Non capita troppo spesso, ma ogni tanto un creatore di effetti speciali avverte la necessità di far fare un salto di qualità alla propria carriera e decide di passare dietro alla macchina da presa, come regista. Nel 1971, ad esempio, è successo a Douglas Trumbull che dopo aver lavorato agli effetti speciali di 2001: Odissea nello spazio (1968) con Stanley Kubrick, girò 2002: la seconda odissea, prodotto dalla Universal con un budget di solo un milione di dollari.

Ora, un'occasione simile è capitata a Christian Rivers, artista dei storyboard dei film di Peter Jackson e suo compagno di squadra degli effetti speciali, che dopo aver vinto un l'Oscar per i miglior effetti speciali, grazie al suo lavoro in King Kong nel 2006, è passato dietro alla macchina da presa per dirigere Macchine mortali, la pellicola tratta dall'omonimo romanzo fantasy-steampunk di Philip Reeve (Mondadori), con protagonisti gli attori Hugo Weaving, Hera Hilmar, Robert Sheehan, Jihae, Ronan Raftery, Leila George, Patrick Malahide e Stephen Lang.

La trama della pellicola racconto di come, centinaia di anni dopo che la nostra civiltà è stata distrutta da un cataclisma, l’umanità si è adattata e sulla terra si è diffuso un nuovo stile di vita. Gigantesche città mobili (‘trazioniste’) vagano adesso per la Terra, predando spietatamente le città meno mobili. Tom Natsworthy (Robert Sheehan), che proviene da un basso livello della grande città trazionista di Londra, si ritrova a lottare per la propria sopravvivenza dopo aver incontrato il pericoloso fuggitivo Hester Shaw (Hera Hilmar). I due opposti, i cui percorsi non avrebbero mai dovuto incrociarsi, danno vita ad un’improbabile alleanza destinata a cambiare il corso del futuro.

Alla sceneggiatura ci sono Fran Walsh, Peter Jackson e e Philippa Boyens (autori anche delle trilogie di Lo Hobbit e de Il signore degli anelli), con questi ultimi due anche nelle vesti di produttori.

L'ombra di Peter Jackson incombe, dunque su questo film e il regista ne è consapevole, come ha dichiarato nel corso di un'intervista a Collider.com:

Il mio ruolo è sempre stato al servizio della sua visione, ha detto Rivers. Voglio dire, questo è quello che ho fatto. I film sono gerarchici e il regista è essenzialmente il dittatore creativo. Quindi, il mio compito è stato sempre quello di aiutare Peter a raggiungere la sua visione. E ora, accade esattamente il contrario.

Mortal Engines, basato sul libro di Philip Reeves, immagina un post-post-apocalisse di sorta. È un mondo desolato in cui alcune delle principali città sono state date le ruote e trasformate in città mobili di trazione.

È questo lo sfondo anche del romanzo, dove il conflitto nucleare noto come la Guerra dei Sessanta Minuti ha quasi annientato la razza umana e ridotto la Terra a una landa inospitale, squassata da spaventosi sconvolgimenti geologici. Per sottrarsi a terremoti ed eruzioni vulcaniche, i superstiti si sono rifugiati all’interno di città trasformate in mostruosi veicoli che si aggirano a caccia di altri centri urbani da stritolare tra le proprie mascelle d’acciaio per depredarne le ricchezze. È il principio del “darwinismo urbano”, in virtù del quale possono sopravvivere solo le città più forti e spietate. Come Londra, la principale delle metropoli “trazioniste” nell’apocalittico futuro descritto da Philip Reeve: una montagna di metallo in movimento alta sette piani, con le élite al sicuro nelle loro candide ville ai livelli superiori e i meno abbienti costretti a vivere negli strati sottostanti, costantemente avvolti dai fumi di scarico della sala macchine. Quattro corporazioni reggono le sorti della città: gli Ingegneri, responsabili del funzionamento dei macchinari; i Navigatori, cui è affidato il compito di mantenere la rotta; i Mercanti, che si occupano della gestione economica; gli Storici, dediti alla conservazione dei reperti tecnologici antecedenti alla Guerra dei Sessanta Minuti. A quest’ultima corporazione appartiene, sebbene con l’umile rango di Apprendista Storico di Terza Classe, l’orfano quindicenne Tom Natsworthy. Dopo avere sventato un piano omicida ai danni di Thaddeus Valentine, Maestro della Corporazione degli Storici, Tom si ritrova inaspettatamente scaraventato fuori bordo insieme all’attentatrice, una ragazza dal volto sfigurato che risponde al nome di Hester Shaw. Ritrovatisi tra le insidie del Territorio Esterno, i due cercano di tornare a Londra, ignari che sulle loro tracce si è messo un Predatore Meccanico, un micidiale sicario cui di umano è rimasto poco o nulla.

Ma cosa ha attratto il regista Rivers ad occuparsi della regia?

Beh, quello che mi ha attratto del progetto – ha detto – è che Peter mi ha chiesto se volevo farlo. Immagino che sia la risposta breve. Voglio dire, ovviamente, ho lavorato a stretto contatto con Peter da quando avevo 18 anni. Ero uno storyboard artist con diverse capacità, e ho laorato come regista della seconda unità su The Hobbit dopo la partenza di Andy Serkis. E voglio dire, non è stato un segreto per Peter o per qualcun altro con cui ho lavorato che volevo dirigere e sono riuscito a imparare, a perfezionare un sacco di altre abilità lungo il mio percorso professionale. E sì, mi ci sono voluti circa tre secondi per dire di sì.

Sul tipo di film che il pubblico deve aspettarsi, Rivers ha le idee chiare:

Non volevamo che fosse una distopia post-apocalittica. Quindi, non volevamo che fosse Mad Max. Per quanto io amo quei film. E non volevo che fosse Hunger Games, una distopia pura.

Ci siamo chiesti cosa sarebbe accaduto a Londra se ci fosse stata un qualche tipo di guerra nucleare o una nuova arma che ha devastato il nostro pianeta? E cosa resterebbe? E la risposta è stata statue di bronzo e rovine. Certo, è una società futuristica ed è finzione, ma è il nostro mondo, non è una realtà alternativa. Considerato anche il suo aspetto fantastico, ci sono riferimenti al nostro passato. Quello è il contesto, ma il film dimostra che ripetiamo sempre gli stessi errori e in qualche modo, a volte, ci vogliono le persone che provengono da ambienti diversi per produrre un cambiamento in meglio.

Il film si annuncia come un successo e vedremo a che punto saranno gli incassi dopo le vacanze di Natale, ma pare che gli attori abbiamo già firmato per una seconda pellicola, mentre Rivers ha detto che gli piacerebbe tornare a girare una nuova storia in quest'universo.