- Biografia di uno scrittore che visse l’orrore in Vietnam
- La guerra eterna e futura secondo Joe Haldeman
In un’intervista a Paul Richard Huard del 2015 su Medium.com, il premio Hugo Joe Haldeman, in merito a una domanda sul fatto se il suo romanzo Guerra Eterna (The Forever War, 1974) fosse una risposta diretta al romanzo di Robert Heinlein Fanteria dello spazio (Starship Troopers, 1959), rispose: “Non deliberatamente. Ho letto il libro di Heinlein e mi è piaciuto. Non mi ha sorpreso il fatto che non fossi d'accordo con lui: la maggior parte delle persone della mia generazione non era d'accordo. Ma se si tratta di una risposta a un libro, quel libro è il mio War Year, che parlava del Vietnam”.
Nella genealogia della fantascienza militare, infatti, il romanzo di Heinlein sta al militarismo almeno quanto quello di Haldeman sta all’antimilitarismo. Se il primo romanzo ha procurato ad Heinlein – insieme ad altre opere dello scrittore – la fama di reazionario, quello di Haldeman può essere considerato un vero e proprio atto d’accusa contro la guerra, ma anche verso una certa visione dello strapotere militare.
Guerra eterna è stato in gran parte ispirato alle esperienze personali di Haldeman da giovane arruolato che ha combattuto nella guerra Vietnam, ed è giustamente considerato un classico, che ora ritorna in libreria nella collana Draghi Urania della Mondadori con il titolo The Forever War. La Saga, insieme al romanzo Missione eterna e all’antologia Guerra eterna: ultimo atto, con la cura e l’introduzione di Franco Forte.
Biografia di uno scrittore che visse l’orrore in Vietnam
Joe William Haldeman è nato a Oklahoma City, il 9 giugno 1943. Durante l’infanzia cambiò molte volte casa perché la famiglia si trasferì in molte località, tra le altre l'Alaska, New Orleans, Washington e Porto Rico, ma questo diede l’opportunità al giovane Joe di imparare a orientarsi con l’osservazione delle stelle e a sognare, un giorno, di poter andare su altri pianeti. Quest’attitudine lo portò presto anche a leggere fantascienza: il primo. Di una lunga serie, è stato Rocket Jockey (1952) di Lester del Rey. Ne rimase così affascinato che in quarta elementare cominciò a scriverla e disegnarla sotto forma di fumetti.
Nel 1963 si iscrisse all’Università del Maryland per studiare fisica e astronomia e due anni dopo, all’età di 22 anni, sposò Mary Gay Potter. Laureatosi, cercò un lavoro presso l'osservatorio navale in Argentina, ma nel 1967 la sua vita venne stravolta dalla chiamata alle armi. Nonostante avesse già fatto domanda per i Peace Corps, un programma di servizio civile del governo degli Stati Uniti che invia volontari americani a lavorare con comunità in più di 60 paesi, e il tentativo di ottenere lo status di obiettore di coscienza. Come scrisse in seguito sul suo sito web: “Anch'io avevo fatto domanda per i Peace Corps, dicendo che avrei preferito passare sei anni a scavare fossati in Africa piuttosto che un anno a uccidere persone in Vietnam, ma non mi hanno mai risposto”.
Il suo sogno era di diventare astronauta grazie a un programma della NASA in cui si reclutavano scienziati e per non perdere quest’opportunità scartò la possibilità di trasferirsi in Canada, dove spesso si rifugiavano coloro che venivano chiamati a combattere in Vietnam, e il carcere, come conseguenza del suo rifiuto di andare in guerra. Così, lo scrittore giunse nel paese dell’Asia Sud-orientale il 29 febbraio 1968, con il ruolo di ingegnere da combattimento. Come ha raccontato in seguito, non sentiva di avere molte possibilità di uscire vivo e la sua previsione si avverò quando la sua squadra, addetta alle demolizioni, venne decimata dall’esplosione di un deposito di munizioni. Haldeman fu tra i pochi sopravvissuti e gli fu conferita una delle più importanti onorificenze in guerra, la Purple Heart.
