raccontata da Riccardo Valla

Storia della fantascienza

La storia della fantascienza, dall'epoca di Verne e Wells fino all'era del cyberpunk, è affascinante. Riccardo Valla, uno dei maggiori esperti italiani, ce la racconta un po' per volta, in ordine sparso.

Dopo avere esposto nelle precedenti puntate l'attività di Hugo Gernsback, editore della prima rivista specializzata in science fiction (o meglio in scientifiction, come scriveva lui) questo mese ci prendiamo una vacanza in casa nostra, con il primo di una serie di articoli sulla fantascienza italiana. I successivi articoli appariranno a mano a mano che emergeranno i risultati delle ricerche in corso, condotte non solo da me, ma soprattutto da Sergio Pignatone della libreria Little Nemo, autore dei primi significativi cataloghi su questo materiale poco conosciuto, e da Gianfranco de Turris, che per molto tempo è stato quasi il solo a portare avanti questo studio; recentemente si sono uniti alla ricerca anche Pino Cottogni ed Ernesto Vegetti, che avendo tutto quello che è uscito dopo il 1950, necessariamente si sono trovati a estendere il loro interesse al passato. Utili sono state anche le annotazioni di Italo Pileri e di Gianni Montanari, alle cui schede ci permettiamo di attingere. Inoltre, dato che la ricerca è in corso, i lettori di Delos che hanno volumi fantastici di autori italiani possono collaborare inviando una piccola scheda dei volumi in loro possesso.

Innanzitutto, il criterio per considerare un libro come "antenato della fantascienza" è piuttosto largo e certi problemi vengono accantonati. Per esempio: ci sono romanzi di viaggi, scritti di utopia e anche storie iniziatiche come il Polifilo di Francesco Colonna (1499), che contengono spunti fantastici analoghi a quelli della fantascienza, ma sono fantascienza o sono manuali esoterici? Se quelle del Polifilo sono vere tecniche esoteriche, si tratta di un manuale e dunque non rientra nel fantastico, ma se Colonna si è limitato a prendere termini e frasi dell'alchimia e dell'astrologia e a usarle per scrivere una storia, allora è un romanzo fantastico. Versins, nella sua enciclopedia dell'utopia e della fantascienza, cita molte opere che in genere non rientrano nel campo: per esempio il Baldus di Teofilo Folengo, che contiene un viaggio nell'inferno. Questo ricorda l'uso di certi critici americani di inserire nel fantastico anche il poema di Dante, ma il criterio ci sembra valido: elencare le opere che per qualche aspetto "congetturale" possono rientrare nel fantastico e lasciare che siano i lettori, una volta che li abbiano letti, a decidere se rientrano nel campo o se sono solo marginali. Meglio abbondare.

I più antichi di questi precursori rientrano nell'utopia rinascimentale: I mondi di Anton Francesco Doni (1552) e La città felice di Di Cherso (1553), L'isola di Narsida di Matteo Buonamico (1572), La repubblica immaginaria di Ludovico Agostini (1585), La città del sole di Campanella (1602), La republica d'Evandria di Lodovico Zuccolo (1621), La repubblica regia di Fabio Albergati (1627) e La repubblica delle api di Giovanni Bonifacio (1627). Nel secolo seguente la produzione si dirada e perde la sua autonomia risentendo delle ispirazioni francesi o inglesi: Viaggio nel mondo di Cartesio di G. Daniel (1739), il Viaggio di Enrico Wanton nei paesi delle scimmie e dei cinocefali di Zaccaria Seriman (1749), il poemetto Il mondo della luna di Delfico (1767), L'uomo d'un altro mondo di Pietro Chiari (1768), il poemetto Volo per lo spazio di Zappi (1782), l'Jcosameron di Casanova (1788).

Negli anni successivi la produzione lascia gli spunti classici dell'utopia e rinuncia a suggerire nuove forme di società per limitarsi a intrattenere il lettore con le meraviglie di altri mondi: diventa quella che va sotto il nome di "protofantascienza". Se ne ha una grande fioritura poco prima del 1840, quando i giornali dell'epoca sono pieni delle pretese scoperte effettuate dell'astronomo Herschel con il suo nuovo telescopio che gli avrebbe permesso di vedere gli abitanti della luna e le loro città. Riprendendo quanto è stato pubblicato all'estero, compaiono allora molti libretti che descrivono le scoperte di Herschel e soprattutto gli uomini lunari alati, immediatamente seguiti da altri che anche se partono con l'intenzione di mitigare gli eccessi fantasiosi dei precedenti finiscono per risultare altrettanto fantastici. Curiosa, dell'epoca, è anche una serie di stampe dedicata a Pulcinella sulla Luna (raggiunta in pallone) e pubblicata a Napoli. Tra i tanti ricordiamo la Lettera su la ipotesi degli abitanti de' pianeti di padre Francesco Bruni (1836) e il Viaggio nell'Universo di Francesco Viganò (1838).

