Per la primavera del 1982 il film era pronto. Uno dei primi a vederlo finito fu ovviamente George Lucas. Subito dopo il decollo dei ragazzi a cavallo delle loro biciclette, secondo quanto raccontato da Spielberg, Lucas si sporse verso di lui e gli disse: "Okay, puoi essere al numero uno, per qualche tempo..." A proiezione finita gli chiese che cosa avesse inteso dire con quella frase e la risposta fu: "ET diverrà il più grosso incasso di tutti i tempi, batterà Guerre Stellari, ricordati quanto ti dico." Aveva ragione. ET superò sul mercato nordamericano gli incassi di Star Wars e rimase al numero uno fino a quando non uscì l'Edizione Speciale del primo Guerre Stallari, che con gli introiti aggiuntivi lo superò di nuovo. (Furono entrambi successivamente affondati dal Titanic di James Cameron).La prima proiezione-test con il pubblico si tenne il 7 Maggio a Houston e fu subito chiaro che il film avrebbe fatto centro. "Quella proiezione in anterprima fu un'esperienza religiosa" ricorda il regista "Non sai mai quello che hai in mano fino a quando non lo mostri al pubblico per la prima volta, ma loro risposero ad ogni singola sfumatura del film.

Ci furono 6 applausi spontanei durante la proiezione e un lungo applauso lungo quasi tutti i titoli di coda." Ancora meglio andò in occasione dello sbarco in Europa del film, che chiuse in modo trionfale l'edizione di quell'anno del Festival di Cannes. La consacrazione a Cannes fu in un certo senso anche la definitiva vittoria di Spielberg sulla critica più snob d'oltreoceano. Da quel momento in poi era un Autore con la maiuscola, anche se dovette aspettare ancora qualche anno prima di potersi vedere assegnato l'ambito Premio Oscar come miglior regista. "Quella fu la mia prima volta a Cannes....e che prima volta ! Mi arrivò un telegramma da Francois Truffaut" (all'epoca già malato, ndr) "un telegramma che significò molto per me. Diceva: Hai diritto a stare qui molto più di me, riecheggiando una frase che lui stesso diceva a Richard Dreyfuss in Incontri ravvicinati. Era la fine del Festival e tutti erano in piedi ad applaudire e ricordo che pensai che quelle emozioni non sarebbero mai potute essere eguagliate." Lo stretto legame tra Spielberg e Truffaut può apparire a prima vista estremamente esile, da un lato un regista d'elite sempre ben lontano dal cinema supercommerciale made in Hollywood, dall'altro il massimo simbolo dello stesso. In realtà, sebbene abbia sempre fatto film molto europei, Truffaut nelle sue vesti di critico ha sempre avuto un occhio ben aperto sul cinema statunitense e sui nuovi (e vecchi) talenti che ne emergevano.

Spielberg dal canto suo ha sempre avuto grande ammirazione per il regista francese, che del resto volle nel ruolo di Lacombe in Incontri ravvicinati, film chiave di tutta la sua filmografia. Entrambi hanno sempre avuto un grande rispetto e stima per il lavoro reciproco. Li accomunava anche un grande amore per i bambini, notoriamente prediletti da Spielberg (talvolta sin troppo) e piccoli protagonisti di alcuni tra i film più belli di Truffaut, da Gli anni in tasca a Il ragazzo selvaggio.