Accelerando oltre la Singolarità: Charles Stross

Inglese trapiantato in Scozia, Charles Stross è il fenomeno della nuova fantascienza britannica. Personalità esuberante (alla 63esima Worldcon, la Interaction di Glasgow 2005, si recò vestito di kilt a ritirare il premio Hugo per The Concrete Jungle (pubblicato dalla Delos Books con il titolo di Giungla di cemento nella collana Odissea), vincitore nella categoria miglior romanzo breve), provocatoria (si diceva delle sue dichiarazioni sulla New Wave), da alcuni anni ha letteralmente invaso le librerie britanniche.

Idealmente Stross è l’erede della tradizione cyberpunk di William Gibson e Bruce Sterling (da lui riconosciuti, specie quest’ultimo, come maestri), rinnovatasi attraverso i lavori di Neal Stephenson e soprattutto di Vernor Vinge. In effetti forse Stross è l’autore che a oggi ha affrontato con maggior vigore e insistenza la tematica vingeana della Singolarità Tecnologica, analizzandone l’impatto da un punto di vista prima di tutto economico e sociale.

Il suo primo racconto fu pubblicato da Interzone nel 1987, ma prima che approdasse al romanzo dovettero passare oltre quindici anni. In quel periodo Stross si dedicò ad altro, lavorando prima nell’industria farmaceutica e poi come sviluppatore software, fino a quando riuscì a dare alle stampe Singularity Sky, nel 2003, che si guadagnò subito una segnalazione ai premi Hugo. La Singolarità del titolo fa riferimento alla più volte citata Singolarità Tecnologica, quella sorta di orizzonte degli eventi che pone un limite alle capacità di predizione sugli sviluppi del progresso tecnologico dell’umanità e coincidente grosso modo con l’avvento delle prime intelligenze artificiali (o comunque delle prime interfacce neurali, in grado di espandere lo spettro delle facoltà intrinseche del sistema nervoso umano). Questa ipotetica rivoluzione innescherà un’accelerazione tale nel progresso scientifico e tecnologico da sconvolgere, plausibilmente, gli schemi delle nostre consuetudini umane, i nostri processi cognitivi, addirittura la nostra stessa condizione di esseri pensanti. Nell’evento concorreranno molti altri settori (dalle applicazioni nel campo della nanotecnologia alla ricerca genetica), ma quel che è chiaro è che dopo niente sarà più uguale a prima: gli esseri umani stessi avranno alla loro portata una nuova dimensione fatta di prospettive e possibilità tuttora inimmaginabili che consentiranno, o forse richiederanno, il passaggio a una condizione postumana.

Il protagonista di Singularity Sky è proprio un esponente imperscrutabile di una immaginaria civiltà postumana: il suo nome, Eschaton, allude alla fine ultima di tutte le cose, concetto di base nell’escatologia, quella dottrina filosofica che indaga appunto i destini dell’uomo e dell’universo. Eschaton è una creatura tanto potente quanto imprevedibile, una sorta di demiurgo generalmente pacifico che tuttavia non esita davanti a decisioni anche piuttosto radicali come, per esempio, la dispersione dell’umanità nel cosmo. Quel che sembra certo è che il suo obiettivo resta garantire la propria nascita: a quanto si deduce dagli enigmatici messaggi da lui disseminati a beneficio dell’uomo in giro per il cosmo, niente è scritto, neppure la storia acquisita al tempo presente. Eschaton torna anche in Iron Sunrise, romanzo del 2005 che si svolge come il precedente nell’immediato dopo-Singolarità.

Autore prolifico come pochi altri, in cinque anni Stross è riuscito a dare alle

stampe ben dieci libri. Tre di questi (e un quarto è in arrivo) appartengono alla serie fantasy detta dei Principi Mercanti. The Atrocity Archives, del 2004, mette invece insieme due romanzi brevi che mescolano orrori lovecraftiani e trame spionistiche: si tratta della novella omonima e del citato Giungla di cemento che è valso all’autore il primo premio Hugo della carriera dopo numerose nomination.

Il 2005 è stato l’anno della consacrazione per Stross, ma più dei riconoscimenti ufficiali è contata l’accoglienza riservata da critica e pubblico ad Il libro, scaricabile gratuitamente dalla rete grazie a una licenza di tipo creative commons (www.accelerando.org), è stato finalista lo scorso anno a praticamente tutti i principali premi del settore (Hugo, BSFA, Arthur C. Clarke) e ha vinto il Locus Award assegnato dai lettori dell’omonima rivista. I nove capitoli che lo compongono nascono come altrettanti racconti e novelle, tutti pubblicati sulla Asimov’s Science Fiction. Attraverso gli occhi dei suoi protagonisti, che coprono tre generazioni di una famiglia del XXI secolo direttamente alle prese con la Singolarità, Stross indaga gli effetti prodotti sulla civiltà prima dalle nanotecnologie e dall’amplificazione delle facoltà neurali, e poi dalla messa a punto di procedure per l’estensione delle vita. L’evoluzione dell’umanità si consuma con la fuga dei protagonisti da una Terra ormai condannata al collasso sociale: la meta è una nana bruna dove l’incontro con la delegazione commerciale di una civiltà aliena, evolutasi tecnologicamente da una sorta di aragoste senzienti, aprirà nuove vie al futuro.

Un racconto di Stross approdato in Italia è Halo (pubblicato come Aureola sul Millemondi Estate di Urania, Lo Scudo di Marte, antologia del meglio della fantascienza del 2003, a cura di David G. Harwell) è stato integrato come quarto capitolo di Accelerando, ma come i restanti otto offre una storia autoconclusiva. In questo racconto, che speriamo essere solo un assaggio di future portate editoriali, abbiamo una giovanissima protagonista alle prese con gli effetti dei suoi impianti di espansione neurale e a contatto con un mondo sempre più alieno. A metà tra inno della libertà ed elogio della fuga, la scrittura di Stross procede accumulando dettagli che rendono il panorama sempre più nitido, una cartografia in scala reale del nostro futuro dopo la Singolarità.