- Void Rivals: due nemici, uno stesso destino
- Un laboratorio internazionale di autori che parla tanto italiano
- Le altre trame condivise e le pubblicazioni italiane
- Il futuro dell’universo Energon
Negli ultimi anni, l’immaginario fantascientifico si è arricchito di un progetto ambizioso che costituisce il reboot per ben due franchise storici degli anni ’80, uniti da un filo conduttore costituito da un ciclo nuovo ma che affonda le sue radici nella fantascienza più classica.
Si tratta dell’Energon Universe: un esperimento editoriale che fonde l’epica robotica dei Transformers, il carisma dei G.I. Joe e le suggestioni cosmiche di Void Rivals, vero cuore creativo e narrativo del nuovo corso, giunto in Italia grazie a SaldaPress.
Il progetto nasce dalla collaborazione tra la Skybound Entertainment di Robert Kirkman e il produttore di giocattoli Hasbro. Kirkman non avrebbe bisogno di presentazioni, la sua fama, del resto, ha travalicato la nona arte. Ha rivoluzionato il fumetto seriale horror con The Walking Dead e il genere supereroistico con Invincible, provenendo da Marvel Zombi che è una geniale commistione tra i due generi precedenti, e non essendo nuovo alla fantascienza come nel caso della serie Oblivion Song. Il suo grande fiuto per produrre progetti vincenti ha regole semplici: racconti corali, stratificati ma facilmente accessibili dove comprimari e protagonisti si scambiano il posto e ognuno aggiunge il suo tassello al mosaico. Non varia la ricetta neanche nell’Energon Universe che ha la capacità di attrarre sia nuovi lettori sia gli appassionati di vecchia data.
Void Rivals: due nemici, uno stesso destino
La serie che inaugura l’Universo Energon è Void Rivals, scritta da Kirkman e disegnata da Lorenzo De Felici. Pur essendo un’opera di finzione risulta quanto mai attuale mettendo in discussione la logica della guerra perpetua e le narrazioni che alimentano l’odio tra le parti.
I protagonisti, Darak e Solila, appartengono a due fazioni aliene in conflitto da secoli, gli Agorriani e gli Zertani, e il loro incontro avviene in circostanze estreme: dopo un incidente, precipitano entrambi in una regione dello spazio conosciuta come L’Anello Sacro, luogo di confine che sfida le stesse leggi della fisica. Per sopravvivere, i due devono collaborare, scoprendo progressivamente che il nemico di sempre può diventare un compagno indispensabile.
Il meccanismo narrativo di Void Rivals richiama un classico della fantascienza contemporanea: Enemy Mine in Italiano pubblicato con Il titolo Il mio caro nemico, che nel 1980 fece conquistare all’autore, Barry B. Longyear, i tre premi più ambiti nella fantascienza: Nebula, Hugo per il miglior romanzo breve e Campbell per il miglior nuovo scrittore. La storia raggiungerà una platea ancora più ampia quando sarà trasposta qualche anno dopo per il cinema nel 1985 da Wolfgang Petersen (U-Boot 96, La storia infinita, Troy) con il titolo Il mio nemico. Lì il pilota umano Willis Davidge, che ha il volto di Dennis Quaid, e l’alieno della razza rettiloide Dracon interpretato da un irriconoscibile Louis Gossett Jr, dopo essersi abbattuti a vicenda, si trovavano costretti a condividere la sopravvivenza su un pianeta ostile, trasformando la rivalità in alleanza.
Il parallelismo è evidente: in entrambi i casi, il nemico diventa specchio e infine fratello. Tuttavia, Void Rivals amplia la prospettiva. Dove Il mio nemico si concentrava sull’intimità di due individui, la serie di Kirkman lega il destino dei protagonisti a quello di intere civiltà. Il loro fragile patto non è un’eccezione isolata, ma il punto di rottura di una propaganda millenaria.
In questo passaggio risiede la modernità dell’opera: il messaggio non riguarda soltanto la possibilità di superare diffidenze personali, ma l’urgenza di scardinare le narrazioni tossiche che mantengono in vita i conflitti. Così il dramma intimo di Longyear si dilata, diventando una riflessione collettiva e politica che apre la strada a un universo narrativo più vasto.
Un laboratorio internazionale di autori che parla tanto italiano
Se Void Rivals è l’innesco, la solidità dell’Energon Universe deriva dalla scelta di coinvolgere alcuni tra i nomi più autorevoli del fumetto contemporaneo. Daniel Warren Johnson, acclamato per Murder Falcon e Do a Powerbomb!, ha preso in mano le sorti dei Transformers, riportandoli al centro della scena con un segno espressivo e potente, capace di trasmettere tanto la furia della battaglia quanto la fragilità emotiva dei protagonisti. La sua interpretazione ha restituito freschezza e intensità a un mito che rischiava di cristallizzarsi in cliché nostalgici. Questo anche a costo di scelte che potrebbero sconvolgere la fanbase più solida, come (e non spoileriamo) succede nel primo volume: Transformers, Robot in incognito. Daniel Warren Johnson agli Eisner Awards del 2024 ha ricevuto il premio come "Miglior scrittore/artista" per Transformers, sere che a sua volta è stata insignita del premio "Miglior serie regolare".
