Ciao Franco, circa 40 anni fa (39, dai) lavoravamo insieme alla nostra fanzine La Spada Spezzata. Adesso tu curi Urania e fai mille altre cose (e altrettante ne faccio io…): l’avresti mai detto? Cosa diresti al te stesso di allora?

Be’, certo, ogni tanto ci penso, e oltre al sapore di una bella amicizia che dura da così tanti anni, e che ci ha visto accomunati in mille avventure (fantascientifiche e non), credo che questa esperienza sul campo nel mondo delle fanzine prima, delle riviste su carta e digitali dopo, e nei libri sotto sigle editoriali diverse negli ultimi quindici anni, ci abbia insegnato molto. È questo che intendo per “gavetta”, quel percorso che ti fa provare tutti gli aspetti del lavoro editoriale e ti fa salire la china un passo alla volta, anziché paracadutarti subito in cima da un elicottero. Il problema è che per tanti giovani d’oggi la gavetta risulta una parola strana, desueta, troppo “faticosa” da comprendere. Al successo o ci si arriva subito o niente. E invece non sanno che cosa si perdono: l’adrenalina della conquista giorno dopo giorno, il gusto della passione che si trasforma in ossessione, le delusioni e le sconfitte che insegnano a superare gli ostacoli e a non mollare mai. Insomma, una vera e propria scuola di vita, non solo per apprendere un mestiere, e noi ci siamo passati anima e corpo. Il fatto che siamo arrivati tanto in alto dimostra che a qualcosa tutta questa gavetta è servita.

Silvio Sosio, Franco Forte, Luigi Pachì e Gianfranco Viviani, Salone del Libro 2006
Silvio Sosio, Franco Forte, Luigi Pachì e Gianfranco Viviani, Salone del Libro 2006
La domanda che forse interessa di più il lettore è “che novità sono in arrivo nelle varie collane di fantascienza Mondadori”, ma non facciamola tutta assieme se no poi non legge il resto dell’intervista… Cominciamo a parlare di quella che vede la novità dell’ultima ora, i Draghi Urania con l’antologia completa di Clarke. Arthur C., non Emilia, visto che anche lei coi draghi ha qualcosa a che fare. E già che ci siamo, spiegaci: i Draghi Urania andranno solo in libreria o anche in edicola?

Hai ragione, andiamo per gradi. Partiamo dal buon, vecchio Arthur C. Clarke, lo scrittore di fantascienza più famoso e celebrato al mondo, dopo Asimov (ma a sentire lui era l’esatto contrario…). Per l’esordio di questa nuova collana da libreria, nell’ambito degli Oscar Draghi di Mondadori, avevo bisogno di un nume tutelare, e Clarke lo è senz’altro. Per di più, è uno degli autori nati e cresciuti su Urania, fin dal suo esordio (come dimenticare che proprio con il romanzo Le sabbie di Marte Urania prese vita nel lontano 1952, quando ancora si chiamava I romanzi di Urania?), e dunque mi è parso sensato raccogliere tutti i suoi racconti (almeno quelli che è possibile pubblicare, visto che ce ne sono alcuni blindati dalle major cinematografiche che non possono essere proposti al pubblico in alcun modo) in un volume prezioso per gli appassionati, e che a mio avviso potrebbe invogliare molti lettori che lo conoscono poco (o non lo conoscono affatto) ad avvicinarsi a questo maestro della science fiction. Racconti di Clarke è dunque un volume celebrativo, ma anche la prima pietra di quella che in Mondadori consideriamo una sorta di collana nella collana, ovvero i Draghi Urania, che vede affiancati lo storico marchio della più longeva collezione di libri di fantascienza del nostro Paese con uno dei concept editoriali più innovativi e di successo degli ultimi anni. Gli Oscar Draghi, infatti, sono riusciti a ridisegnare il concetto di libro “cool” e di grande fascino, proponendo ai lettori volumi di grande formato a prezzi tutto sommato contenuti (almeno nel rapporto costo per pagina), che spaziano dal fantasy all’horror, dalla distopia alla narrativa d’avanguardia. E adesso anche alla fantascienza, con questa sottocollana che porta in libreria il brand di Urania. Per quest’anno i volumi dei Draghi Urania saranno quattro, poi… vedremo se mantenere questo numero di uscite o incrementarlo, a seconda di come reagirà il pubblico.