La moda delle scoperte lunari si esaurisce nel giro di pochi anni e non dà luogo a un seguito; tornerà ad apparire una regolare produzione di opere "congetturali" trent'anni più tardi, anche questa volta seguendo due mode d'Oltralpe, quella lanciata da Verne (le meraviglie del futuro) e quella inaugurata da Chesney con la Battaglia di Dorking (la guerra del futuro). del 1872 l'opuscolo pubblicato anonimo Il racconto di un guardiano di spiaggia, Traduzione libera della "Battaglia di Dorking". Capraia 189..., in cui l'Italia viene invasa per mare dalla Francia e costretta a concessioni territoriali e a pagare una forte indennità di guerra. Del 1874 è Nel 2073! Sogni d'uno stravagante, di Agostino Della Sala Spada e dello stesso anno è il più noto di questi romanzi, La colonia felice di Carlo Dossi, per esso citiamo la scheda scritta da Gianni Montanari per un repertorio americano: "Forte romanzo utopico che in nove anni ebbe quattro diverse edizioni e che fu spesso citato nei discorsi parlamentari contro la pena di morte e per un trattamento più umano dei carcerati. In un prossimo futuro, i dissenzienti politici (e non solo i criminali) vengono esiliati in isole deserte. Un gruppo di quaranta esuli cerca di costruire un nuovo tipo di società ma fallisce perché la vita precedente li ha corrotti a tal punto che ogni rendezione è ormai impossibile. L'inizio utopico giunge a un finale distopico."

Per i lettori di fantascienza è però più importante il romanzo Dalla Terra alle Stelle. Viaggio meraviglioso di due italiani ed un francese di Ulisse Grifoni, apparso nel 1887, "romanzo à la Verne: scoperta di un liquido anti-gravitazione e sua applicazione per un viaggio siderale" (Pignatone). La scheda di Montanari lo descrive così: "Lasciati gli studi letterari per la chimica dopo una sfortunata storia d'amore, il giovane fiorentino Alberto C. per caso crea una vernice che annulla la gravità. Con l'aiuto di un professore universitario costruisce una nave che li porterà entrambi nello spazio e dopo un volo sull'Africa si dirigono su Marte. Ma qui il romanzo termina e il seguito, Nelle Stelle, non apparve. La storia è raccontata in flashback dopo il ritorno del veicolo e il suo naufragio nelle vicinanze del Polo Nord." Il romanzo precorre l'idea della vernice antigravitazionale di Wells, ma appare legato all'esempio di Verne perché l'autore approfitta della narrazione per svolgere molte digressioni di genere divulgativo scientifico.

Altro importante romanzo è L'Anno 3000. Sogno, di Paolo Mantegazza (1897), che vuole essere una risposta alle utopie socialiste come quella di Bellamy, che all'epoca avevano una forte diffusione; riportiamo la scheda di Pignatone: "Romanzo utopico a carattere satirico-pacifista antisocialista. Viaggio di conoscenza di una giovane coppia nel mondo del 3000. Debellata la piaga della guerra, dopo un esperimento, fallito in poche generazioni, di dare ordine socialista alla civiltà, le nazioni si sono costituite in confederazioni. Caduta la vecchia morale, la scienza ha colmato il vuoto perseguendo come obiettivo il benessere umano. Nell'isola degli esperimenti visitiamo quelle ideologie superate e sconfitte dalla storia: Eguaglianza, Turazia (da Turati), Metropoli del Socialismo, Tirannopoli, Logopoli (Stato parlamentare). Gli Stati Uniti del Mondo hanno capitale in Andropoli, ma comuni e regioni si comandano da sé. Dinamopoli, città della scienza, fornisce energia alla società. Romanzo incredibilmente ricco di precognizioni scientifiche, politiche e sociali."

