Il 9 marzo scorso, in contemporanea mondiale, secondo un ormai consueta tradizione di film e miniserie, è uscita, anche nel nostro paese, la nuova opera a fumetti di Robert Kirkman, papà di The Walking Dead. Il prolifico autore mette da parte i morti viventi, che lo hanno reso famoso ai più, e con Oblivion Song gioca la carta dell’opera fantascientifica, dai risvolti psicologici e sociali, che strizza l’occhio alla facilità con cui tendiamo a dimenticare i problemi del mondo in cui viviamo. Progetto non da poco realizzato grazie anche a collaboratori italiani, il disegnatore (nonché co-creatore) e la colorista sono due giovani talenti nostrani: Lorenzo De Felici e Annalisa Leoni.

L’edizione italiana (edita da Saldapress) raccoglie i primi sei spillati americani, alcuni ancora inediti anche negli Stati Uniti visto che saranno li pubblicati con cadenza mensile.

In un giorno imprecisato del presente il mondo intero (in particolare la città di Filadelfia) è sconvolto da un evento detto “la trasposizione”: una vasta zona della città, all’improvviso, scompare e finisce in un'altra dimensione, popolata da creature mostruose.

Lo scienziato Nathan Cole riesce a trovare il modo di viaggiare verso questa dimensione e, supportato dal governo, mette su un unità di ricerca e salvataggio interdimensionale. Nathan e i suoi compagni si materializzano nella porzione di Filadelfia prigioniera della dimensione aliena, battezzata Oblivion e, sfidando creature bestiali, venute fuori neanche dai peggiori incubi, porta in salvo tutti i superstiti che trova.

Giorno dopo giorno, le squadre di recupero riportano indietro sempre meno persone e, a un certo punto, il governo dichiara chiuso il programma e taglia i fondi per il salvataggio. Le autorità costruiscono un monumento per ricordare la Trasposizione e contornano la zona di Filadelfia scomparsa con un muro su cui sono incisi i nomi di coloro che non ce l’hanno fatta a tornare.

La storia si apre nel decimo anniversario dalla Trasposizione. Nathan Cole non si è arreso e prosegue personalmente i viaggi verso Oblivion e, talvolta, riporta ancora indietro qualche sopravvissuto. Ma cosa spinge realmente Nathan a rischiare da solo la vita nel posto più pericoloso in cui l’uomo abbia mai messo piede? Chi sta cercando davvero? Cosa si è preso Oblivion che gli sta tanto a cuore?

L’opera è un particolare omaggio a Io sono Leggenda, romanzo del Maestro Richard Matheson, uno dei capolavori della fantascienza novecentesca, su come si possa mantenere o meno la propria umanità in un mondo che l’ha persa.

Nel presente immaginario di Oblivion Song un grave lutto è calato su una umanità,o meglio su una parte di essa, una sorta di undici settembre trans-dimensionale.

L'evento, visto che è stato limitato a una grossa porzione di una città e non essendo stato compreso e i cui effetti rimangono non tangibili al resto del mondo, è messo presto da parte. Come detto, la zona viene recintata e la coscienza è messa a posto da un museo,da un memoriale e da un muro che circonda la parte scomparsa di Philadelfia, con su scritti i nomi dei dispersi (come quelli esistenti in realtà sui monumenti ai caduti del Vietnam o delle torri gemelle di New York). L’autore rende evidenti come, davanti alle grandi tragedie, se può l'umanità relega tutto all’oblio (in Inglese Oblivion). Il muro è una non troppo banale citazione della Storia e della realtà che viviamo oggi, con muri (materiali e non) che separano i popoli in Palestina oppure che si vogliono costruire al confine col Messico.

Con Oblivion Song, Kirkman ritiene di aver ideato un nuovo genere, da lui battezzato “apocalypse adjacent”. In pratica , la morte e la distruzione possono essere immediatamente accanto, al di la di un confine o del mare e possono non toccarci minimamente. Come l'autore stesso ha voluto precisare in alcune interviste: “la storia contiene degli aspetti politici, ma non è una serie politica. Riflette la nostra realtà e il modo in cui di solito passiamo sopra ai grandi disastri. Si possono infatti tracciare dei paralleli tra le persone disperse all’interno di Oblivion e quelle dimenticate dalla società nella nostra realtà”.

