di Emiliano Gokuraku Farinella

interviste

Sta diventando un regista cult nel mondo della fantascienza italiana. Con pochi mezzi, molta creatività - e molta informatica - Mariano Equizzi è riuscito a produrre due cortometraggi cyberpunk ad alto impatto visivo. Gokuraku Farinella voleva una visione a 360 gradi del personaggio e lo ha intervistato.

Delos: Iniziamo a parlare con te colpiti dall'aspetto produttivo dei tuoi lavori. Sia AgentZ che il precedente Syrena dimostrano un approccio produttivo indubbiamente innovativo nel panorama italiano. Qual è il ruolo dell'aspetto produttivo nel cinema?

Mariano Equizzi: Abbraccia davvero tutto, per essere sintetici copre i principali perché di un'esistenza professionale: come, dove, quando e soprattutto perché.

Quest'ultimo punto dovrebbe essere messo all'inizio, molto spesso i primi tre trovano risposte solide, ma il perché fare un prodotto audiovisivo rientra all'interno di strategie non solo culturali che per la maggior parte dei casi un regista non vede, ricordo i conflitti che scoppiavano fra corso di produzione, il mio, e il corso di regia.

Delos: Ti ritieni più producer che artista?

Mariano Equizzi: Producer (per attitudine), il mio rapporto con l'arte è di utilizzo e ricerca entrambi necessari quanto la pianificazione.

Delos: La produzione di un film di SF che peculiarità ha?

Mariano Equizzi: La prima che mi viene in testa è che necessita una miriade di collaborazioni, anche piccole, non eccessivamente impegnative per chi le rende, ma che arricchiscono il prodotto sia in termini culturali che visivi.

La fantascienza copre una serie di aspetti che vanno ben oltre la storia narrata e soprattutto dal punto di vista estetico è meglio che non sia una persona sola a decidere su scenografia, fotografia, luci, costumi.

Inoltre ne é stata scritta e ne viene scritta una quantità enorme, è la letteratura che caratterizza il nostro secolo e credo che sia necessario capire che chi accende la cinepresa non è certo l'unico depositario della cultura fantascientifica.

Delos: Che problemi ha avuto il cinema di genere in Italia? Come mai fino a ieri, prima della comparsa dei tuoi lavori, era pressoché inesistente?

Mariano Equizzi: Terrore della post produzione, terrore dello sviluppo, terrore di fare penetrare all'interno del sistema cinematografico personaggi che con questo hanno poco a che vedere.

Questi terrori portavano ad una carenza di originalità che ha ucciso il cinema di genere del nostro paese.

Il plagio, nelle sue forme peggiori, ha caratterizzato la sindrome che ha colpito il nostro cinema di genere e il guaio e che c'è ancora qualcuno che sbandiera con nostalgia quel periodo...

Delos: Puoi darci la tua versione breve della storia del cinema di genere in Italia?

Mariano Equizzi: Era cinema fatto bene, non tutto, ma aveva delle perle che il mondo ci invidiava. Era venduto benissimo in tutto il mondo, poi è successo che:

1. la televisione, cominciarono a trasmettere reti private che tempestavano di film (io sono cresciuto con quelle televisioni);

2. molti cominciavano a fare film brutti credendo che il pubblico fosse idiota;

3. il cinema di genere di oltre oceano stava migliorando la distribuzione ed aumentava la spettacolarità.

Syrena e AgentZ

Delos: Passiamo ai tuoi film. Iniziamo da Syrena. Che storia raccontavi, e che immaginario descrivevi nel tuo primo mediometraggio?

Mariano Equizzi: Cyberpunk, soprattutto il modo di raccontarlo, il montaggio, le luci... era la mia interpretazione delle letture gibsoniane, anche se avevo inserito dei deliri da spionaggio e paranoia del controllo di tipo burroughsiano.

Il personaggio che mi piace di più è COMA, un colonnello Kurtz versione cyber!

