Contro (1)

La prima apparizione del racconto di Dick
La prima apparizione del racconto di Dick

Da Spielberg fa più male

Penso che il giudizio finale su questo film dipenda fortemente dalla "scala dei valori narrativi" soggettiva che, appunto, è diversa per ognuno.

Oddìo, non credo nemmeno di giudicare tutti i film con gli stessi parametri.

Anzi, proprio non lo faccio: ieri sera c'era Uomo d'acqua dolce, che non vuol dire assolutamente niente ma è poetico, assurdo, e ha una bella fotografia, e ciò è bastato per farmelo piacere.

Per Minority Report non è stata una questione di "parametri": molto semplicemente, il motore della vicenda (quello che salta fuori nel finale) è a dir poco risibile, da thrillerino di serie Z. E siccome in questo caso il motore della vicenda mi sembrava un filo fondamentale, il suo basso livello fa IMHO precipitare quello che poteva essere un buon prodotto nel baratro della mediocrità.

Come una bella ragazza, vestita bene e dallo sguardo interessante, che non appena apre bocca sfodera argomenti da posta di "cioè" con una voce da orco e, perché no, un bel pezzettone di insalata infilato fra gli incisivi...

E la ragazza Minority Report aveva molte frecce al suo arco: girato bene (grazie Kaminski!), fotografato bene (grazie Kaminski!), recitato bene (grazie "Agatha"! una delle rare volte in cui si possa giudicare con coscienza un attore doppiato, e sì che in questo caso lei è pure doppiata malino...), con buone idee (grazie Dick! e grazie anche agli sceneggiatori, in teoria, perché hanno aggiunto anche tante idee loro, ma non si sono sforzati dove avrebbero dovuto davvero e quindi un po' andrebbero puniti), con un bel design (grazie omino del design!).. e insomma, Spielberg è bravo, perché fare il regista è prima di tutto mettere in piedi un film con i collaboratori giusti, e a farlo come lo fa lui sono in pochi. Tra l'altro pare che abbia l'inumano vizio di finire i film in anticipo e di risparmiare sui budget.. meglio di così...

Però ha cannato.

Perché Minority Report riesce nelle sue singole parti ma fallisce nel tirare le fila. Ora, a seconda della sensibilità dei singoli, c'è chi ha trovato talmente grandioso Cruise che insegue i suoi occhietti rotolanti da sorvolare sul fatto che la direzione finale della trama (ultima mezz'ora) fosse vicina alla boiata pazzesca.

Nel mio piccolo, trovo invece da bacchettare il fatto che Spielberg, il quale non è uno che fa i film su commissione a testa china, non si sia accorto che i due signori a cui aveva commissionato la sceneggiatura gli avessero consegnato una puntata di Perry Mason.

Aldilà di tutto questo, il filmetto si segnala per la furbizia con cui ribalta la prospettiva dello spettatore nei riguardi della precrimine: la prima sequenza, per altro costruita per il riuscitissimo fine primario di presentare i presupposti e di far venire la tachicardia al pubblico, trasforma gli agenti della precrimine in eroi che salvano le vite all'ultimo momento, glissando sul fatto che arrestare e ibernare la gente prima che commetta il fatto basandosi su previsioni è quantomeno straniante... dopo quella sequenza iniziale, qualsiasi dubbio sul metodo possa venire espresso durante il film diventa futile. Abilissimi, davvero. Avessero usato la metà della furbizia nel costruire un finale decente... ehm...

Tornando al leitmotiv "film zeppo di lati positivi rovinato da un motore inconsistente", sarebbe quasi stato meglio se il film si fosse fermato all'uccisione (o alla non uccisione) di Leo Crow. L'idea di trasformare Crow nel maniaco uccisore del figlio era quasi interessante, di sicuro migliore del capufficio finto buono che ha fatto tutto per il bene della ditta (uhm, alzi la mano chi sta pensando a... azz, non posso dirlo, sennò spoilerizzo almeno un film recentissimo) e spara a se stesso ma tutti (leggi: nessuno) credono che abbia sparato a Cruise.

Sorvolo sul pietoso inserimento del drammone familiare con figlio morto, anche questo da trametta di magazzino. Insomma, più editing la prossima volta. Anche se da Spielberg, purtroppo, l'americanata è spesso da aspettarsi: solo che da lui fa più male.

Mattia "zio Gil" Bassani (dalla Mailing List Fantascienza)