo viaggio alla Luna fatto da una donna l’anno di grazia 2057 (1857), precorrendo di otto anni il celebre Dalla Terra alla Luna di Jules Verne. Siamo nell’anno 2057 e a viaggiare a bordo di un aerostato è Urania, una donna, che raggiunge l’orbita lunare.

La letteratura di viaggio, e in particolare quella del viaggio immaginario, diventa un genere letterario con proprie caratteristiche, il cui fine è molteplice: semplice divertimento, satira sociale e politica, allegoria religiosa, divulgazione geografica e scientifica. La Luna diventa ben presto uno dei luoghi mitici da raggiungere, come l’isola misteriosa o il centro della Terra.

È tale resterà anche quando alle 22 e 17 minuti del 20 luglio 1969, in Italia erano le 4 e 55 minuti del 21 luglio, l'uomo allunava sul nostro satellite e i due astronauti Neil Armstrong e Buzz Aldrin, furono i primi a calpestare il suolo lunare.

Sulla Luna si tornerà forse nel 2027. È questo l’obiettivo del programma spaziale Artemis, la cui prima e importante missione ha preso il via nel 2022, quando la capsula Orion sopra il razzo Space Launch System, il più potente mai realizzato, è stata lanciata dalla rampa di lancio 39B del Kennedy Space Center, in Florida, lo stesso sito da cui sono partite le missioni Apollo. Il lancio è stato realizzato senza equipaggio e con la capsula che ha orbitato intorno alla Terra, un test molto importante per l’obiettivo di tornare sulla Luna.

Nel 2026, probabilmente nel mese di aprile, ci sarà la missione Artemis II, dove stavolta ci saranno a bordo degli astronauti, che viaggeranno verso il nostro satellite, limitandosi a guardare la faccia nascosta dalla distanza di circa 7mila chilometri.

Il culmine del programma Artemis si avrà con la terza missione, nel 2027, dove l’uomo tornerà sulla Luna.

Per raggiungere quest’ambizioso progetto, la Nasa ha scelto il progetto di Human Landing System (HLS) della SpaceX, la società del milionario Elon Musk, come partner della missione Artemis. In pratica, gli astronauti partiranno a bordo della capsula Orion dell’ente spaziale americano, portata in orbita dal razzo Space Launch System sempre sviluppato dalla Nasa, e arriveranno nell’orbita lunare. Qui troveranno lo Human Landing System, ossia il mezzo di trasporto che porterà gli astronauti dall’orbita alla superficie lunare e con cui poi ritorneranno di nuovo in orbita. Secondo i piani, un razzo di SpaceX, della serie Super Heavy, partirà prima della capsula Orion, dove ci sono gli astronauti, e porterà in orbita lunare la Starship, cioè la navicella che SpaceX ha ideato per andare sulla Luna e tornare. Gli astronauti passeranno dalla navicella Orion a Starship e scenderanno sulla Luna. È prevista solo una variante: se sempre nel 2027 si lancerà anche il Lunar Gateway, ossia una base spaziale che orbiterà intorno alla Luna, allora il passaggio dalla capsula Orion alla Starship di SpaceX avverrà tramite la stazione lunare Gateway.

La stazione lunare Gateway servirà proprio come punto di riferimento per tutti i prossimi allunaggi e per creare anche sul nostro satellite una vera e propria base permanente. In seguito, sarà utilizzata anche per un viaggio verso Marte.

Sulla Luna, comunque, siamo sicuri che gli scrittori di fantascienza continueranno a immaginare storie anche quando l’uomo tornerà sul nostro satellite e magari vi si stabilirà, ma siamo altrettanto sicuri che qualcun altro parlerà nuovamente della fine della fantascienza e della vittoria della realtà, ma in fondo non sono altro che i corsi e i ricorsi della Storia, quella con la S maiuscola.