Tornato in patria a seguito delle ferite riportate nell’esplosione, scoprì che il suo modo di scrivere era profondamente cambiato proprio a seguito dell’esperienza in Vietnam. In ogni caso, non pensava a una carriera di scrittore, ma come a un’attività secondaria. Riuscì quasi subito a vendere un paio di racconti che aveva scritto prima della guerra e si preparò a intraprendere il suo lavoro come informatico. Tuttavia, la sua passione per la scrittura lo indussero a frequentare il Milford Writer's Workshop, un corso di scrittura tenuto dallo scrittore di fantascienza Damon Knight, dove collaborò con altri grandi protagonisti della science fiction americana, tra cui Harlan Ellison, Gardner Dozois e Ben Bova. Proprio con quest’ultimo, Haldeman si confidò, davanti a una birra, di star scrivendo un romanzo basato sulla sua esperienza in Vietnam, tenuto conto che durante quel tragico periodo lo scrittore americano aveva scritto alla moglie delle lettere quasi quotidianamente. Bova si offrì di portare il romanzo al suo editore e così, quando Haldeman gli consegnò alcuni capitoli gli fu offerto un contratto per il romanzo. War Year divenne così il suo primo romanzo pubblicato ed era la storia di un ingegnere militare di nome John Farmer che combatté in Vietnam nel 1968.
Intanto, lo scrittore si era trasferito con la moglie in Florida, dove decise di dedicarsi alla scrittura a tempo pieno e cominciò la scrittura di due romanzi: All My Sins Remembered (in italiano verrà pubblicato con il titolo Al servizio del TB II) e The Forever War, entrambi di fantascienza. Il primo romanzo ha per protagonista Otto McGavin, un pacifista che comincia a lavorare per la Confederación, il governo sovraplanetario che mantiene la pace tra centinaia di mondi difendendo la pace e i diritti di umani e alieni. Il lavoro è l’ideale per Otto, ma a un certo punto finisce al servizio del II TB, una misteriosa organizzazione che altro non è che un servizio di spionaggio, che decide arbitrariamente di sottoporre il protagonista a un trattamento ipnotico che lo trasforma in una perfetta macchina per uccidere.
Dopo che le prime parti di All My Sins Remembered sono state pubblicate su riviste, il romanzo uscì nella sua versione definitiva nel 1977 in volume. A questo libro, seguiranno altre storie ambientate nello stesso universo, e cioè il romanzo Scuola di sopravvivenza (There is No Darkness, 1983) e due racconti, Seasons, apparso nell'antologia Alien Stars (1985) a cura di Elizabeth Mitchell e Passages, pubblicato sulla rivista Analog Science Fiction and Fact del marzo 1990.
Nel 1973, Haldeman e la moglie si trasferiscono in Iowa, perché lo scrittore parteciperà all'Iowa Writer's Workshop, un corso che ha tra i suoi docenti autori del calibro di Raymond Carver e Stanley Elkin. Tuttavia, quest’ultimo considerava la fantascienza solo spazzatura e spinse Haldeman a lavorare a un romanzo mainstream, anche questo ispirato alla sua esperienza in Vietnam, che poi diventerà il suo romanzo 1968, che verrà pubblicato solo nel 1994. Ma continua a scrivere fantascienza e, in particolare, il romanzo Ponte mentale (Mindbridge), che verrà pubblicato nel 1976.
La guerra eterna e futura secondo Joe Haldeman
Il successo, tuttavia, era già arrivato con Guerra eterna, pubblicato in volume nel 1974, dopo che alcune parti erano apparse sulla rivista Analog, allora diretta da Ben Bova. Il romanzo, infatti, vinse i premi Hugo, Nebula e Locus. Praticamente i massimi riconoscimenti nel campo della fantascienza.
