Parallelamente a questo si compiva anche un confronto critico analogo, ma dai toni

Il Tardis, la temponave del Doctor Who
Il Tardis, la temponave del Doctor Who
leggermente più aspri, che toccava il suo culmine in un’asserzione di Charles Stross che ha destato scalpore e anche imbarazzo: il fenomeno attuale della fantascienza scozzese arrivava infatti ad affermare che la New Wave era stata la causa di tutto quanto di sbagliato per trent’anni c’era stato nella fantascienza britannica. La dichiarazione, che di sicuro rispecchia l’esuberante carattere del premio Hugo, a ben guardare risulta però anche meno polemica di quanto potrebbe sembrare a una valutazione superficiale, potendosi sostenere senza tema di smentite che per trent’anni o quasi, di fatto, non è esistita una fantascienza britannica al di fuori della New Wave. Basta fare appello alla nota legge di Sturgeon sulle proporzioni della spazzatura per dimostrare che le parole di Stross sono in realtà molto più innocue di quanto si potrebbe credere, anche se sono andate a stuzzicare un nervo scoperto. La polemica che ne è nata, comunque, è stata tutt’altro che sterile e fine a se stessa, ma sembrerebbe anzi volta ad affermare un principio di autodeterminazione che probabilmente vibra nelle corde politiche della sezione scozzese della World Science Fiction Society.

La Singolarità vista come una rottura con il passato: Banks, MacLeod e McDonald

Iain M. Banks, capofila della nuova fantascienza scozzese, è anche un intellettuale molto impegnato in campagne civili e politiche. La sua creazione più nota è l'universo letterario della Cultura, che fonde in un'invenzione ardita e complessa la meraviglia della space opera migliore con le intuizioni del cyberpunk.
Iain M. Banks, capofila della nuova fantascienza scozzese, è anche un intellettuale molto impegnato in campagne civili e politiche. La sua creazione più nota è l'universo letterario della Cultura, che fonde in un'invenzione ardita e complessa la meraviglia della space opera migliore con le intuizioni del cyberpunk.
Ma vediamo in che modo si è articolata questa rottura con la tradizione. Quanto a celebrità, il capostipite della nuovissima ondata britannica è senza ombra di dubbio Iain M. Banks. Scozzese, sostenitore della causa indipendentista e del Partito Socialista Scozzese, come l’amico MacLeod anche Banks dimostra nelle sue opere una profonda conoscenza dell’evoluzione storica della sinistra, e con i suoi romanzi del ciclo della Cultura si spinge a sostenere l’attuabilità di un sistema anarchico e adhocratico all’interno di una economia dell’abbondanza, quale potrebbe essere quella promessa dagli sviluppi futuri di campi di ricerca come le nanotecnologie, l’intelligenza artificiale, l’ingegneria della vita e l’esplorazione spaziale. Il suo impegno lo ha portato a prendere parte attiva tra i politici e gli intellettuali che nel 2004 arrivarono a chiedere a gran voce l’impeachment di Tony Blair, a seguito della scoperta dei dossier truccati sulle armi di distruzione di massa di Saddam Hussein grazie ai quali il primo ministro aveva ottenuto nel 2003 i voti necessari per l’invasione dell’Iraq. In segno di protesta Banks fece a pezzi il suo passaporto e lo imbucò nella cassetta delle lettere del numero 10 di Downing Street. Attivo sia come autore mainstream, anche se piuttosto borderline con romanzi dalle marcate sfumature surreali, orrorifiche o fantastiche come Corpo a corpo (The Bridge, 1986) e Canto di pietra (A Song of Stone,1997), sia sul fronte della fantascienza con personalissime incursione nella space opera come L’arma finale (Against a Dark Background, 1993) o il recente The Algebraist (2004) ancora inedito in Italia, è tuttavia con il ciclo della Cultura che ha disegnato il suo più ambizioso e riuscito affresco del futuro. Negli anni del cyberpunk Banks inventa un rutilante scenario galattico in cui una civiltà multirazziale ha raggiunto il controllo totale sulla materia e sulla vita e instaurato una società anarchica accusata di immoralità e qualunquismo dai più fieri e resistenti oppositori delle ultime specie non ancora integrate. La Cultura è inizialmente una civiltà aliena, che poi viene in contatto con la specie umana: gli eventi che preludono all’integrazione dell’umanità sono al centro della novella Lo stato dell’arte (The State of the Art, 1989), inclusa nella raccolta omonima che comprende altre due storie della Cultura e un certo numero di altri lavori di più difficile collocazione. Il ciclo della Cultura si compone in tutto di 6 romanzi, oltre ai racconti citati: Pensa a Fleba (Consider Phlebas, 1987), L’impero di Azad (The Player of Games, 1988), La guerra di Zakalwe (Use of Weapons, 1990), L’altro universo (Excession, 1996), Inversioni (Inversions, 1998), Volgi lo sguardo al vento (Look to Windward, 2000). Il punto di vista rappresenta uno dei punti di forza maggiori delle complesse architetture narrative costruite da Banks: la prospettiva, infatti, non è mai scontata, e viene scelta in genere per fornire sempre nuovi dettagli rivelatori sulle abitudini e i costumi della Cultura. Un esempio emblematico è proprio Pensa a Fleba, che cita nel titolo un verso de La terra desolata del poeta T.S. Eliot e mette in scena un conflitto di civiltà che precorre i tempi con un’efficacia sorprendente. Qui, all’espansione del trionfo edonistico della Cultura si oppone la civiltà aliena degli Idirani, un regime dedito a un culto religioso che sconfina nel fondamentalismo. Bora Horza Gobuchul, il protagonista, è un “metamorfo”, uno degli ultimi rappresentati di una razza pianificata geneticamente in laboratorio per imitare le caratteristiche delle specie umanoidi. Bora Horza si guadagna da vivere come mercenario e ha un conto in sospeso con la Cultura, per cui non esita ad accettare un rischiosissimo incarico al servizio degli Idirani.
La sua missione è recuperare un sofisticato artefatto tecnologico della Cultura: la Mente di un vascello da guerra abbattuto dagli Idirani, ovvero l’intelligenza artificiale della nave che con un’ardita manovra di evasione ha cercato riparo sul pianeta proibito di Schar. La ricerca di Bora Horza sarà lunga e difficile e lo porterà a esplorare una vasta varietà di ambienti della galassia, stringendo e plasmando alleanze effimere, trovandosi a fare i conti – lui che è un alieno in grado di modificare la propria fisionomia a piacimento – con i voltafaccia della politica e i giochi di potere che regolano le stesse dinamiche relazionali di ogni contesto sociale. Banks ha attualmente un romanzo in uscita imminente per il mercato britannico: The Steep Approach to Garbatale, un’opera non di genere. Ma dopo l’uscita di The Algebraist dichiarò il suo intento di riprendere il discorso sulla Cultura. È plausibile che il prossimo titolo del ciclo vedrà la luce non prima del 2008.