Ovviamente, la collana è destinata solo alle librerie. Le edicole restano presidiate da Urania e dalle sue sorelle (Collezione, Millemondi e Jumbo).

Franco Forte presenta i Racconti di Arthur Clarke
Franco Forte presenta i Racconti di Arthur Clarke
Vanno piuttosto bene queste collane dragonesche, mi pare. Si parla tanto di prezzo eccessivo dei libri, ma poi hanno più successo volumoni da 28 euro l’uno di quelli da 4,50. Come mai, secondo te?

Per molti il libro è diventato un vero e proprio “oggetto”, che si acquista non solo per il contenuto, ma anche per come è confezionato. E dunque il publishing per le copertine, certo, ma senza dimenticare la cura per il “contenitore”. E più un libro è grosso, più puoi renderlo appariscente, “scenico”, bello da guardare e da tenere in mano, e dunque anche da regalare. Poco importa che poi, alla fine, risulti piuttosto scomodo da leggere. Alcuni esempi di quello che dico? Uno dei progetti di maggior successo che stiamo sperimentando è la riproposizione, negli Oscar Draghi, dei racconti di Lovecraft. Ma non solo: abbiamo realizzato un vero e proprio cofanetto che contiene, oltre al Drago di Lovecraft, anche una maglietta con stampata sopra la copertina del libro e… va letteralmente a ruba! Si tratta insomma di edizioni che consentono una grande cura nei particolari: non solo le copertine, ma anche i risvolti, seconde e terze con mappe e disegni, bordi colorati in tinta con le sfumature di copertina, illustrazioni interne, l’uso a volte della doppia colonna per il testo e via dicendo. E poi, alla fine, è vero che 25 o 28 euro non sono poche, ma parliamo di volumi da più di 1000/1500 pagine!

I prossimi Draghi saranno Herbert, Ellison, Banks: tutti autori di altissimo livello. 

Esatto. L’idea dei Draghi Urania è proprio questa: offrire al pubblico più vasto, più generico, che frequenta le librerie (non quello super specializzato che acquista Urania in edicola), una panoramica dei grandi maestri della science fiction, con autori classici ma anche contemporanei, senza dimenticare quelle figure di rilievo che si sono imposte all’attenzione per la grande capacità di affabulare i lettori (e Harlan Ellison ne è un vero e proprio araldo). Ma lasciami spiegare più nel dettaglio come sono composti questi prossimi Draghi Urania. A Racconti di Clarke seguirà Esperimenti e catastrofi di Frank Herbert, l’autore conosciuto soprattutto per la saga di Dune, ma che a mio avviso ha scritto altri romanzi straordinari che meritano una riproposizione al pubblico. In Esperimenti e catastrofi ce ne saranno tre, tutti di assoluto valore, come Il morbo bianco (quanto mai attuale, visto quello che sta succedendo in Cina!), L’alveare di Hellstrom ed Esperimento Dosadi.

Nella seconda metà del 2020 arriveranno invece gli altri due Draghi Urania dell’anno, ovvero il volume provvisoriamente intitolato Visioni, che comprende poco più di sessanta fra racconti e romanzi brevi di Harlan Ellison: tutte le sue storie visionarie ed eclettiche che hanno appassionato almeno due generazioni di lettori, e che abbiamo recuperato con nuove traduzioni e reintegrando le parti mancanti nelle vecchie edizioni uscite nel nostro Paese.

L’ultimo sarà dedicato a Iain M. Banks, autore di culto che ci viene richiesto insistentemente dai lettori, e che abbiamo deciso di recuperare negli Oscar Draghi in omaggio alla mole dei suoi romanzi. Cercheremo infatti di pubblicare tutta la serie delle Cultura, a partire da questa “Prima Trilogia” che conterrà i romanzi Pensa a Fleba, L’impero di Azad e La guerra di Zakalwe.