Vorrei rifarlo, ma meno da solo.

Delos: Che riscontri ha avuto e che possibilità ci sono per il futuro di questo film?

Mariano Equizzi: Nell'ordine: diffidenza, odio, invidia, curiosità, apprezzamento e sostegno.

Attualmente c'è qualcuno interessato e ho qualche amico al di la della pozzanghera, ma è un po' troppo parlato per poter essere digeribile per un pubblico straniero.

Delos: Il tuo ultimo lavoro è AgentZ. Quali sono i punti di forza e le debolezze di questo cortometraggio?

Mariano Equizzi: Quando ho deciso che mi conveniva passare un'estate di m... e fare un altro corto ho cercato di controbilanciare due tendenze molto forti del mercato del corto....

La prima: deve fare solo ridere.

La seconda: deve fare solo pensare.

Non dico che le abbiamo messe d'accordo, ma ci abbiamo provato.

E' curioso come il distributore su Syrena mi disse: "è interessante, ma è Arabo!"

Invece per AgentZ: "Veramente bello, anche profondo..."

Delos: E' un film straordinariamente ricco visivamente, quali sono i tuoi riferimenti iconografici?

Mariano Equizzi: Arancia Meccanica, 2001 Odissea nello spazio, il dottor Stranamore (per il finale), i fumetti Manga (per l'attacco), la Play Station come colla.

Delos: Quali sono stati i momenti più belli della produzione e della post-produzione?

Mariano Equizzi: Uno solo: Finirla!

La produzione è stata un inferno, contrariamente a Syrena avevo pochissimo tempo, pochissimi soldi e le location erano agibili solo per 5-6 ore.

La post produzione (odio stare di fronte al computer) dovevo finirla in trenta giorni quando per fare tutto quello che c'è ci si dovrebbe mettere almeno 3 mesi!

Delos: Quali particolari ti hanno dato maggiore soddisfazione tecnica, e dove ti sei lasciato andare a tue piccole "perversioni" personali?

Mariano Equizzi: Riusciure a realizzare alcune delle icone visive delle introduzioni dei videogiochi, fondendole però con le linee di velocità del fumetto Manga e con l'infinita eleganza dei titoli di testa degli 007!

Delos: Vuoi farci una carrellata del melange culturale messo in campo con AgentZ?

Mariano Equizzi: La prima parte exploitation anni 70 (film a basso costo violenti), la seconda parte voleva essere quasi un intro per un video game, la terza parte un omaggio a Burroughs-Barbarella-Alice nel paese delle meraviglie, la quarta parte un omaggio al MAGISTER (Valerio Evangelisti) e la quinta parte non vi dico niente......

Delos: Chi sono i personaggi storici che appaiono dalla scena iniziale alla fine?

Mariano Equizzi: AgentZ vuole suggerire che dietro ogni forma di potere vi sia un accordo, un fatto segreto che travalica qualunque immaginazione e che forse affonda nei territori dell'irrazionale, dell'occulto.

In questo senso ho messo dentro le effigi di uomini molto diversi fra loro ma tutti enormemente potenti: Adenuaer (il volto 3d del palazzo dove si svolge la prima parte), Stalin, Roosvelt, Churcill e orrore degli orrori Hitler e la sua corte di mostri umani.

SF e Cinema

Delos: La fantascienza è un genere che si presta bene al cinema? Che vantaggi offre e che problemi pone?

Mariano Equizzi: I vantaggi sono soprattutto in termini di mercato, un prodotto di SF di fatto non muore mai, ha in sé un appeal che prima o poi verrà riscoperto: da nostalgici, dalle cineteche, dal fandom.

Molto più del cinema normale il cinema di SF mostra qualcosa di curioso, di interessante.

E' normale che quando le prime in videoteca sono finite si porta a casa un horror o un SF Movie, magari sconosciuto. L'entertainment è assicurato!

