L’idea originale Johnson la trae dal romanzo di Sinclair Lewis It Happen Here (Non può succedere qui) del 1935, dove viene descritta una dittatura che riesce ad instaurarsi anche negli Stati Uniti. Il produttore televisivo restò affascinato dal tema dell’intrusione silenziosa e dell’occupazione sistematica, da parte di poteri occulti, delle istituzioni americane, nella completa indifferenza della popolazione. In origine fu prodotta una miniserie di quattro ore dal titolo V a cui seguì una seconda miniserie dal titolo V – The Final Battle di sei ore. Questi due serial furono cuciti insieme in Italia e trasmesse sugli schermi di Canale 5 nel 1984, col titolo: V – Visitors. Lo show, prodotto dalla Warner, riscosse il dovuto tributo di ascolti per la gioia dei dirigenti della NBC. I costumi, le astronavi, le scenografie, gli effetti speciali erano tutti di altissimo livello grazie ad un budget più che cospicuo (circa 13 milioni di dollari). La struttura del serial si articolava come una soap opera, con storie parallele che procedevano all’unisono, fino ad intrecciarsi per arrivare a più climax simultaneamente.

Nel caratterizzare i suoi alieni, Johnson si rifà chiaramente alla storia del Terzo Reich: la persecuzione degli scienziati ricorda quella subita dagli ebrei (in una puntata c’è un vecchio

che ricorda bene quella esperienza e decide così di nascondere uno scienziato e la sua famiglia); il Corpo dei Giovani Visitatori che raccoglie i ragazzi terrestri che vogliono collaborare con gli alieni, è un chiaro riferimento alla Gioventù Hitleriana; il simbolo dei Visitatori ricorda chiaramente la svastica.

Va segnalato che la prima miniserie mostra le astronavi aliene posizionate sulle principali città del mondo e che alla fine, quando gli alieni vengono sconfitti dalla polvere Rossa, la vittoria arride a tutta l’umanità (la polvere viene spedita in ogni angolo del pianeta). Frammenti di immagini di cui Roland Emmerich, regista tedesco trapiantato ad Hollywood, farà tesoro quando girerà il suo Independence Day, nel 1996.

Durante la seconda miniserie, però, Johnson decise di abbandonare il progetto, non troppo soddisfatto di alcune scelte operate dai dirigenti Warner ed NBC.

Il successo in America anche di questo secondo capitolo di Visitors fu comunque notevole. La Warner decise quindi di varare una serie vera e propria, con puntate settimanali. V (venne ripreso il titolo originale) fu programmata anche da noi nel 1986 con il titolo Visitors 2. Lo storia ripartiva un anno dopo la sconfitta degli alieni, che in realtà si erano ritirati dietro la Luna. La Polvere Rossa comincia a perdere efficacia nelle zone più calde del pianeta, tra cui Los Angeles. Gli alieni riprendono ad insediarsi con la complicità di altri terrestri, tra cui un ricco industriale, Nathan Bates (Lane Smith). Intanto la bambina metà umana e metà aliena cresce smisuratamente, diventando una donna. Sarà ancora una volta lei a salvare i terrestri dalla minaccia extraterrestre. Alcuni elementi della prima miniserie vengono eliminati (la persecuzione degli scienziati) e ne vengono introdotti di nuovi (i poteri mistici della bambina mezzosangue). Queste modifiche - ma soprattutto l’uscita di Johnson – decretarono una precipitosa discesa degli ascolti. Vennero realizzati solo 19 episodi, prima della chiusura definitiva dello show, ed un ventesimo fu scritto, ma mai girato.

Nel 1990, Michael Straczynski, il creatore di Babylon 5, propose un remake dello show, che avrebbe dovuto intitolarsi V: The Next Chapers - Rebirth (V: Il nuovo capitolo – Rinascita), ma il progetto fu abbandonato perché ritenuto troppo costoso dalla Warner.