- Ridicolo! Stanno coprendo i colpevoli del furto... Ma non sanno con chi hanno a che fare. - Tomasll si alzò e percorse nervosamente la stanza - Ho deciso: parlerò ai lavoratori toseviti. Radunateli nella piazza.

- Sarà fatto, signor superiore. - assicurarono zelanti i sottoposti, correndo a eseguire l'ordine.

Il governatore aspettò che il piazzale si gremisse. Poi controllò che le sue pitture corporali fossero a posto, si schiarì la voce e uscì sul balcone.

- Toseviti! - esordì - Tra voi ci sono agitatori e nemici della pace. Ma io li scoverò in nome del nostro amato imperatore...

Tra la folla si levò distintamente un sonoro pernacchio. Tomasll ammutolì per l'inaudito oltraggio.

- Chi... chi è stato? - balbettò, incredulo.

Nessuna risposta. Furibondo, il governatore rientrò, sbarrò le finestre e chiamò a raccolta le sue truppe personali.

- Disperdete questi ingrati e insolenti toseviti! - gridò - E portatemi i responsabili della loro guardia locale!

Il drappello di rettili scattò con efficienza, tornando pochi minuti dopo in compagnia di due terrestri in divisa.

- Voi due! - li apostrofò Tomasll - Come vi chiamate?

- Maresciallo Antonio Capurro. - rispose tranquillamente il primo, un tipetto bassino e smilzo.

- Maresciallo Cotone. - aggiunse l'altro, più alto e anziano.

- Quando vi abbiamo catturato, vi siete professati membri della polizia tosevita. Il vostro compito è svolgere indagini, non è così?

- Sissignore. - fecero i due.

- Bene. - commentò Tomasll, ancora furibondo - Qualche minuto fa un irriverente Grosso Brutto ha osato emettere un verso di scherno al nome del nostro imperatore. Deve essere scoperto e punito.

- Un verso? - fece placidamente il terrestre smilzo - Che verso?

Tomasll roteò gli occhi. - Non ho l'apparato vocale adatto per ripeterlo. Solo voi Grossi Brutti siete capaci di emettere suoni così disgustosi.

Il secondo terrestre sollevò le braccia. - Ah, ma in questo caso non possiamo fare niente. Abbiamo bisogno di informazioni più precise.

- Un attimo, maresciallo. - lo interruppe l'altro - Vediamo un po'... Potrebbe ripetere la frase che ha detto al balcone, governatore?

Tomasll provò una fastidiosa sensazione. Tuttavia accondiscese. - Dunque... Ho detto: "io li scoverò nel nome del nostro amato imperat..."

Capurro fece partire un pernacchio a ottomila decibel. I vetri alle finestre tremarono. Tomasll restò pietrificato.

- Era così, governatore?

- Sì, sì. - balbettò il rettile.

- Bene. Non ci resta che far venire qui gli operai, uno alla volta, a provare il pernacchio. Lei pronuncerà la frase, ascolterà, e riconoscerà il colpevole. Non ci vorranno più di cinque, sei giorni...

Tomasll provò di nuovo quella sensazione. Ma questa volta riuscì a interpretarla.

- Voi due Grossi Brutti pensate che io stupido? - ringhiò.

- Non ce n'è bisogno. - assicurò seraficamente Capurro.

Il governatore batté il pugno sul tavolo. - Voi non vi rendete conto! Io sono il delegato del signore di flotta! Ho potere assoluto su questo quadrante! Posso decollare con i miei uomini e nuclearizzare la città!

- Ma ci faccia il piacere, ci faccia! - ribatté Capurro, alzando la voce a sua volta.

Tomasll accostò il viso scaglioso a quello roseo del terrestre e prese a gridare. - Io sono il governatore! Io vi comando! Io ho carta bianca!!

- E ci si pulisca il culo!!!! - gridò di rimando il terrestre.

Poi diede una testata a Tomasll, voltò i tacchi e scappò insieme al compagno. Il governatore, dolorante, cercò a tastoni il disintegratore alla cintura.

L'arma era scomparsa. Insieme a tutta la cintura.

- Sono il comandante Matt Sherman. - si presentò l'ufficiale - Mi dispiace avervi dovuto prendervi di forza a bordo del Sea Tiger, ma non potevamo permettere che voi comunicaste la nostra posizione.

Fzzek e Nivvek, sbuffando, rotearono gli occhi da rettili. - Se è per quello, avreste potuto evitare di spararci...

Il terrestre sembrò imbarazzato. - Ah, ma non era nostra intenzione. Il siluro è partito per sbaglio. - fece cenno verso un altro Grosso Brutto. Fzzel e Nivvek, con stupore, si avvidero che si trattava un Grosso Brutto femmina. - La qui presente ausiliaria si è seduta involontariamente sul pulsante di lancio... Sono davvero spiacente.

- Cioè, non volendo, avete impiegato l'unica arma in grado di danneggiare il nostro blindato? E, in più, ci avete centrato sparando a caso? - Fzzek fece schioccare la lingua furibondo. - Lo vedi cosa mi fa incazzare di questi toseviti, signor superiore? Hanno un culo incredibile!

- In effetti... - assentì distrattamente Sherman, fissando allupato il fondoschiena dell'ausiliaria.

- Avete intenzione di tenerci prigionieri a lungo? - chiese Nivvek.

- Mi spiace, ma non possiamo sbarcarvi fino al termine della nostra missione.

- Missione? - ripeté il rettile, incredulo - Voi andate davvero in missione con una femmina a bordo?

- Veramente ne abbiamo quattro. - confessò arrossendo Sherman.

- Per l'imperatore! - sibilarono in coro Fzzek e Nivvek.

Il comandante del sottomarino abbassò la voce. Sembrava sinceramente disperato. - Ve lo confesso: non ce la faccio più! Quelle quattro mi stanno facendo impazzire! Avete visto in che cazzo di colore abbiamo dovuto dipingere lo scafo? E guardate che hanno fatto al motore!

I due rettili fissarono gli ingranaggi, e si accorsero con stupore che un giunto elastico della trasmissione era stato sostituito da una mutandina-collant.

- La mia reputazione è completamente rovinata! - si sciolse Sherman, ormai quasi in lacrime - Vi prego, amici spaziali: portatevele via. Sono disposto a liberarvi, ma dovete prenderle con voi!

Fzzek e Nivvek si consultarono. - Si può fare. - dissero alla fine.

Atvar squadrò torvo gli alti ufficiali della flotta. La riunione si era dovuta trasferire a bordo della Imperatore Popottek 45, visto che la nave ammiraglia era stata evacuata, dopo l'uso di armi nucleari tattiche per abbattere la porta corazzata della cabina che imprigionava il signore di flotta.

- Ora basta! - sbraitò - Mi state dando solo cattive notizie! Sconfitte, disastri e ritirate! Sono stufo!

- Nell'uovo delle tue parole c'è un tuorlo di verità, serenissimo signore di flotta. - assentì contrito Kirel.

- E nell'uovo delle tue c'è uno zabaione di cazzate! - ribatté furioso Atvar - Se adesso non mi date almeno una buona notizia, vi faccio legare alle testate di un missile e vi sparo tutti fuori dall'astronave.