La parte narrativa legata ai G.I. Joe è invece stata affidata a Joshua Williamson, già firma di punta della DC Comics con una lunga run di Flash e Dark Crisis on Infinite Earths, ha saputo reinterpretare il conflitto tra l’organizzazione tecno-terroristica Cobra e la squadra Joe alla luce delle tensioni geopolitiche contemporanee trasformando un franchise nato negli anni Ottanta in un terreno fertile per riflettere su spionaggio, ideologia e guerra psicologica, mantenendo però la tensione tipica del fumetto d’azione. Reinventa le origini dei Leader dei Joe e dei Cobra nelle miniserie Duke e Cobra Commander, che insieme a Scarlett e Destro costituiscono la tetralogia Road to G.I. Joe che fa da prologo alla serie principale che vedremo in autunno sugli scaffali italiani.
All’interno di questo cantiere creativo, la presenza italiana non è assolutamente marginale. Lorenzo De Felici, vincitore per il fantasy Kroma del premio come migliore serie italiana al Comicon 2024 porta con sé la capacità di rappresentare mondi e visioni aliene cominciata con Orfani, opere scritta da Roberto Recchioni ed Emiliano Mammuccari tra le più rilevanti per la fantascienza a fumetti italiana e continuata con Oblivion Song in cui si è sintonizzato perfettamente con la scrittura di Kirkman.
Al suo fianco nelle altre miniserie si muovono altri riconosciuti talenti del Belpaese. Marco Ferrari, autore già noto negli Stati Uniti per le opere realizzate con Patrick Klindon (Frontiersman e Patience! Conviction! Revenge!) ha realizzato le tavole per Scarlett, personaggio iconico dei G.I. Joe. La colorista Annalisa Leoni, reduce dei già citati Orfani ed Oblivion Song che con la sua sensibilità cromatica ha arricchito di sfumature la resa visiva di Cobra Commander. Ad Andrea Milana (Dahlia In The Dark, Impact Winter), già facente parte del collettivo indipendente degli Ultracani, dobbiamo la resa grafica dei due nemici giurati e principali Villain dei G.I. Joe : il già citato Cobra Commander e in collaborazione con Andrei Bressan il mercante d’armi Destro.
Le altre trame condivise e le pubblicazioni italiane
In Italia, SaldaPress ha colto l’occasione di portare l’Energon Universe nelle librerie con un progetto editoriale di ampio respiro. Nell’ottobre 2024 è uscito il primo volume cartonato, Void Rivals 1: Più di quello che si vede, seguito nel maggio scorso dal secondo volume Prede nella terra desolata, e nei medesimi periodi sono stati pubblicati anche i 2 volumi dei Transformers: Robot in Incognito e Passaggio verso l’Oblio. Qui i Transformers si risvegliano sulla Terra dopo millenni di stasi nella loro astronave Arca, portando con sé la guerra senza fine tra le due fazioni: Autobot e Decepticon. Al centro della trama c’è l’autobot Optimus Prime, chiamato a ricostruire un gruppo di eroi decimato, mentre deve fare i conti con un mondo umano ostile e diviso. Dall’altra parte Starscream guida i Decepticon con ferocia, approfittando della debolezza del nemico. La storia non si limita a replicare vecchi schemi, ma intreccia i robot con le tensioni politiche e militari del nascente scenario dei G.I. Joe, facendo dell’energia Energon, la posta in gioco di una guerra che rischia di travolgere l’intero universo condiviso. L’idea è tanto semplice quanto potente: l’energia che muove i robot non è diversa da quella che alimenta i rapporti umani, conflittuale e instabile, ma sempre capace di trasformarsi in alleanza.
Il futuro dell’universo Energon
L’Energon Universe è ancora nelle sue fasi iniziali, ma già mostra la solidità e l’ambizione dei grandi progetti narrativi destinati a lasciare il segno. In Italia, dopo i primi due volumi di Void Rivals e Transformers e le miniserie di G.I. Joe, il pubblico che è già stato accompagnato dentro la totalità del mosaico narrativo vedrà delinearsi anche la trama dei Joe. In questa traiettoria è possibile che avvenga quello che è successo ad altre opere di Robert Kirkman: da The Walking Dead a Invincible, nati come fumetti e poi trasposti in serie televisive di successo e non solo. Non è azzardato immaginare che anche l’universo Energon, con la sua miscela di fantascienza epica, conflitti ideologici e personaggi iconici, possa presto trovare la strada verso altri media, dal piccolo schermo a giochi da tavola e ai videogiochi. La sua forza sta proprio nell’essere un universo condiviso, pensato per espandersi e trasformarsi, capace di parlare a più pubblici e di ridefinire ancora una volta i confini della fantascienza pop contemporanea.


















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