In questo ultimo scorcio del secolo XIX compaiono due fenomeni che influirono notevolmente sulla narrativa: le riviste di avventure e le "dispense": entrambi si protrarranno fino agli anni 30 del secolo successivo. Le dispense erano originariamente un metodo per assicurare maggiore diffusione a opere di pregio come i volumi naturalistici inglesi di inizio Ottocento: invece di pubblicare un volume costoso con cento o duecento stampe a colori, si pubblicavano varie "dispense" trimestrali che poi venivano rilegate a cura dell'acquirente. L'editore non doveva investire troppi soldi, l'acquirente dilazionava la spesa nel corso di un paio d'anni e tutti erano contenti. Con questa formula si pubblicarono nella seconda metà dell'Ottocento non solo i grossi volumi illustrati di Doré, ma anche un gran numero di romanzi popolari d'avventura e di "serie" (Buffalo Bill, Nick Carter, Petrosino ecc.), e questo finì per incidere sulla struttura stessa dei romanzi, portando a una scrittura più avventurosa e articolata in una successione di episodi, ciascuno dei quali inizia e termina nelle 16 o 32 pagine della dispensa. L'editore metteva poi in vendita la raccolta delle dispense, cosicché i volumi dell'epoca si presentano in varie forme: le dispense sciolte, le dispense rilegate dall'acquirente, il volume in brossura con la copertina dell'editore e il volume rilegato dall'editore con copertina "lusso". Uscite tutte le dispense, l'autore vendeva il romanzo a un altro editore, e questo complica ulteriormente la materia.

Insieme alle traduzioni dal francese si pubblicarono anche molti scrittori italiani avventuroso-fantastici e altri apparvero a puntate nelle riviste. Per esempio, La donna eterna di Haggard apparve a puntate sulla "Domenica del Corriere" e in seguito fu pubblicata in un fascicolo dei "Romanzi mensili" editi dalla tipografia del "Corriere della Sera". Vari anni dopo venne inserita da Sonzogno nella collana "Romantica mondiale" e ristampato più volte. Molti romanzi, però, soprattutto di italiani, apparvero solo sulle riviste e li stiamo progressivamente schedando.

Importante è il fatto che nacque così un filone "popolare", distinto da quello dei Della Sala Spada, Grifoni e Dossi; questo filone popolare iniziò rivolgendosi a un pubblico adulto, ma negli anni 20, quando il pubblico cominciò a cercare storie più vicine alla vita quotidiana, finì per rivolgersi al pubblico giovanile; di conseguenza, soprattutto dopo il 1930, si scrisse quasi soltanto fantascienza per ragazzi. (Ma l'etichetta non tragga in inganno: le invenzioni fatascientifiche di questi romanzi - cioè l'aspetto che, insieme alle illustrazioni, li rende oggi interessanti - sono nuove e originali; non sono copiate da altri romanzi "per adulti").

Gli scrittori "popolari" più noti che si accostarono al genere fantastico sono Salgari, Yambo e Motta, seguiti successivamente da Simoni e Pitta; tra coloro che si distinsero scrivendo per i ragazzi spicca soprattutto Bertinetti. L'opera più fantascientifica di Emilio Salgari è Le meraviglie del Duemila (1907), che inizia in modo "salgariano", con un esotico "fiore della resurrezione" - dato per conosciutissimo nell'antichità! - e continua con un ritratto del futuro che contiene molti spunti originali. Anche ora possiamo citare la scheda di Montanari: "Un giovane milionario americano trova nella scoperta di un amico scienziato il modo di sfuggire alla noia. Grazie ai poteri di un'antica pianta chiamata il 'fiore della resurrezione' entrambi vanno per cent'anni in animazione sospesa e vengono risvegliati nel 2003 da un discendente dello scienziato. Vengono loro mostrate le meraviglie del nuovo secolo, che sfrutta nel modo più ampio l'elettricità, con navi elettriche, anticipazioni del radar, una guerra mondiale, isole prigione per i criminali, e libertà dal lavoro grazie alle macchine. Gli uomini hanno la testa più grande della nostra perché il loro cervello è più grande e sono in contatto con i marziani, creature simili a piccole foche; tutt'e due le razze conoscono il volo interplanetario. Ma alla fine del romanzo l'elettricità che permea l'atmosfera della terra risulta fatale per i due viaggiatori del tempo e li fa impazzire."

Slagari scrisse altri romanzi con spunti fantastici, ne parleremo il prossimo mese, e parleremo anche di Yambo, Motta e Simoni.

Tutti i diritti sono riservati. E' vietata la riproduzione in tutto o in parte del testo e delle fotografie senza la previa autorizzazione della direzione di Delos Science Fiction e degli aventi diritto.