Inoltre a ben vedere L'Horror e la Fantascienza sono stati i primi film ad essere realizzati (Melies - Murnau) lo stesso Eizenstein metteva in scena fatti storici reali con una forza fantastica eccezionale (l' Alexander Nevski su tutti).

Delos: Rovesciamo la domanda: il cinema ben fatto cosa deve offrire agli appassionati di fantascienza per fornire un prodotto di qualità che soddisfi anche gli appassionati lettori di buona narrativa fantascientifica?

Mariano Equizzi: Non credo che potranno andare d'accordo facilmente, ultimamente solo Contact e Gattaca hanno in qualche modo offerto uno spettacolo non solo da vedere ma anche da "pensare".

Ma non si può dire che siano stati due blockbuster.

Lo sforzo necessario per mettere in piedi un'opera di SF è enorme e la garanzia del risultato (commerciale) dovrebbe essere a prova di errore.

Delos: La fantascienza parla di quello che non si è mai visto. Il cinema normalmente si trova a dover narrare per immagini, a far passare emozioni e idee visivamente. Il cinema fantascientifico deve superare una sfida in più: narrare per immagini, dar forma visiva a quello di cui finora si è solo letto. E' una sfida ardua? Come comunicare visivamente quello che non si è mai visto prima?

Mariano Equizzi: Mi piace partire da una corrente artistica, dall'opera di uno scultore o di un artista concettuale d'avanguardia, poi cerco di fondere, di mettere in scena il testo all'interno di quello scenario di quella visione.

Cerco di costruire un 'immagine coordinata non solo al contenuto del testo ma anche ad un insieme di influenze artistiche che tradizionalmente con la SF non hanno, apparentemente, molto in comune.

Mi ritrovo ad andare in giro per i negozi che vendono surplus tecnologico, oppure per i magazzini di officine e fabbriche per non parlare della razzie nei negozi di ferramenta e di materiale elettrico.

Molto dipende dalla storia, ma il processo di realizzazione parte, nel mio caso, sempre dal vedere, dalla volontà di creare una produzione visivamente interessante.

La realizzazione anche di una piccola parte di un mondo futuribile (per es: ExistenZ) non può essere sottoposta solo al "genio" di turno...ma deve essere determinata da conoscenze tecnologiche, scientifiche, sociali che necessariamente albergano in diverse persone e sono materialmente disseminate in posti diversi.

Delos: Tu cosa ti aspetti dalla fantascienza al cinema?

Mariano Equizzi: L'inaspettato.

Dopo ExistenZ abbiamo cercato la macchina per 45 minuti... avevamo dimenticato, in due, dove era stata posteggiata!

Delos: Facciamo un po' di storia. Quali sono state le tappe fondamentali del cinema di fantascienza?

Mariano Equizzi: The day the earth stood still, Il Pianeta Proibito, La guerra dei mondi, 2001,Guerre Stellari, Alien, Tron, ExistenZ (scordo molti involontariamente e per provocazione inserisco Barbarella).

Ed è un'evoluzione molto legata alla tecnologia, spesso militare.

Delos: Qual il legame con la tecnologia militare?

Mariano Equizzi: Profondo e oscuro, immagina che i sistemi di trascinamento della pellicola ad alta velocità sono stati strutturati per riprendere i test di balistica dell'esercito americano.

La prima Truka, un carrozzone ottico con il quale sono stati fatti moltissimi film (Guerre Stellari, 2001, Flash Gordon, Terminator 2), era di proprietà del solito esercito americano.

I sistemi di tracciamento dell'immagine, con cui un elemento viene composto con un area mobile di un'immagine è figlio dei missili guidati che abbiamo visto in azione nel Golfo.

E' evidente che il paese con l'industria militare più avanzata è anche la patria della SF cinematografica!

Delos: La fantascienza cinematografica del passato quanto è differente da quella odierna?