Il romanzo è composto di quattro parti, in ognuna delle quali assistiamo alla carriera militare di William Mandella, il protagonista, da semplice soldato a maggiore dell’esercito. I terrestri sono in guerra contro i taurani: una guerra nello spazio e nel tempo. Lontano anni-luce da casa, a bordo di un’astronave in viaggio attraverso portali spazio-temporali, per Mandela passano pochi anni, ma sulla Terra invece trascorrono centinaia e centinaia di anni. Il nostro eroe scopre così che tutti quelli che conosceva sono morti e, ogni volta che torna a casa, la Terra, la società e gli stessi uomini sono profondamente cambiati. Non riuscendo ad integrarsi, lui e gli altri reduci tornano nell’esercito a combattere, fino a quando dopo 1200 anni, la guerra con i taurani finisce e Mandela si trasferisce su un pianeta lontano con la sua compagna.
Haldeman riversa in questo romanzo tutta la crudezza della sua esperienza In Vietnam, ma al di là della descrizione aspra e disincantata di cosa sia la guerra, lo scrittore americano ci narra anche di un possibile sviluppo negativo della Terra, fatto di periodi di depressione, di fasi di standardizzazione della società, di un sogno americano che si è infranto secoli addietro. Una sorta di Storia Futura in cui emerge con forza il contrasto tra la descrizione della guerra e quella in cui viene raccontato il ritorno periodo del soldato Mandela e dei reduci sul pianeta natale, un pianeta in cui quest’ultimi non si riconoscono quasi mai e in cui stentano a viverci.
Lo scrittore presenta la storia con una prosa molto simile alla cronaca giornalistica, al reportage di guerra. Ciò rende il soldato Mandela più che un protagonista della guerra una vera e propria vittima: è in balia dei suoi superiori, di un conflitto che a un certo punto nessuno ricorda più come e perché sia iniziato, degli abitanti della Terra del futuro con cui non ha quasi più nulla in comune.
Come scrive Franco Forte nell’introduzione a The Forever War. La saga: “Il successo fu immediato e clamoroso, dimostrando che la metafora fantascientifica della Guerra del Vietnam aveva una capacità di presa sul pubblico di gran lunga superiore a quanto potessero fare gli atti di cronaca o i diari di un protagonista degli avvenimenti, e procurò fama imperitura ad Haldeman e al suo romanzo, per il quale i lettori e lo stesso editore di The Forever War continuarono incessantemente a chiedere un seguito, visto che la storia si prestava molto bene a ulteriori episodi, spin off o prequel.
Ma quella di Joe Haldeman, come detto, era una vera ossessione, più che il semplice desiderio di raccontare una storia, e l’autore si rifiutò ostinatamente di dare alla luce un altro romanzo con protagonista William Mandella (qualcuno sostiene che il nome derivi dall’anagramma parziale del nome completo di Haldeman, ovvero Joe William Haldeman, ma potrebbe essere una semplice coincidenza; di certo su questo lo scrittore non si è mai espresso, né per confermare né per smentire) o comunque ambientato nello stesso scenario di Guerra eterna”.
Intanto, dopo la laurea conseguita nel 1975, Haldeman esplorò l’universo di Star Trek, pubblicando ben due romanzi: Il pianeta del giudizio (Planet of Judgement, 1977), pubblicato in Italia in Urania 759, e Mondo senza fine (World Without End, 1979), pubblicato nel 1988 dalla Garden Editoriale.
Oltre a Star Trek, lo scrittore americano lavorò anche come imagineer per il parco Disney Epcot al fianco di George Lucas e collaborò brevemente con Steven Spielberg alla trasposizione letteraria del film Poltergeist (1982), diretto da Tobe Hooper, ma scritto e prodotto da Steven Spielberg. Tuttavia Haldeman fu licenziato da quest'ultimo progetto dopo aver scritto nelle note di editing che la bozza della sceneggiatura “faceva schifo”.
Nel 1997, pubblica il romanzo Pace eterna (Forever Peace, 1997), che nonostante echeggiasse nel titolo il suo romanzo più noto e ne toccasse comunque alcuni temi, aveva protagonista e ambientazione completamente diversi da Guerra eterna. Tuttavia, il romanzo vince i premi Hugo, Nebula e John Wood Campbell Memorial, convincendo così Haldeman che era venuto il momento di scrivere un seguito di Guerra eterna.
Haldeman scriverà, solo nel 1999, il continuo di quest’opera, dando corpo a Missione eterna (Forever Free) in cui ritorna il soldato Mandela, ma con un’ottica completamente diversa dal romanzo originale. Il rifiuto, a lettori e soprattutto editori, era motivato dal fatto che considerava il romanzo autoconclusivo.
