Il 2018 che si avvia alla chiusura è stato un anno di enormi soddisfazioni per i lettori di fantascienza. Il nostro genere prediletto ha ricevuto un trattamento inconsueto da parte dei cataloghi più raffinati e degli editori maggiori (si pensi anche solo ad Adelphi con Lo spirito della fantascienza di Roberto Bolaño e, più recentemente, a Einaudi con Proletkult di Wu Ming), ma anche grazie alla preziosa intraprendenza dei nuovi arrivati (la riscoperta di un classico semidimenticato come La nuvola purpurea di M. P. Shiel da parte di D Editore o l’inattesa quanto acclamata edizione italiana dell’antologia di fantascienza femminista Le Visionarie, curata da Ann e Jeff VanderMeer, uscita per Nero Editions). In qualche modo forse era scritto che il cerchio dovesse chiudersi con l’esordio di Dario Tonani nella collana-contenitore dedicata al fantastico di casa Mondadori. Così, al suo terzo anno di vita, dopo aver ospitato perle del calibro della trilogia dei Tre Corpi di Liu Cixin, insieme a pietre miliari di Robert A. Heinlein, George R. R. Martin, Douglas Adams e William Gibson, e mentre altre continua a sfornarne (è da poche settimane in libreria una raccolta di racconti e romanzi brevi  di Ursula K. Le Guin, in gran parte inediti: Ritrovato e perduto), Oscar Fantastica ha dato alle stampe anche il primo libro di fantascienza di un autore italiano, un’assenza che per il colosso di Segrate ha fatto misteriosamente seguito al successo internazionale di Valerio Evangelisti e della sua ormai quasi trentennale saga dell’Inquisitore Eymerich.

Tonani è un nome familiare agli appassionati: attivo fin da giovanissimo (i primi racconti li pubblicò su rivista sul finire degli anni ’70), ha esordito nel romanzo nel 2007 proprio sulle pagine mondadoriane di Urania con un romanzo che ha aperto una vera e propria stagione nell’ambito della fantascienza italiana, quella delle commistioni con i codici del racconto noir e hard-boiled, o più in generale della detective e crime fiction, tanto che possiamo ritenere a buon diritto il suo Infect@ come un apripista per i successivi romanzi della scuola future noir. Negli anni successivi sono poi seguiti il dittico L’algoritmo bianco (2009) e il sequel Toxic@ (2011), giostrati sui codici dello stesso filone. Il successo della formula non ha tuttavia spento la sua inventiva, che anzi a partire dal 2010 ha cominciato a esplorare nuovi sentieri: è di quell’anno infatti la riedizione in formato digitale (per una delle prime case editrici native digitali in Italia, 40k Books) di Cardanica, un racconto un paio di anni prima pubblicato sulle pagine della rivista Robot curata da Vittorio Curtoni, che all’improvviso comincia quasi a vivere di vita propria.

L’attenzione ricevuta dall’e-book incoraggia Tonani a sviluppare una serie di storie ambientate sullo sfondo di Mondo9, un pianeta in larga parte desertico, caratterizzato da un ecosistema unico nell’universo conosciuto e dominato da una singolare specie apicale: le navi. Gigantesche creature viventi che fondono nel loro scafo l’adattabilità dell’organico e la resistenza della meccanica, questi leviatani su ruote solcano le immense distese di sabbia del pianeta, in simbiosi con (ma talvolta predando o addirittura parassitando) le popolazioni umane che abitano il deserto. Mentre il racconto capostipite viene tradotto in inglese e lanciato con la sponda di Paul Di Filippo, altri episodi si aggiungono alla saga. Un contributo cruciale alla definizione di questo nuovo mondo arriva anche da Franco Brambilla, storico illustratore di Urania e copertinista di un numero imprecisato di volumi mondadoriani di fantascienza, che con l’autore sviluppa un’autentica sinergia creativa, arricchendo di dettagli e suggestioni gli scenari e le creature sgorgate dalla fantasia di Tonani con il suo tratto preciso ed evocativo.

Con il tempo, e in seguito alla cessazione delle attività di 40k, le avventure di Mondo9 trovano una nuova casa in Delos Digital, dove rivivono dapprima riuniti in un elegantissimo volume fix-up (Mondo9, 2012, tradotto con successo anche in Giappone) e proseguono quindi in forma di romanzo digitale a puntate, per poi approdare in casa Mondadori, sulle pagine del primo Millemondi interamente dedicato a un autore italiano, con il volume omnibus Cronache di Mondo9 (2015) a raccogliere il ciclo completo di storie fin lì pubblicate. Un arrivo dal sapore di un ritorno a casa, visto che proprio con Mondadori, in seguito alla nascita della citata Oscar Fantastica, Tonani ha in seguito intensificato la collaborazione, mettendo in cantiere la storia che sarebbe diventata questo Naila di Mondo9, giunto finalmente sui nostri scaffali con la grancassa degli endorsement autorevoli di Valerio Evangelisti (Un intreccio sorprendente, uno stile raffinatissimo, una fantasia illimitata. La fantascienza italiana del XXI secolo si chiama Dario Tonani) e Bruce Sterling (Ambientati in un futuro allucinato e crudele, i romanzi di Tonani sono splendidi. Sono lieto di vedere che c’è una nuova voce come la sua).

