Episodio II - L'attacco dei Cloni

Anakin e Amidala
Anakin e Amidala
Il già citato "pomodorometro" di Rotten Tomatoes questa volta è stato più benevolo con il secondo episodio della nuova Trilogia. Non si arriva alla sufficienza (che è riconosciuta solo quando si arriva al 60% di recensioni positive) ma ci si va vicini (54%), insomma il film è stato recensito più favorevolmente e anche il pubblico sembra d'accordo: i votanti dell'Internet Movie Data Base danno al film un voto molto superiore rispetto a Episodio I.

Per quanto mi concerne la sufficienza è raggiunta. Il film sembra aver ricatturato in qualche modo almeno una parte di quella "aria" che si respirava nei primi Guerre Stellari, forse perché ricalca molto la formula vincente de L'Impero Colpisce Ancora, il più apprezzato capitolo della saga. Sono infatti numerose le analogie tra i due film: il Jedi cattivo che propone al Jedi buono di unirsi a lui per comandare la galassia; l'eroe buono che si rifugia tra gli asteroidi per sfuggire ai malvagi inseguitori che cercano di fargli la pelle; i personaggi principali della saga impegnati in due missioni diverse; i pericolosi Fett, li Boba, qui Jango; l'aspetto romantico della vicenda; le alte torri delle città tra le nuvole; i momenti di suspence e azione appesi ad un filo da strutture avveniristiche, lì a Cloud City, qui su Kamino; le minacciose macchine da guerra a quattro zampe; uno Skywalker che perde la mano durante un duello con la spada laser; il finale aperto. In più una valanga di richiami/citazioni di tipo sia visivo che contenutistico che attinge dalle fonti più svariate, sia letterarie (l'addestramento di bambini alla guerra come ne Il gioco di Ender di Orson Scott Card, un pianeta-chiave "mancante" che deve essere trovato come nel ciclo de La Fondazione di Isaac Asimov), sia televisive (l'insidia dei mutaforma come in Star Trek Deep Space Nine) sia ovviamente cinematografiche (le torri fiammeggianti di Blade runner, il traffico volante de Il quinto elemento, il finale nella grande arena come in Il Gladiatore, o Ben Hur se preferite andare ancora più indietro nel tempo, e persino una sequenza su una collina in fiore che sembra uscita dritta dritta da Tutti insieme appassionatamente ... infatti per un attimo ho temuto che sbucasse fuori Julie Andrews e si mettesse a cantare una di quelle orride zuccherose canzoncine !) Insomma magari non sarà il massimo dell'originalità, certi snodi narrativi appaiono decisamente tirati per i capelli, le parentesi romantico-seduttive tra Anakin e Amidala sanno di fotoromanzo, certe sortite lasciano perplessi (da quando in quà R2D2 vola?) ma tutto sommato funziona, si respira un po' dell'aria che si respirava nei capitoli originali. Con questo non voglio certo dire che Episodio II sia da portare ad esempio quando si parla di una bella sceneggiatura ma insomma dopo quel pastrocchio che era Episodio I si notano consistenti miglioramenti. Forse un pochino del merito è da attribuirsi al co-sceneggiatore che firma il copione insieme a Lucas stesso, perché ebbene si, questa volta non tutto è stato scritto interamente da Lucas in persona. C'è l'apporto di Jonathan Hales, signore inglese non più giovanissimo (è del 1937) che in passato ha firmato l'adattamento cinematografico del giallo di Agatha Christie Assassinio allo specchio (1980) ed ha già lavorato per la Lucasfilm come scrittore di alcune puntate della serie televisiva su Le avventure del giovane Indiana Jones. Non posso ne voglio ovviamente sostenere che sia solo merito suo, ma L'attacco dei cloni è strutturato meglio rispetto al precedente episodio, risulta più godibile, il "tono" è quello giusto. Valore aggiunto è anche Christopher Lee, che arricchisce il film col suo gran talento di attore, regalandoci un Conte Dooku splendidamente sinistro e malvagio, non una semplice macchietta di cattivo ma un carismatico avversario, assolutamente impagabile. L'immancabile battaglia conclusiva mantiene le promesse e ci regala un gran finale ad alto tasso spettacolare, spostando ancora una volta in avanti la definizione di State Of The Art in fatto di effetti speciali e confermandosi vero e indiscutibile fiore all'occhiello di tutta la serie, sin dal suo apparire. Episodio II sarà poi ricordato come il primo film girato interamente non su pellicola ma in digitale con speciali telecamere ad alta definizione.

Dal punto di vista tecnologico lo si può considerare in un certo senso un film sperimentale. In alcuni momenti questo si nota, un certo brillamento e sgranamento dei colori, per lo meno nella versione trasferita su pellicola, in particolare nelle scene girate tra Anakin e Amidala nel prato fiorito e più in generale in quelle in ambienti scuri. Non quelle nello spazio ovviamente, li non c'è niente di "girato" in senso stretto, tutto è generato al computer per cui non crea problemi. Paradossalmente in certe inquadrature ambienti e personaggi interamente sintetici sembrano più veri degli attori in carne ed ossa. Tutti piccoli difetti che col tempo verranno superati, perché è innegabile che questa è la nuova frontiera del cinema e va riconosciuto a Lucas di esserne un pioniere.