Mariano Equizzi: A parte il sesso e la tecnologia credo che sia cambiato il cinema, ormai viviamo in un mondo che tende quasi al graffitismo: contenuto espresso senza testo.

La fantascienza, genere che più di altri vampirizza la visione per esistere, gode/soffre di questo potentissimo trend.

Delos: Riassumiamo in una sola battuta uno dei tanti luoghi comuni duri a morire: "non ci sono più i bei film di SF di una volta". Quest'affermazione fino a che punto è sensata? Quali sono i punti di contiguità col passato e quali le differenze?

Mariano Equizzi: E' cambiato il cinema, il pubblico, la comunicazione... non si può chiedere alla forma di avanguardia cinematografica per eccellenza di restare ai tempi del "Mostro delle Laguna Nera".

E i realizzatori moderni non possono non fare i conti con il bombardamento che squassa cervelli occhi ed orecchie del pubblico della SF per antonomasia: i 10-25enni.

Credo che la nostalgia debba essere coltivata, ma non deve determinarci in un immobilismo che non aiuta niente se non celebrazioni che sembrano circoli per snocciolare rosari.

La comunicazione al cinema

Delos: Il cinema può avvalersi dello strumento umano di più grande potenza comunicativa: la grafica. Come sta avvenendo quest'interazione?

Mariano Equizzi: Credo benissimo, procediamo verso il momento in cui saranno rimontati i film di Moholy Nagy e del Bauhaus. Presto vi sarà un'industria del cartoon-web fatto con Flash!

Non sono preoccupato del fatto che un realizzatore avrà non solo la sala, ma anche altri luoghi da colonizzare.

Delos: Le nuove tecniche produttive permetteranno sempre una maggiore comunicazione visiva, un overloading informativo per far crescere la comunicazione. Come sta cambiando il cinema e come cambieranno ancor più nel futuro i film sotto questa pressione?

Mariano Equizzi: Ricordo Natural Born Killers di Stone, per allora era un delirio pazzesco, adesso è la media di editing di MTV, penso che si arriverà al punto di frammentare la narrazione, scomponendola in punti di vista differenti poiché nel corso del tempo avremo sempre più un cervello in grado di prendere confidenza con una storia in modo ipertestuale(ipervisuale).

Delos: La grafica per la comunicazione è avanti rispetto al cinema in quanto a capacità comunicativa e esplorazione estetica?

Mariano Equizzi: Lo è di 50 anni e la fruizione di questo tipo di grafica strabocca dalle pagine Web, dai giornali, dalle riviste ma i nostri produttori vivono in altri mondi... avranno la loro convenienza.

Credo anche che il lavoro dei DJ sia anche più avanti, se vedo i nuovi generi musicali che mescolano nostalgia (bossa nova, electro70') a sperimentazione d'avanguardia vedo una pratica sui media distante anni da quella del cinema.

Delos: Qual è il ruolo degli effetti speciali nel cinema? Stanno uccidendo il cinema di qualità o sono un arma in più di cui far uso intelligente?

Mariano Equizzi: Mi piace pensare che se è possibile scrivere un effetto speciale, o è possibile desumerlo dallo scritto, allora ha un fondamento in più per esistere, una legittimazione in più.

Ma potrebbe anche darsi che una superfetazione (il corridoio delle stelle di 2001) funzioni perfettamente!

Il cinema, un lavoro di squadra

Delos: Il cinema è un lavoro di squadra?

Mariano Equizzi: Si, soprattutto dopo che lo si è finito, sempre che non si voglia cambiar mestiere...

Delos: Chi ha lavorato con te ai tuoi film? Come sono andate le collaborazioni?

Mariano Equizzi: Per Syrena, il tipico prodotto da garage, erano amici per lo più.

Per AgentZ, soprattutto in sviluppo e post produzione ho cercato di rompere la pericolosa solitudine produttiva con consulenze più professionali.