Harlan Ellison
Harlan Ellison
Momento di intrattenimento. Sai che una delle squadre di basket di Milano si chiama Urania?

Come no, la seguo sempre! Con gli alti e bassi sia in Italia (soprattutto batoste, quest’anno, almeno per il momento) sia in Europa (dove le cose vanno forse un pochino meglio). Peccato solo che non sia Urania di Mondadori a sponsorizzarla…

Urania Milano di Basket, i "Wildcats"
Urania Milano di Basket, i "Wildcats"
Sono passate abbastanza domande, posso chiederti cosa ci puoi anticipare su Urania Collezione e Millemondi. Su Millemondi poi c’è una domanda particolare che devo aggiungere.

Be’, quello che posso anticipare, più che i nomi degli autori che stiamo cercando di acquisire o dei titoli che pubblicheremo nel corso del 2020 (ho pubblicato un post su questo argomento sul blog di Urania, qui: blog.librimondadori.it/blogs/urania/2019/12/22/urania-a-curvatura-2020/), credo sia interessante spiegare ai lettori quale cambio di “mentalità” stiamo cercando di portare in Urania. Nel Collezione, per esempio, dato che pubblichiamo quasi sempre romanzi ripescati dal vecchio catalogo della collana, vorremmo cercare di aggiustare il tiro con le traduzioni, che nell’epoca d’oro di Urania erano davvero tirate via di fretta e pativano tagli e rimaneggiamenti a volte anche davvero molto pesanti. Quando possibile, dunque, cercheremo di ritradurre ex novo alcuni dei classici della fantascienza che i lettori italiani hanno potuto leggere solo con traduzioni approssimative, così da restituire tutto il sapore della migliore sf d’annata che questi libri conservano ancora oggi. Qualche esempio? Ritradurremo L’incubo sul fondo di Murray Leinster, La porta sull’estate di Heinlein, La pista dell’orrore di Zelazny… e tanti altri.

Il Millemondi continuerà a offrire una panoramica dei migliori racconti internazionali di fantascienza. Adesso pubblicheremo in tre volumi l’ultima delle Year’s Best SF del compianto Gardner Dozois (la numero 35), e in futuro valuteremo di integrare alle antologie collettive volumi con racconti di singoli autori, oppure con minicicli di romanzi, come abbiamo fatto con Strisciavano sulla sabbia di Clement, uscito a marzo del 2019.

La domanda su Millemondi riguarda Strani Mondi, naturalmente. Un bilancio su come è andata l’antologia di fantascienza italiana, non solo dal punto delle vendite ma da quello dell’impatto culturale: ne seguiranno altre, se non sbaglio.

Parlare di “impatto culturale” è forse un po’ esagerato (e provocatorio, da parte tua, lo capisco bene), però forse possiamo dire che quell’antologia qualcosa ha smosso, soprattutto – e questo sì è un risultato epocale – all’interno delle case editrici di rilievo, che all’improvviso si sono rese conto che esiste una fantascienza italiana, che ci sono autori nel nostro paese capaci di produrre narrativa di qualità nell’ambito della science fiction. Per chi è addentro alla sf sembra quasi un’eresia, che qualcuno se ne accorga solo oggi, ma assicuro che per la grande editoria le pubblicazioni amatoriali, le uscite sporadiche degli autori italiani di fantascienza per i piccoli editori, sono sempre risultate invisibili. C’era solo il Premio Urania a dare una certa risonanza agli autori nazionali, soprattutto dopo l’esplosione di Valerio Evangelisti, andato ben oltre l’ambito della science fiction. Adesso, questo Millemondi tutto italiano ha portato all’attenzione di molti editori di rilievo non solo una buona raccolta di testi di fantascienza, ma soprattutto un gruppo abbastanza numeroso di autori di qualità, su cui sarà possibile investire nei prossimi anni. Questo il vero “impatto culturale” che ho potuto registrare: il fatto che adesso siano in tanti a chiedermi (da tutte le case editrici più importanti) notizie sui nostri scrittori di fantascienza, con l’idea che sarà possibile in futuro investire su di loro per far crescere questo genere letterario ben al di là degli steccati in cui è rimasto sempre confinato. 

