Outsider: il future noir di Richard K. Morgan

Se gli autori della nuova generazione restano ancora in larga parte sconosciuti al pubblico italiano, Richard K. Morgan ha incontrato un notevole e meritato successo nel nostro Paese. Nato a Londra, laureato a Cambridge nel 1987, è vissuto insegnando inglese per 14 anni, dapprima in Turchia e Spagna, poi in Scozia. Nel 2002 è arrivato Altered Carbon (da noi pubblicato come Bay City, nella traduzione di Vittorio Curtoni), premiato nel 2003 con il prestigioso Philip K. Dick Award. Takeshi Lev Kovacs è un reduce del Corpo di Spedizione: ha vissuto in prima persona la cruenta disfatta di Sharya e i tragici eventi di Innenin ancora covano sotto la cenere del suo spirito digitalizzato. È già passato attraverso qualche tentativo non proprio riuscito di ricostruirsi una vita (alla lettera) quando organizza un furto di wetware, un colpo da quindicimila crediti ai danni della Gemini Biosys. Sua complice è l'unica persona di cui si fidi su tutto Harlan's World: Sarah Sachilowska. Ma la polizia di Millsport è nota per i suoi metodi spicci e quando una squadra d'assalto fa irruzione nel loro appartamento la situazione ci mette poco a precipitare. Sarah viene massacrata dai Kalashnikov degli incursori, mentre Kovacs s'illude di vender cara la pelle finché non è costretto a soccombere dalla superiore potenza di fuoco dei commando. Laddove il classico noir arriverebbe all'epilogo, il future-noir di Morgan prende le mosse per tratteggiare una trama complessa e sofisticata, che si dipana per le strade notturne di Bay City rischiarate dalla luce dei neon, nelle stanze a luci rosse di case da appuntamenti di vario status, con occasionali escursioni in Europa, nel cielo del Pacifico e nella realtà virtuale del cyberspazio, dove si muovono Intelligenze Artificiali col nome e l'avatar di illustri musicisti rock del passato (l'Hendrix, IA dell'albergo che funge da base logistica per Kovacs, strappa un applauso a ogni apparizione) e tuffatori elettronici. Politica, guerra e fondamentalismi vari, dal fanatismo terrorista islamico alll'integralismo (anti)bioetico cattolico, vengono miscelati nella girandola degli eventi e si può ben dire che Morgan, attraverso la voce del suo protagonista, ne abbia davvero per tutti. La sua verve corrosiva trasforma Alcatraz in laboratorio d'elite e semina a piene mani perle di caustica filosofia da strada. È proprio questo tono moralistico e "moraleggiante" a rievocare maggiormente l'insegnamento di Raymond Chandler, peraltro richiamato direttamente nel nome di Bay City, come l'immaginaria Santa Monica che faceva da sfondo alle investigazioni dell'intramontabile Philip Marlowe. Ma Takeshi Kovacs non replica lo schema consueto dell’antieroe di tanta letteratura noir, ma pur omaggiando gli stereotipi dell’hard-boiled e del cyberpunk se ne distanzia spiccando per una personalità violenta e ben delineata. Morgan, grande affabulatore, miscela gli ingredienti con abilità e ci regala un composto adrenalinico a base di azione e violenza, un’opera che lo ha imposto all’attenzione della critica come del grande pubblico e che si è guadagnata due seguiti come Broken Angels (2004, uscito come Angeli Spezzati sempre per la Nord) e Woken Furies (2005, ancora inedito da noi). I diritti pagati da Joel Silver per opzionare il suo romanzo d’esordio hanno garantito a Morgan una certa spensieratezza: così, in attesa che il soggetto si trasformasse in un film per la Warner Bros, Morgan ha lasciato il suo lavoro principale e ha deciso di dedicarsi alla scrittura a tempo pieno. Del 2005 sono le sue ultime fatiche letterarie, il terzo romanzo dell’universo del carbonio alterato e Business (Market Forces), quest'ultimo ambientato in un futuro prossimo venturo dominato dai megaconglomerati economici. Successivamente si è dedicato alla sceneggiatura per i fumetti con una miniserie dedicata al personaggio Marvel della Vedova Nera che hanno riscosso un notevole successo. Una figura di antieroe costruita con perizia (Takeshi Kovacs, un uomo immesso in corpi
