Un inizio 'folgorante' fa di questo terzo capitolo della saga di Transformers il più interessante e riuscito dei tre film diretti da Michael Bay e ispirati ai personaggi dei giocattoli Hasbro.
Lo sceneggiatore Ehren Kruger, infatti, dona una nuova prospettiva alla storia, raccontando di come l'impatto di un UFO sulla superficie lunare nel 1961 abbia scatenato la corsa alla conquista dello spazio, fino all'allunaggio, nel 1969 dell'Apollo 11 sulla Luna.
Ed è così che scopriamo come l'intera missione di Neil Armstrong e Buzz Aldrin sia stata, di fatto, una copertura per una scoperta 'incredibile', ovvero una tecnologia aliena, recuperata da una gigantesca nave spaziale, distrutta e piena di robot non più operativi.
Quaranta e passa anni dopo, ritroviamo Sam Witwicky alle prese con gli stessi problemi di tutti i neolaureati, ovvero la ricerca di un lavoro. 'Mantenuto' da una splendida fidanzata che lavora in una grande Corporation (Rosie Huntington Whiteley) conosciuta alla Casa Bianca il giorno che Obama gli ha conferito una medaglia per quanto fatto nei film precedenti, il ragazzo è frustrato, perché l'avere salvato due volte il mondo non gli apre particolari prospettive di carriera.
I suoi amici Autobot, in compenso, se ne vanno in giro il mondo alla ricerca di possibili segnali della presenza dei Decepticon sempre pronti a conquistare il mondo.
Quando le conseguenze di una serie di efferati omicidi porta il governo americano a dovere ammettere che nel 1969 qualcosa di particolare è stato ritrovato sulla Luna, il capo degli Autobot Optimus Prime viene a conoscenza del fatto che Sentinel Prime, il suo maestro, è in condizioni flebili ma stabili a bordo di un'astronave adagiata sul lato oscuro del satellite terrestre.
Risvegliato Sentinel grazie alla matrice del potere di Optimus, questo è in grado di cambiare le leggi della fisica e aiutare la Terra nel suo sviluppo.
Qualcosa, però, non sembra tornare e Sentinel sa molto di più di quanto sia disposto a rivelare, fino a quando Sam aiutato dall'ex agente interpretato da un carismatico John Turturro scopre un piano segreto, destinato a segnare per sempre la storia dell'umanità.
In quel momento, Transformers 3 assume un po' delle caratteristiche di grandi film di fantascienza come La Guerra dei Mondi o Independence Day con l'umanità alle prese con la più grande crisi della sua storia se non addirittura la sua sparizione.
Estremamente lungo, il film supera le due ore e mezza, Transformers 3 è realizzato con un 3D spettacolare, ma che, di fatto, non sembra aggiungere molto ad una storia interessante in cui - tra filmati di repertorio e ricostruzioni - viene riscritta la storia degli ultimi cinquanta anni.
Divertente e brillante per metà, il film, quando gli effetti visivi prendono progressivamente importanza rispetto alla trama, inizia moderatamente a perdere colpi, nonostante la spettacolarità delle immagini.
Se la serie di segreti e rivelazioni dell'inizio lascia ben sperare così come la presenza di Rosie Hintington-Whiteley in grado di fare dimenticare immediatamente Megan Fox, non altrettanto si può dire per quanto accade nella seconda parte della pellicola, dove Transformers si banalizza progressivamente con dialoghi stereotipati e situazioni francamente troppo facili.
Peccato, perché il terzo capitolo della storia dei robot che vivono in incognito come automezzi qualsiasi, ha dei momenti molto belli e spettacolari, coadiuvati da una trama intrigante e, per certi versi, perfino commovente.
Peccato che la volgarizzazione hollywoodiana e la semplificazione siano sempre in agguato e, di fatto, dilapidino in breve tempo il pathos accumulato all'inizio.
L'ennesima corsa contro il tempo con fidanzate inespressive tra i bombardamenti lascia il tempo che trova e nemmeno lo humour sempre sopra le righe riesce a risollevare quella che resta una pellicola eccessivamente adolescenziale da cui, viste le premesse, sarebbe stato lecito attendersi molto di più.
L'elemento umano viene sacrificato in nome di effetti visivi notevolissimi, ma privi di un'anima visto che la regia di Bay punta più alla sorpresa visiva che a fare tesoro di quanto raccontato nel primo tempo.
Non è un caso, dunque, che nella seconda parte del film il cameo di Buzz Aldrin in persona, nonché personaggi come John Malkovich abbiano sempre meno peso a fronte di battaglie e scontri spettacolari sul piano visivo, ma che con una certa difficoltà riescono a coinvolgere lo spettatore adulto.
24 commenti
Aggiungi un commentoSono un appassionato dei transformers e della fantascienza in generale ma non posso e non potrò mai concepire, che delle scelte opportunistiche o demenziali possano distruggere letteralmente delle idee originali.