Pensi che il lettore uraniano cominci a essere pronto a leggere fantascienza italiana – o forse la fantascienza italiana è pronta per affrontare il lettore uraniano? 

Ecco, questa è tutta un’altra storia. Non per niente ho raccolto la tua provocazione e ho risposto che questo presunto “impatto culturale” si è avvertito fra gli editori. Non ho parlato di lettori. Questo perché, nonostante tutto, il lettore medio di fantascienza (e a maggior ragione quello più “nerd” che acquista Urania) resta legato al concetto che solo gli autori anglosassoni sono in grado di scrivere qualcosa di importante, che valga la pena leggere. Me ne rendo conto dai commenti che arrivano in redazione, in cui qualcuno ancora si lamenta del fatto che pubblichiamo “oriundi” come Scalzi (senza nemmeno prendersi la briga di andare a capire chi sia John Scalzi…), oppure protesta perché a suo dire anziché pubblicare  racconti italiani in appendice a Urania (cosa che sto facendo sempre più spesso) faremmo meglio a inserire racconti di scrittori americani. Ovviamente io tiro dritto per la mia strada, perché sono convinto che il modo migliore per far cambiare idea ai lettori di fantascienza più “conservatori” sia pubblicare ottima narrativa di scrittori italiani (e ce n’è sempre di più), in modo che comincino a prendere confidenza e capiscano che il divario con la scuola anglosassone non è affatto incolmabile. Certo, ancora non siamo al livello dei mostri sacri inglesi e americani, ma credo che la crescita dei nostri autori sia esponenziale, e se continueremo (Urania ma anche tutti gli altri editori, piccoli, medi e grandi, che pubblicano fantascienza) a puntare sulla massima qualità, presto debelleremo la diffidenza innata dei lettori verso gli scrittori nazionali. I Millemondi, che prevedono una antologia tutta italiana una volta l’anno, durante l’estate, sono il mio cavallo di Troia per arrivare a questo risultato. O almeno me lo auguro.

Al di là del premio Urania ricevete molte proposte di romanzi o racconti di autore italiano? La mia impressione è che l’ambiente degli autori di fantascienza sia molto maturato, prima erano soprattutto proposte spontanee, ora ci sono tanti autori che crescono, anche a fianco di editor, e propongono veri progetti. Poi tu in particolare ne hai fatti crescere tanti.

Sì, la maturazione degli autori italiani è evidente e sotto gli occhi di tutti, basta mettersi a leggere alcune delle opere che vengono pubblicate, non solo su Urania. Adesso c’è molta più attenzione, più cura stilistica e strutturale nelle opere che vengono proposte, ma soprattutto è venuta un po’ a mancare la pessima abitudine dell’enclave culturale che ruotava intorno alla science fiction nazionale di pubblicare l’amico dell’amico, o il tirapiedi di turno che ti garantiva quel minimo di importanza nell’ambiente. Insomma, oggi si premia soprattutto la qualità dei testi, non gli agganci e gli intrallazzi che si hanno con quei pochi che contano, e il lettore se ne sta accorgendo, perché le selezioni sono sempre più severe e le opere che riescono a vedere la luce sono sempre più profonde e ben costruite. Io cerco di fare la mia parte, in questo turbinio autoriale, offrendo possibilità di pubblicazione su Urania agli autori che dimostrano di avere capito quanto occorra sudare e lavorare sulle proprie opere per renderle davvero all’altezza (purtroppo c’è ancora chi crede di scrivere capolavori che non possono essere toccati da nessuno, e men che mai criticati da un editor, che dovrebbe prenderli così come sono, quasi per intercessione divina… ma sono ormai una razza in estinzione, per fortuna), ideando non solo singole trame, singoli racconti o libri, ma veri e propri progetti editoriali che possono dare vita a scenari narrativi d’interesse per il lettore (e l’editore).