Tonani riprende qui alcuni personaggi delle Cronache e li fionda in nuove avventure. Ritroviamo quindi Naila, da giovane figlia delle sabbie cresciuta fino a diventare una donna spregiudicata e comandante della Syraqq, una baleniera convertita in nave cargo. Naila la Rossa ha quarantatré anni, porta in grembo una figlia e guida il suo bastimento attraverso la Grande Depressione di Ashawar, sulla rotta per Mecharatt “La Lurida”, capitale di questo mondo ostile. Il viaggio è irto di pericoli: altre navi predatrici ed echi di guerre mai davvero sopite si sommano alle trappole di un mondo in cui un naufragio significherebbe morte certa, per lei e per il suo equipaggio. Ad assisterla nell’impresa ritroviamo il vecchio Sargàn, già suo mentore e ora suo Guardiasabbia, e Asur, un umano trasformato dal Morbo in una creatura meccanica (un mechardionico, nella linguamadre di Mondo9), con cui Naila ha da tempo stretto un legame che va ben al di là della dissonanza tra la carne e il metallo. A completare il quadrato dei suoi ufficiali c’è poi Dhakritt, avvelenatore dai trascorsi oscuri, che ben presto si rivela più devoto alla sua agenda personale che ai precetti della sua Gilda di appartenenza.

Mentre si prepara a dare alla luce una nuova creatura e si prende cura delle bizze della sua nave, Naila si ritrova così al centro di una macchinazione che si va lentamente ma inesorabilmente consumando ai suoi danni. E intanto un prodigio annunciato dalle Scritture si profila all’orizzonte: la Grande Onda, che forse segnerà davvero l’inizio di una nuova era per gli abitanti di Mondo9, rappresenta una sfida a cui la comandante della Syraqq non può rinunciare.

Scritto con passo veloce e mano sicura, in un gergo marinaresco che innesca un paradossale contrasto con l’ambientazione di un mondo quasi del tutto prosciugato (se non per brevissimi intervalli di tempo), Naila di Mondo9 è un romanzo che ha nella cura per i particolari il suo punto di forza. Tonani dispiega il suo armamentario di narratore di razza e ci regala una storia estrema, per niente normalizzata per compiacere il gusto potenziale della più vasta platea dei lettori non avvezzi alle sue creazioni. E se per i fan questo romanzo rappresenta in qualche modo un revival di tutti gli ingredienti che hanno consolidato l’immaginario di Mondo9, per i nuovi lettori ogni pagina nasconde il gusto della scoperta, il piacere sfrenato di un’avventura con pochi termini di paragone. Infatti, se da una parte è vero che l’ambientazione richiama l’universo di Dune di Frank Herbert e la spedizione mortale al cuore di Oceano di Bruce Sterling, mentre le titaniche navi che vi si muovono non possono non ricordare le Macchine mortali di Philip Reeve (da poco sbarcate anche al cinema), dall’altra la scrittura di Tonani si situa in un ideale baricentro tra l’esuberanza barocca dei primi due e lo stile young adult di quest’ultimo. Forse un paragone non sprecato potrebbe essere con il grande Jack Vance, autore di indimenticati planetary romance e maestro nell’arte di costruire mondi e società fuori dall’ordinario.

Tonani eccelle nell’impiego di tecniche di montaggio simil-cinematografiche, come l’incastro di punti di vista alternati, e dà il suo meglio nelle sequenze oniriche che non di rado sconfinano in incubi di metallo e ruggine, come anche nei passaggi più lirici che riserva alla dimensione quasi mitologica della memoria, in cui rivive trasfigurata l’infanzia dei suoi personaggi. Di contro, continua a offrire innumerevoli spunti di riflessione l’esplorazione di questo mondo dominato da leviatani meccanici, in cui gli uomini e le donne riescono a sopravvivere solo elaborando raffinate strategie di convivenza. E se il primo riferimento è sicuramente all’estetica steampunk che pure ha conosciuto una recente notevole fortuna, è altrettanto vero che nell’universo elaborato da Tonani potremmo leggervi una nuova frontiera del postcyberpunk, in cui il submondo etereo degli algoritmi e delle macchine su cui si regge la nostra società attuale rivive trasfigurato in un mondo di sabbia, di polvere e di ruggine abitato da immensi predatori meccanici affamati di carne umana.

A impreziosire il volume, infine, un compendio illustrato a firma di Hieronymus Frank Eisenach a fare da appendice, che oltre a fornire utilissime coordinate per orientarsi su Mondo9 è anche un chiaro omaggio alla bravura di Franco Brambilla, un artista straordinario, che in tutti questi anni ci ha tenuti avvinti alle sue tavole fantastiche (e speriamo che continui a incantarci ancora a lungo).

Con un tempismo indesiderato, questa recensione arriva in scia all’ondata di commozione che ha attraversato la comunità fantascientifica e non solo per l’improvvisa notizia della scomparsa di Giuseppe Lippi (1953-2018). Per quasi trent’anni al timone di “Urania” (sempre rigorosamente tra virgolette nei suoi scritti), “la corazzata della fantascienza italiana” (come si dilettava a chiamarla facendo il verso a un altro decano come Ernesto Vegetti, ideatore e curatore di quel prodigio che tutto il mondo ci invidia che è il catalogo indissolubilmente legato al suo nome), Lippi è stato con Sergio “Alan D.” Altieri (all’epoca editor del mass market Mondadori) l’artefice dell’ultima – in ordine di tempo – feconda stagione per il genere in Italia. Sotto la sua curatela attenta e puntigliosa, Dario Tonani è diventato un autore a tutto tondo, maturo, dal respiro internazionale. Consapevoli che un’alaquadra non fa primavera e certi che Naila di Mondo9 rappresenti solo una tappa nella rotta di sabbia di Tonani, non possiamo non augurarci per tutti i lettori che questa prima volta non rimanga un unicum, e possa anzi rappresentare per la science fiction made in Italy l’inizio di una nuova epoca di avventure, incubi, invenzioni e altre meraviglie.