diversi a partire da una personalità salvata elettronicamente), uno sfrenato talento visionario e la sapiente miscela di un’ambientazione futuristica con gli stereotipi del romanzo hard-boiled in un composto esplosivo a base di azione e violenza lo hanno imposto all’attenzione della critica come del grande pubblico. Grande è quindi la curiosità sui suoi progetti futuri. In un’intervista rilasciata qualche mese fa, Morgan rivelava di avere appena sottoscritto un contratto editoriale con la Del Rey per complessivi cinque libri, di cui tre comporranno una trilogia fantasy. Morgan, che non ha mai nascosto la sua passione per le storie di sword-and-sorcery (amore sbocciato nell’adolescenza sulle pagine delle riviste di Michael Moorcock) si è detto entusiasta per la soluzione. La sua incursione nei territori della magia si compirà “usando la tecnica e il tono già messi in campo per i romanzi di Kovacs”, per usare le sue stesse parole. E per l’occasione ha coniato pure una nuova definizione: fantasy noir, sul modello del future noir nato con Blade Runner e da lui fatto proprio. Per realizzare la sua trilogia ha dichiarato che prenderà a modello uno dei suoi libri preferiti di sempre: La spada spezzata di Poul Anderson, un fantasy crudo, violento, duro e dalla forte estetica dark. Gli altri due libri previsti dall’accordo saranno dei romanzi di fantascienza.Intanto Morgan è uscito con un nuovo libro di fantascienza, Black Man, che si situa circa cento anni nel futuro da ora, in uno scenario di sperimentazione genetica indiscriminata che ha lasciato molti grattacapi sociali e in cui lo sforzo coloniale su Marte è degenerato in una rivalità politica tra un’America balcanizzata e la Cina assorta a potenza di rango planetario. Nel romanzo un ruolo di primo piano è giocato da Quellcrist Falconer, l’affascinante e controversa figura di guerrigliera già evocata negli excursus storici di Bay City.Intervenuto all’ultima Italcon/Deepcon di Fiuggi (22-25 marzo 2007), dove si è distinto come persona di grande umanità e personaggio provvisto di un’intelligenza brillante e vulcanica, Morgan ha condiviso con il pubblico degli appassionati convenuti da tutta Italia il suo punto di vista sulla fantascienza britannica. A suo modo di vedere non si può nemmeno identificare una vera e propria scuola, come vorrebbero alcuni critici, né un movimento organico: un numero significativo di autori della nuova generazione orbita nell’area di Glasgow, e sicuramente il background culturale e politico della Scozia è particolarmente affine alle loro inclinazioni, che tendono verso una fantascienza sociologicamente e politicamente impegnata, ma in realtà non si tratta nemmeno di qualcosa di nuovo. Gli influssi della fantascienza sociologica e del cyberpunk sono evidenti nelle loro opere, e questi elementi provengono da una tradizione che affonda le radici nella storia della fantascienza d’Oltreoceano. Probabilmente, mentre la maggior parte degli scrittori inglesi condivide con la maggior parte degli scrittori americani un’attitudine individualista di fondo, che in sostanza accomuna le due culture, in Scozia prevalgono tendenze “socialisteggianti” che la rendono molto più vicina a una sensibilità europea. A questo proposito, per la sua estrapolazione sulle dinamiche sociali, Morgan porta a esempio gli studi del sociologo Will Hutton sulla struttura delle società europea e americana e sulle rispettive genesi in relazione al diverso contesto ambientale in cui hanno potuto evolversi (The World We're In, 2003).

Dalla rielaborazione di queste istanze alla luce dell’attuale congiuntura internazionale deriva forse l’efficacia delle visioni di questi nuovi, grandi autori che conservano – proprio come Morgan – la freschezza delle intuizioni più originali e l’attendibilità di una speculazione strettamente vincolata ai problemi che affliggono le nostre società occidentali.