Pensato come romanzo autoconclusivo, Dune metteva tuttavia in campo così tanti concetti non

Frank Herbert
Frank Herbert
adeguatamente spiegati – facendo intravedere, grazie alla feconda abilità di “world-builder” di Herbert, la profondità dello sfondo – da rendere inevitabile tutta una serie di sequel che andranno a costituire un’esalogia di grande successo. A Dune, che in pochi anni vende 12 milioni di copie vincendo il Premio Hugo come miglior romanzo di fantascienza, segue Messia di Dune (1969), in cui Paul Muab’dib, nuovo Imperatore della galassia, deve affrontare le tragiche conseguenze del suo progetto, sfuggitogli di mano: un Jihad che si propaga per l’universo, in nome del Messia, provoca morti a miliardi. Inizia qui una lunga, pensosa riflessione di Frank Herbert sulle conseguenze del potere, il destino dell’umanità e gli inesorabili percorsi della Storia. È alla luce di questa riflessione che è possibile comprende i brillanti seguiti, I figli di Dune (1977) e L’Imperatore-Dio di Dune (1981), dove il ruolo da protagonista è giocato – secoli dopo la morte di Paul Muab’dib – da Leto II, il figlio, divenuto praticamente immortale grazie a una volontaria mutazione. Fulcro dell’intera saga, L’Imperatore-Dio di Dune è forse l’opera più filosofica di Herbert, dove i grandi quesiti – accennati già nei romanzi precedenti – sul ruolo dell’uomo, il progresso storico, la religione e il potere, giungono a un grado molto raffinato di elaborazione teorica.Il protagonista dell’intera saga, il pianeta Dune, subisce a sua volta significativi mutamenti. Il deserto di sabbia solcato dai vermi e ricco di melange viene gradualmente modificato nel corso dei millenni, seguendo il processo di terraformazione ideato dallo scienziato imperiale Kynes già nel primo romanzo. Ne L’Imperatore-Dio di Dune, Arrakis è un mondo florido e il deserto si è ormai ritirato. Ma Leto II pianifica un ritorno del pianeta al suo antico ecosistema: Rakis, così sarà noto il vecchio Arrakis nel successivo Gli eretici di Dune, una volta tornato il deserto e i suoi antichi abitanti vermiformi. Seguendo una sorta di piano millenario, il “Sentiero Dorato”, che Paul Muad’dib prima, e Leto II poi, hanno intravisto grazie alle loro capacità profetiche, l’umanità si è liberata dal giogo dispotico dell’Imperatore-Dio e si è sparsa per la galassia in un fenomeno storico noto come la Dispersione. L’umanità della Dispersione ha seguito linee evolutive nuove, e coloro che tornano nel vecchio centro galattico dalla periferia dove i loro antenati si sono recati nelle generazioni precedenti appaiono mutati. È il caso delle Matres Onorate, temutissime alter-ego del Bene Gesserit, contro le quali la Sorellanza si scontra in un violentissimo conflitto. Nel corso della guerra, lo stesso pianeta Dune viene distrutto, e nel romanzo conclusivo della saga, La rifondazione di Dune, il Bene Gesserit cercherà di realizzare sul proprio pianeta-madre un ecosistema simile a quello di Arrakis, per poter tornare a produrre in modo naturale il melange, la sostanza da cui dipende il destino dell’intera galassia.Dopo sei romanzi, la saga di Dune era tuttavia destinata, nei piani di Herbert, a essere ampliata. Almeno un settimo libro era stato progettato, ma la morte dell’autore nel 1986 lasciò il ciclo incompiuto, per quanto ciascun romanzo sia di per sé autoconclusivo. L’eredità di Frank Herbert è stata raccolta molti anni dopo dal figlio Brian Herbert che, insieme a un editor di grande esperienza nel campo della fantascienza, Kevin J. Anderson (noto soprattutto per i suoi romanzi ambientati nell’universo di Star Wars), ha realizzato negli anni una lunga serie di prequel del ciclo, anticipatori dell’attesissimo Dune 7 sviluppato sulla base degli appunti lasciati dal padre Frank in una cassetta di sicurezza. Il primo passo dei due autori è stato quello di realizzare, prima per loro stessi che per il grande pubblico, una “enciclopedia” dell’universo di Dune, allo scopo di raccapezzarsi in uno scenario di estrema complessità e chiarire meglio gli appunti del padre. Dopodiché, il primo obiettivo è stato quello di realizzare una trilogia-prequel (negli stessi anni in cui George Lucas faceva uscire al cinema, non a caso, la trilogia prequel di Star Wars).