Se il popolo degli scrittori di fantascienza saprà fare come i giallisti, che anziché punzecchiarsi con invidie e rivalità si sono sempre dati una mano per crescere tutti insieme, presto anche la science fiction italiana otterrà la piena attenzione del pubblico. 

Tu giri molto, partecipi a convegni, premi, festival, manifestazioni, forse invitato più per la tua attività di scrittore che per quella di editor di Mondadori Libri Edicola; ebbene, ti sei fatto un’idea di come sia vista, oggi, la fantascienza e in particolare Urania?

Tutto sommato, la fantascienza sta conoscendo un periodo d’oro. Non tanto in termini di vendite o di diffusione del parco autori, quanto nella percezione dell’editoria che conta (e questo è importante). L’idea che sta circolando nei palazzi del potere editoriale è che, dopo l’esplosione del giallo, resti un solo genere letterario che ancora può crescere in maniera importante, e in cui gli editori possono cercare terreno fertile per conquistarsi fette di pubblico: la science fiction. E come accaduto per il giallo, è chiaro che un genere può diventare davvero pervasivo solo quando anche la produzione interna (intesa come autori nazionali) arriva ai massimi livelli, qualitativi e quantitativi (in questo caso sì in termini di copie vendute). Nel giallo si traducono libri mystery, thriller e noir da tutto il mondo, ma sono gli autori italiani a dominare le classifiche. È quello che si crede sarà possibile fare, nell’arco di qualche anno, con la fantascienza. O almeno questo è ciò su cui si ragione “da fuori”, senza immaginare quanto complicato sia il mondo della SF italiana. Fatto sta che mai come adesso l’attenzione degli editori è puntata su chi scrive fantascienza nel nostro Paese, ed è in questo solco che si inseriscono le iniziative antologiche dei Millemondi tutti italiani e il Premio Urania, che è l’iniziativa che ha la maggiore visibilità… “istituzionale”.

Ora sei tu a fare le scelte per Urania. Puoi darci un’idea del processo decisionale, dove trovi le idee, come le selezioni, tra novità, ristampe, titoli che possono andare su Urania o essere dirottati a Oscar Fantastica… non deve essere facile.

Ormai il processo di selezione delle opere da pubblicare in Urania è strettamente sinergico con la libreria, perché tra Oscar Draghi UraniaOscar Fantastica e Oscar Bestsellers, il travaso dalle collane più “blasonate” del marchio Oscar all’edicola (e a volte viceversa) è sempre più in crescita. Il che ci permette di avere in Urania dei titoli che altrimenti non saremmo mai riusciti a portare in edicola, a causa dei costi troppo alti per le acquisizioni, le traduzioni, le lavorazioni, ecc . Questa sinergia implica un continuo confronto fra tutti gli editor che operano nel settore Paperback Mondadori, con un interscambio di idee davvero molto stimolante e carico di energia, che sta portando a risultati notevoli non solo in termini di acquisizioni fatte, ma anche di possibilità di ampliamento del pubblico che ci segue, che sta cominciando a considerare la fantascienza Mondadori come un’entità in continuo movimento fra edicola e libreria, per scegliere il formato e la tipologia (anche di prezzo) dell’edizione che si vuole acquistare del proprio libro o ciclo preferito. Ovviamente, questo comporta un ampliamento dello sguardo editoriale con cui si verificano le disponibilità del mercato, perché adesso non posso limitarmi a cercare titoli adatti a Urania ma che in libreria non potrebbero mai mettere piede; ora il ragionamento va fatto in ambo le direzioni, e se da una parte ci consente di avere più margini di manovra, dall’altra è inevitabilmente più impegnativo. E, se posso dirlo, più divertente.

Ogni tanto scrivi ancora qualcosa di fantascienza, se non sbaglio di recente è uscito qualcosa di tuo sull’edizione americana di Vogue?