Delos: Valerio Evangelisti come è entrato nel tuo progetto?

Mariano Equizzi: Valerio ha visionato il montaggio e quando abbiamo risolto i problemi narrativi del finale, l'ho chiamato per chiedergli se voleva partecipare con un cameo: il ruolo di uno scrittore "speciale" e ha simpaticamente accettato.

Riscontri

Delos: Che riscontri ha avuto il tuo lavoro in Italia e all'estero?

Mariano Equizzi: In Italia più che buoni anche se puntualmente i festival non mi accettano perché Syrena é di genere... e i festival di genere non mi accettano perché non è spazzatura! Ma non mi posso lamentare, malgrado qualche imbecille ho incontrato persone molto ben disposte ed operativamente valide.

All'estero sto cominciando a costruire i contati solo ora, con Spagna e America, ma capisco che su Syrena ci sono problemi di lingua difficilmente aggirabili.

Delos: Il Palazzo del Cinema di Kataweb ha mostrato molto interesse per i tuoi lavori. Come vanno le cose?

Mariano Equizzi: Sarà in programmazione Syrena a puntate (7) nelle prossime settimane.

Delos: Che percorso hanno seguito i tuoi film nel festival cinematografici? Come sono stati accolti?

Mariano Equizzi: Premetto che i festival professionali in Italia sono pochini ed hanno delle politiche non proprio favorevoli alla SF.

Diciamo meglio: ti boicottano alla grande, d'altronde la SF è il genere che agli occhi di chi controlla la politica del cinema in Italia, nonché la formazione, è pura merda USA da mettere in embargo.

Premesso questo, l'appuntamento più qualificante in Italia è il Fantafestival di Roma che ha una rassegna ben strutturata di video indipendenti, ma il pubblico di questa manifestazione ama molto lo Splatter-Horror Troma Style.

Syrena non c'entrava molto all'interno della programmazione ma il risultato è andato oltre le mie aspettative: sala piena fino alla fine.

A seguire c'è una manifestazione Romana che si svolge al Forte Prenestino in Giugno, L'Overdose Fiction Festival, mooolto alternativo e molto arrabbiato, lì é andata meglio (circa 300 persone).

Nello stesso mese, l'anno scorso, c'è stata una rassegna a Milano: La Carne e il Metallo, organizzata anche dalla ShaKe, alla quale Syrena è stata invitata con un ottimo successo di pubblico (Gomma mi ha detto che c'era anche gente in piedi).

Conclusione

Delos: Stai platealmente dimostrando che in Italia è possibile produrre SF cinematografica a alti livelli.

Prima un mediometraggio come Syrena, adesso AgentZ - un corto tecnicamente densissimo. Prodotti estremamente transculturali che si appoggiano a icone universali che ne fanno opere slegate da ogni identità nazionale. Prodotti di notevole impegno lavorativo con alle spalle una fitta rete di contatti.

Tutto ciò a Palermo. Si deve restare a bocca aperta?

Mariano Equizzi: Credo che si debba restare a bocca aperta quando in un paese non vi sia pluralismo di produzioni, quando si formano solo "autori" di masturbazioni mentali personali, quando il sistema di comunicazione lamenta una colonizzazione del cinema e della comunicazione da parte degli stranieri ma di nulla si accorge se non quando arriva la solita raccomandazione proveniente da segreterie e/o palazzi.

La responsabilità degli operatori mediali (parlo dei giornalisti) è grave quanto le loro grida d'allarme sulla morte del cinema, e sono proprio loro, che decidendo degli spazi di apparizione di questo o di quello e stabiliscono che al sud ci devono essere i semi cloni della trimurti Ciprì-Maresco-Torre ovvero i Viscontiani alla Tornatore e tutto questo è fatto a danno del mercato che dirige le proprie scelte altrove.

Si lamentassero di meno e coltivassero un po' più di curiosità e soprattutto lasciassero ad altri il clientelarismo.

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