Ci sono stati film simili in passato che hanno mantenuto una loro integrità. Senza andare troppo distanti (e risultando ripetitivo), i tre nuovi episodi di star wars (1,2,3) non erano poi così male. Tracce di demenza gratuita erano presenti anche lì ma senza commettere lo stesso errore di stravolgere e di far implodere con la propria idiozia la trama stessa. Su TF3 non solo a mio avviso hanno preso per il "C": i fans, l'originalità e le persone che hanno che hanno avuto o che potevano avere delle buone idee.
Sapete cosa mi ricordano questi tre episodi dei TF.................quelli di Batman forever e Batman & Robin..................no comment anzi what else? Però grazie a Nolan abbiamo potuto ammirare la differnza...............
Visto. C'era anche la dolce metà: incazzata come una iena. Alla fine della proiezione mi ha detto:" Adesso siamo pari". Per due anni le ho rinfacciato con disprezzo le 3 ore e passa di visione del Signore degli Anelli, trilogia che odio.
In effetti 'sto mappazzone robotico, per quanto divertente e leggero, è stato veramente interminabile. Mò per riparare mi tocca come minimo accontentarla con qualche film dei suoi.
visto oggi, in 3D
carino, robottoso e divertente
unica nota veramente fantascientifica:
la gnocca è riuscita a saltare su un mec-volante, volare dentro e fuori un palazzo che crollava, correre per mezza Chicago, passando in mezzo a esplosioni, alieni robottosi incazzati, missili terra-alieno che volavano da tutte le parti, fluidi non meglio identificati con
- le scarpe col tacco, senza nemmeno graffiarle
- la giacchetta bianca!!!! che rimane pulita, intonsa e senza nemmeno una piega fino alla fine (vorrei sapere dove l'ha presa, che io appena guardo una camicia bianca già è sporca)
- dei jeans elasticizzati che talmente stretti che si vedeva il pelo (e vorrei sfidare chiunque a correre con i jeans stretti, ahi ahi)
- chioma bionda perfettemnte in piega (altro che gel!!!! supercolla)
- trucco perfetto!
e lo sfigato, facendo le stesse cose, si è ritrovato strappato, pesto e livido...
mi è persino sembraro più incredibile del pianeta che emerge dal portale senza nemmeno un effetto di marea...

Recuperato ieri sera, portarlo termine è stata una vera sofferenza.
Tecnicamente ineccepibile ma Bay non a neanche la più pallida idea di cosa sia un momento ilare (per cosi dire).
Irritante, prolisso, stupido, dialoghi penosi, Optimus che dispensa morali come Ratzinger AAAARGH!!!!
In confronto Battle Los Angeles è Apocalipse Now! Lo preferisco assai di più!
Pensare che il primo l' ho visto al cinema e lo posseggo anche originale ma questo è monodimensionale come il pianeta piatto di Aladar.
Lunghissimo, si salva nell’ultima ora. Per una buona ora e mezza, è ben poca roba, coi due protagonisti che bisticciano e amoreggiano come due dodicenni, un mondo che inspiegabilmente si dimentica del tizio che l’ha salvato un paio di volte (ma pure con Harry Potter, è lo stesso, no?), un film slegato, che non si sa bene dove vada a parare, con personaggi sbagliati (Malkovich, la McDormand), che stenta a partire e che si salva qua e là per i soliti effetti speciali.
E’ solo nell’ultima ora che il tutto ha un perché, e si salva da una solenne bocciatura, arrivando a una sufficienza finale. Le cose si fanno serie, dopo l’inverosimile decisione dei leader mondiali (non gli unici che si comportano da idioti, in questo film); la spettacolarizzazione delle scene (fantastica, e qua complimenti al regista) non è più fine a sé stessa, il ritmo decolla.
Rimane un film fracassone, che ha perso molta della sua apprezzabile ironia, si è fatto anche troppo serio. Non c’è più Megan Fox, in rotta con la produzione per i suoi capricci, sostituita dalla scialbissima Rosie Vattelapescarla o come si chiama, totalmente priva di un qualunque talento, se non di essere la classica gnoccolona. Disastrosa scelta di casting, anche perché è nullo il feeling che si instaura col protagonista, e tutte le scene tra i due suonano falsissime.
Il film ebbe un costo mostruoso, ma la risposta al botteghino fu fenomenale. E’ uno dei pochi film che hanno superato il miliardo di dollari di incasso, nel mondo. E’ addirittura il quarto maggiore incasso nella storia del cinema. Candidato a 3 Oscar per i suoni e gli effetti speciali, non gliel’ha fatta – ma gli effetti speciali sono veramente una grande cosa. Ha avuto un lungo elenco di nomination ai Razzie: peggior regista, peggior cast, peggiore film, peggiore coppia in un film (per me ci stava), peggiore sceneggiatura, peggiori attori di ogni tipo. Però non ne ha “vinto” neanche uno, dato che Jack e Jill, film di e con Adam Sandler, è riuscito nella titanica impresa di vincere TUTTI i Razzie in gioco, in tutte le categorie.
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