Sì, la sf resta il mio primo e indimenticato amore, anche se come autore ormai ho preso una strada più vicina al romanzo storico e/o mitologico. Così ogni tanto un’escursione in questo campo non mi dispiace, com’è avvenuto di recente con Vogue, che mi ha fatto l’onore di pubblicare un mio breve racconto tradotto in inglese sul numero di gennaio, accanto a una penna importante della science fiction mondiale come Ken Liu. Chissà, magari fra qualche tempo, anche in previsione di alcune importanti novità relative alla fantascienza da libreria Mondadori che ancora non posso rivelare, deciderò di tornare al romanzo di fantascienza. Perché al cuor non si comanda…

In questo momento sei in piena promozione del tuo ultimo romanzo scritto con Scilla Bonfiglioli, La bambina e il nazista. Vuoi raccontarci qualcosa al riguardo, anche delle polemiche che ha suscitato?

È un libro in cui credo molto, che racconta una storia feroce e difficile, ma comunque piena di speranza. La lotta per la sopravvivenza di una bambina di 8 anni nei campi di sterminio nazisti, da cui riesce a uscire viva solo grazie all’aiuto insperato di… un ufficiale nazista. Parrebbe una contraddizione, ma non è così. La storia, per quanto inventata nelle modalità in cui si svolge, è ispirata a un fatto vero, perché nelle carte del processo di Norimberga è riportato un avvenimento simile a quello che raccontiamo: una bambina è stata portata davvero in salvo da un ufficiale nazista durante la fase più cruenta dello sterminio degli ebrei, fra il 1943 e il 1945. Come sia accaduto purtroppo non lo sappiamo, e questo è oggetto di finzione narrativa. Ma tutto avviene nella ricostruzione minuziosa di un mondo infernale esistito davvero, che nonostante i venti negazionisti che soffiano su tutta Europa (e in modo drammaticamente surreale in Italia) io ritengo lo si debba raccontare, soprattutto alle nuove generazioni, per non dimentare ciò che è accaduto.

Le polemiche, che un po’ mi fanno ridere e un po’ mi rattristano, riguardano sia gli imbecilli con smanie razziste e antisemite che ci hanno tempestato di mail accusandoci delle peggiori idiozie (non sto nemmeno a riportarle, non ne vale la pena), sia il mondo dei media, che in qualche caso è arrivato a censurare la copertina del libro perché vi è riportata la svastica. E questo anche se è ben chiaro di cosa parla il romanzo (per di più, la svastica è a terra, calpestata dai piedi della bambina che campeggia in copertina…). Miopia giornalistica, per quello che mi riguarda, che però fa solo danno a chi cerca di combattere queste spinte neonaziste che ci stanno prendendo a spallate da ogni dove.

Franco Forte parla di <i>La bambina e il nazista</i>
Franco Forte parla di La bambina e il nazista
Altre uscite tue all’orizzonte?

Sì, sono sempre in movimento, su più fronti. A breve partirò con una serie di gialli per Mondadori ragazzi, poi farò seguito al mio romanzo Romolo pubblicando, sempre con Mondadori, i libri degli altre sei re di Roma. Tutti titoli che scriverò insieme ad altri autori che appartengono a un collettivo di scrittura molto ben collaudato e che ho costruito negli anni, di cui fanno parte Guido Anselmi (coautore di Romolo), Scilla Bonfiglioli (che ha firmato con me La bambina e il nazista) ed Elisa Bertini (che mi affiancherà nella serie per ragazzi). Dopodiché, sto terminando il mio prossimo romanzo storico a mia sola firma, un volume intitolato Il Carolingio che racconta l’epopea del fondatore del Sacro Romano Impero, Carlo Magno. E, fra una cosa e l’altra, come detto… potrà esserci una piccola sorpresa anche per ciò che riguarda la fantascienza.

Grazie di tutto, buon lavoro!

Grazie a te e… a risentirci fra 39 anni? Magari facciamo un po’ prima, dai. ;-)