Le citazioni e le somiglianze con altre opere di fantascienza sono molte. La fauna che popola Oblivion rievoca uno dei racconti brevi di di Stephen King, The Mist pubblicato nella raccolta Scheletri (da cui il registra Darabont trasse un film nel 2007). Per quanto riguarda la città finita in una dimensione aliena ricorda per alcuni versi quanto si vede in Darwinia, romanzo dello scrittore canadese Robert Charles Wilson. Nathan Cole, poi, si può vedere come un sorta di moderno Stalker, ovvero le guide illegali che erano capaci di addentrarsi nella Zona, una vasta area geografica dell’est dove la fisica e la realtà in generale cambiavano inspiegabilmente, storia raccontata nel romanzo Picnic sul ciglio della strada (1971) dei fratelli Arkadij e Boris Strugackij, da cui Andrej Tarkovskij (che aveva già portato sullo schermo il capolavoro Solaris) aveva realizzato il suo particolare adattamento.

Robert Kirkman nasce a Lexington (Kentucky), nel novembre del 1978, ed è una delle maggiori rivelazioni del fumetto mondiale. Non ha ancora 40 anni, ma è tra i maggiori autori del mondo dei comics, sia grazie ai suoi lavori su carta sia alle trasposizioni televisive di The Walking Dead (che ha addirittura uno spin off , Fear The Walking Dead) e di Outcast.

Esordisce nel 2002 per l’etichetta indipendente Funk-0-tron con il dissacrante Battle Pope, che racconta di un Papa ex alcolista, incaricato dal Signore in persona di ritrovare San Michele, disperso in un mondo invaso dai Demoni, così da espiare i suoi peccati. L’opera gli da una certa notorietà e sarà ristampata a colori dalla Image nel 2005, che, nel frattempo, aveva messo sotto contratto il ragazzotto del Kentucky, il quale, a breve, si rivelerà una gallina dalle uova d’oro. Sulle pagine di “Savage Dragon”, il più famoso dei personaggi dei fondatori storici della Image Comics EriK Larsen, nel 2002 fa la prima apparizione Mark Grayson alias Invincible, che l’anno dopo avrà una propria serie. Il supereroe della storia è un alieno dotato di poteri sovraumani che, come il più noto Superman, mette le sue doti al servizio dell’umanità. La serie è stata la più longeva e venduta dell’ universo Image con 144 numeri e numerosi spin-off all’attivo (Brit, the Astounding Wolfman, Guardians of Globe per citarne alcuni), e un film commissionato da Paramount Pictures che si spera vedrà presto la luce.

Poco dopo l’uscita del primo numero di Invincible, Kirkman comincia in parallelo a lavorare sull’embrione di The Walking Dead e due anni dopo riesce, con non poca fatica, a farlo approvare dalla Image. Le titubanze della casa editrice nascevano dal fatto che già 15 anni fa gli zombi erano un soggetto inflazionato, e per convincere il pubblico fu inventata la scusa che questa opera doveva essere parte di un progetto più ampio avente come parte centrale un invasione aliena. Questa notizia fu rivelata solo nel 2012 quando ormai il fenomeno The Walking Dead era già inarrestabile. Non era, però, la prima volta che Kirkman aveva a che fare con gli Zombie. Poco prima di entrare in Image aveva scritto Marvel Zombie, serie divertentissima che mostra un universo parallelo (precisamente Terra 2149 del multiverso Marvel), dove la maggioranza degli eroi e dei villains sono diventati mostri assetati di carne umana e sono ancora più difficili da abbattere perché, oltre ad essere già morti, mantengono i propri poteri.

Nel 2010 all’interno di Image Comic fonda Skybound, l’etichetta contentente tutte le sue opere e quelle che supervisiona e autorizza, in cui confluiranno Invincible, The Walking Dead e dove vedranno la luce numerose altre, come Outcast e la stessa Oblivion Song.

Non sono pochi i lettori che hanno sentito “il canto di Oblivion”, riferendosi a quanto affermato da uno dei co-protagonisti: «Nei pochi momenti in cui non c’era un mostro a darti la caccia, in quegli istanti di calma, la brezza, le creature in lontananza, gli insetti, tutto questo si fondeva insieme. (…) Era una specie di musica», una sorta di “mal d’Africa dimensionale”.

Potremo tornarne a sentire questo suono non prima dell’inizio del nuovo anno con l’arrivo del secondo volume, ma varrà la pena aspettare.