Il 1958 nei miei ricordi era un anno sonnacchioso; l'effetto Sputnik si stava esaurendo e le edicole di provincia erano miseramente spoglie. Per fortuna andavo a scuola a Milano e le edicole cittadine erano meglio fornite. Nei miei ricordi, tutti i mesi di giugno sono luminosi. Il giugno del 1958 mi risulta particolarmente sfavillante. Agli Urania, Romanzi del Cosmo, Cronache del Futuro, Oltre il Cielo si aggiungeva Galaxy.

Era edito dalla Casa Editrice Due Mondi di Milano, ed il direttore era un tal R. Valente, certamente un appassionato ed un competente, che a quanto si dice era anche il responsabile delle scelte. La grafica era esattamente la stessa dell'edizione americana. A sinistra una colonna bianca con un breve sommario sotto il titolo della collana. La copertina è di [John] Pederson, un illustratore non particolarmente famoso, attivo nel campo dal 1957 al 1973 (35 copertine, 11 su Galaxy americana, secondo il Miller & Contento *), autore in questo caso di uno splendido lavoro.

Le traduzioni sono rigorosamente anonime, ma probabilmente della moglie Marina Valente (come risulta dalle ristampe di alcuni dei racconti apparsi sui primi numeri). Con gli occhi di adesso, ma anche con gli occhi di allora, il sommario era poco meno che entusiasmante. Avevamo:

un Frederik Pohl con Il tunnel sotto il mondo (The Tunnel Under the World, 1955), un Clifford Simak con Zebra polverosa (Dusty Zebra, 1954) e Traversata al sole (Brightside Crossing, 1956) di Alan E. Nourse, Militare (Soldier Boy, 1953) di Michael Shaara; tutti pezzi che sono stati ristampati almeno una volta.

Completava il primo numero la rubrica di divulgazione scientifica Per vostra informazione di Willy Ley, molto apprezzata in America, ma che da noi ebbe scarso successo e sparì dalle pagine dell'edizione italiana dopo una ventina di apparizioni.

La produzione tratta da Galaxy non era una novità per gli appassionati (anche se la maggioranza non ne era cosciente). Come fa notare Riccardo Valla in un intervento pubblicato su Vent'anni di fantascienza in Italia, a cura di Luigi Russo, Palermo 1978, Urania Rivista aveva attinto la maggioranza del materiale da Galaxy (fra parentesi questo prezioso libro è stato uno dei miei primi manuali di riferimento, se non il primo. La mia scoperta del libro di Aldani, La fantascienza, Piacenza, 1962 e del famoso Catalogo del CCSF, Venezia, 1968, sono successive. Prima ero abituato a scoprire i titoli originali non presenti nel testo, consultando, quando possibile gli originali stessi. A Valla, in tempi lontani titolare di una libreria specializzata, devo invece la scoperta dei reference book americani, ma questa è un'altra storia)

L'editore nonostante l'ottimo prodotto, aveva problemi di distribuzione. Ritenendo che la veste americana non figurasse a sufficienza in edicola, pensò bene di rivolgersi ad un illustratore italiano, allora molto famoso e non certamente sconosciuto ai lettori di adesso: Guido Crepax. L'undicesimo numero, l'ultimo della gestione Editrice Due Mondi si presentava con la grafica modificata ed la copertina, appunto, di Crepax. La decisione è probabilmente da imputarsi all'editore entrante, la famosa e benemerita Casa Editrice La Tribuna, che a partire dal dodicesimo numero (maggio 1959), rileva la testata. Valente continuerà comunque a rivestire la carica di direttore responsabile fino all'agosto 1960. La collana durerà fino al numero 72 del maggio 1964 (per un totale di 70 numeri, di cui 2, nel 1960, doppi).

La fine è strana. Dopo aver annunciato un rilancio della collana, con l'acquisizione di materiale da altre riviste (l'edizione italiana, terminata la possibilità di scegliere fra le cose migliori dell'edizione americana, si trascinava stancamente, così come si trascinava stancamente la Galaxy originale), la rivista cessa repentinamente. Cos'era successo? Mondadori aveva inaugurato su Urania, dei numeri completamente di racconti tratti principalmente da If e da Galaxy, le stesse fonti della Galaxy italiana.

Galaxy era la paladina della social SF, termine tradotto bravamente dalla Rambelli con fantascienza sociologica e come sempre capita in Italia con le mode straniere (la New Wave, il cyberpunk) l'abbiamo trascinata avanti per anni, vantandone una supposta superiorità intrinseca, quando nel paese d'origine era ormai defunta da un pezzo.

Galaxy non ha mai avuto un curatore ufficiale, ma per la maggior parte della sua vita, dire Galaxy era dire Rambelli.

Ed alla sua gestione dobbiamo l'apparizione di Accademia, una sezione dedicata agli italiani (qualcuno potrebbe sostenere che la Rambelli c'entrasse poco con la nascita della rubrica, ma io sono certo del contrario). In questa appendice sono apparsi racconti di autori italiani molto buoni e qualcuno ha fatto il suo esordio professionale su queste pagine, uno a caso, Vittorio Catani.

Accademia proseguirà, alla cessazione della rivista, sulla sorella Galassia, tenendo a battesimo altri autori di rilevo (un altro a caso, Adalberto Cersosimo), come proseguiranno le puntate di Volere di re del favoloso Jack Vance.

Ma di Galassia CELT, se ne parlerà nel 2000.