Al terzo livello, Cobb, Eames, Saito e Ariadne guidano Fischer in una fortezza di montagna, sperduta tra le nevi di un ghiacciaio immaginario e presidiata dalle sentinelle amate del subconscio della vittima stessa. Penetrato nell’installazione, Fischer sta per varcare la soglia del bunker in cui gli incursori hanno predisposto la trappola finale, quando l’intrusione di Mal e l’incapacità di Cobb di abbatterla per tempo manda a monte il piano. La proiezione di Mal, che sta cercando di ribellarsi alla prigionia psichica che Cobb le ha riservato nel proprio subconscio, interferisce con il sogno e ammazza Fischer prima che questi possa cadere nella trappola che lo attende.Per le conseguenze della ferita riportata nel primo livello del sogno, Saito si abbandona alla morte onirica che lo sprofonderà nel limbo del sogno altrui. A Cobb e al resto della squadra che lo ha seguito fin lì non resta che un ultimo, estremo tentativo: spingersi ancora più in basso, proprio nello spazio onirico grezzo del limbo, che è puro infinito subconscio, per riportare Fischer al terzo livello onirico. È un’impresa disperata e, malgrado l’aiuto di Ariadne che è l’unica a conoscere la reale portata del suo senso di colpa per quanto occorso alla moglie, Cobb soccombe all’impulso irrazionale evocato dalla proiezione di Mal. Tra le macerie del loro sogno condiviso – sono pur sempre, non dimentichiamolo, nel sogno di Cobb, e il limbo conserva ancora i resti degli esperimenti onirici condotti con Mal, con l’evocativa rappresentazione di una metropoli desolata che si sgretola sotto i colpi furiosi delle onde dell’oceano – Cobb scende a patti con lei: resteranno lì, insieme, se Mal in cambio accetterà di lasciare l’inconscio di Fischer libero di riemergere al terzo livello.
Fischer si risveglia nel terzo livello e può cadere nella trappola ordita per lui. Dopodiché la
Saito e Cobb riescono così a risvegliarsi con gli altri, ma Cobb reca con sé il dubbio che possa trattarsi solo di un altro livello nell’impalcatura dei sogni, lo stesso da cui Mal è riuscita a evadere. Saito mantiene il patto e gli permette di rientrare liberamente negli USA. Qui Cobb viene accolto dal suocero, che lo porta a casa per ricongiungersi finalmente ai figli. L’estrattore lancia la sua trottola sul tavolo e corre a riabbracciare i bambini, che sono identici all’immagine di loro che lo perseguitava nei ricordi e che finalmente gli rivelano i volti che a lui pareva di aver dimenticato.
I titoli di coda ci impediscono di avere una risposta sull’ambiguità realtà/sogno dalla trottola, interrompendo la scena prima di vederla eventualmente perdere di slancio e arrestarsi sotto il richiamo della gravità.
Il dominio del totem
Saggio di costruzione narrativa applicata alla settima arte, in Inception tutto sembra reggersi su
18 commenti
Aggiungi un commentosecondo molte filosofie mistiche il corpo è solo una proiezione dell'energia di cui siamo permeati, intessuti. il discorso del corpo va calato in un contesto molto più ampio, ne consegue che la disquisizione potrebbe scendere nei dettagli di altri livelli
Piccola precisazione: New Rose Hotel è stato pubblicato sulla rivista Omni nel Luglio 1984, e non nel 1981 come indicato nell'ottimo articolo.
Bye
Phant
Grazie Phant, ho corretto la data nell'articolo.
Cordialmente,
X
Complimenti meritati per l'articolo, che leggo solo ora.
Sul finale vedo che se n'è scritto molto. Io sono per la versione "Di Caprio è tornato alla realtà e ai suoi figli", per vari motivi:
1) così il finale è prorpio bello;
2) sono vestiti come nei ricordi, non è possibile...ma parliamo di ricordi, di sogni, o di sogni ad occhi aperti? Andrebbe rivisto il film, per esaminare questo dettaglio...
3) il totem continua a girare.... ok, ma come è stato scritto, Di Caprio si lascia indietro il Totem, si lascia indietro tutto, è tornato a casa. E ora io, provocatoriamente, la butto là: chi è che vede girare la trottola? Non di Caprio, ma TU, SPETTATORE. E allora, sei così certo che la tua è la realtà, e quella del film è finzione? Sì? E perchè la trottola non cade?
Forse Nolan ci prende in giro, vuole dirci, attenti, i film sono finzione, ma non è in fondo possibile che pure la Vs. realtà sia il sogno di un altro?
4) Nolan dice (da Wiki)
"I've been asked the question more times than I've ever been asked any other question about any other film I've made... What's funny to me is that people really do expect me to answer it."
Come dire, nulla di programmato, quasi quasi l'ho messo lì, sto totem, giusto per scassare la mi****chia.
"The real point of the scene — and this is what I tell people — is that Cobb isn't looking at the top. He's looking at his kids. He's left it behind. That's the emotional significance of the thing"
5) anche Michael Caine chiude la questione
...explained his interpretation of the ending by saying, "If I'm there it's real, because I'm never in the dream. I'm the guy who invented the dream."
6) e lo stesso Nolan forse è pentito di avere inquadrato sta roba che gira, alla fine
saying "I've read plenty of very off-the-wall interpretations... The most important emotional thing about the top spinning at the end is that Cobb is not looking at it. He doesn't care."
Ciò che spesso unisce i geni è la ricorsività. Il moltiplicarsi dell’immagine di un oggetto posto tra due specchi piani paralleli è una tipica situazione ricorsiva. Effetto ottico che i geni, in vari modi, ricreano nelle loro opere. Situazione propizia dal punto di vista intellettuale ma pericolosa dal punto di vista psicologico. La ricorsività è legata all’intelligenza, e si ritrova nelle sue manifestazioni, ma anche in quella della pazzia lieve, non nella schizofrenia, che può avere come concausa i doppi legami di Bateson, che un qualche legame con la ricorsività c'è l'hanno. Leonardo da Vinci e Michelangelo Buonarroti ebbero un genio simile e simile fu anche il loro volto nella maturità. La Sindone testimonia che anche Gesù e Leonardo avevano un volto simile. Cfr. Ebook (amazon) di Ravecca Massimo. "Tre uomini un volto: Gesù, Leonardo e Michelangelo". Grazie.
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