Missione eterna è ambientato vent’anni dopo, dove ritroviamo Mandella e la sua compagna, che ora è diventata sua moglie, Marygay su Dito medio, un pianeta lontano a ai margini della galassia conosciuta. I due ex-soldati hanno anche due figli adolescenti. Dito medio è abitato da ex reduci della guerra e, soprattutto, dagli Uomini, i cloni dei discendenti della Terra, molto poco umani dal punto di vista dell’empatia, dei sentimenti e privi di quella che si chiama anima. La guerra con i Taurani è ovviamente finita e anzi ora ci sono con loro anche scambi culturali e di altra natura.
La vita di Mandella e Marygay, tuttavia, ristagna così come quella dei reduci che a maggioranza decidono di rubare un’astronave e fare avanti e indietro per quarantamila anni luce e tornare dopo varie generazioni, per capire come si è evoluta la razza umana. Con loro partiranno anche un rappresentante degli Uomini e un Taurano, ma molte cose vanno storte fin da subito e i nostri eroi si ritroveranno a dover fronteggiare l’incredibile sparizione di tutti gli Uomini e degli esseri umani sulla Terra, ma anche dei Taurani.
Nel 1983, Haldeman divenne professore associato al Massachusetts Institute of Technology (MIT) e scrisse un adattamento teatrale di The Forever War, che andò in scena a Chicago.
Nel 1994 pubblicò il suo romanzo 1968, anch’esso basato sulle sue esperienze in Vietnam, ma fece molta fatica a trovare un editore disposto a pubblicarlo, visto lo scarso interesse che quella disastrosa guerra per l’America aveva a quel tempo presso il pubblico di lettori.
Tra i suoi romanzi più importanti, ricordiamo almeno A Novel of the Near Future (1981), Worlds Apart (1983) e Worlds Enough and Time (1992) che formano la “trilogia dei Mondi” e romanzi singoli quali Fondazione Stileman (Buying Time, 1989), I protomorfi (Camouflage, 2004), L'astronave immortale (Old Twentieth, 2005) e Cronomacchina accidentale (The Accidental Time Machine, 2007).
Nel 2009 esce l’antologia Guerra eterna: ultimo atto (A Separate War and Other Stories), anch’essa contenuto nel volume della collana Draghi Urania della Mondadori e che contiene alcuni dei suoi migliori racconti, tra cui Giza (Giza, 2003), Quattro romanzi brevi (Four Short Novels, 2003), Dedicato a White Hill (For White Hill, 1995), Disobbedienza civile (Civil Disobedience, 2005), Memento mori (Memento Mori, 2004) e Sindrome del potere (Power Complex, 1972), ma soprattutto contiene il racconto lungo Una guerra personale (A Separate War, 1999), che è il seguito di Guerra eterna e la cui storia inizia proprio laddove quest'ultimo finisce. A Separate War, racconto pubblicato nel 1999, ha per protagonista Marygay, la compagna di vita di William Mandella e narra della sua epica lotta per combattere i crudeli effetti della dilatazione temporale e tentare di riunirsi a William, anche perché la guerra con i Taurani è finita e si rende necessario far conoscere alle truppe lontane che non c’è più motivo di combattere.
Nel 2009, Joe Haldeman è nominato al Damon Knight Memorial Grand Master dalla Science Fiction and Fantasy Writers of America, l’associazione che riunisce gli scrittori americani e nel 2012 è stato inserito anche nella Science Fiction Hall of Fame. Oltre a continuare a pubblicare racconti e romanzi, vinse anche numerosi premi, tra cui (ma non solo!) tre Hugo, un John W. Campbell Memorial Award, tre Nebula e un World Fantasy Award.
Il nome dello scrittore americano, tuttavia, resta e resterà per sempre legato a Guerra eterna, il romanzo grazie al quale la guerra del Vietnam, per molti versi una guerra maledetta per gli americani, trova un degno spazio nella storia della fantascienza.















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