a cura di

Emiliano Gokuraku Farinella

Cieli Sintetici Il jingle che veniva dal futuro


Un viaggio nella nuova fantascienza, nei suoi rapporti con la società e le sue tendenze più originali, alla ricerca degli spunti più promettenti per il futuro del genere che più di ogni altro è pronto ad accompagnarci nel nuovo millennio.

Siamo pronti ad ascoltare il jingle del Grande Fratello che sale dalla tazza del cesso, e qualcuno si sta già preparando a spiegarci che è conveniente, che è normale, che è così che si fa.

E' sufficiente lubrificare con suadenti eufemismi, e qualsiasi cosa diventa accettabile.

La fantascienza ha narrato di una serie infinita di incubi. Ha dato un nome a ognuno di questi, e un simbolo dal quale difendersi. L'attenzione di scrittori e opinione pubblica non ha mai smesso però di evolvere e camminare. I riflettori dell'attenzione generale sono puntati sui temi che oggi vengono spacciati per "scottanti", e dall'ombra che ci circonda saltano fuori vecchi incubi che ci allettano vestiti di nuovi eufemismi.

Il Grande Fratello sembrava un tema troppo noto e troppo dibattuto per poter apparire un pericolo ragionevole. Hanno invece avuto ragione gli "apocalittici".

La fantascienza da decenni scrive tra tinte fosche e catastrofiche della serrante e viscida violazione della privacy. E' un tema che conosciamo bene, pare impossibile ricevere fregature quando si conosce così bene il nemico. E invece eccoci qui: il Grande fratello non fa più paura se farà risparmiare qualcosa sulle spese telefoniche, il Grande Fratello é un grande amico se in cambio di qualche domandina innocente ci permette di partecipare alla grande lotteria per quella vecchia macchina fotografica.

Il grande fratello non è il Grande Fratello, basta cambiargli nome e non fa più paura.

Superflua dimostrazione dell'incubo orwelliano: per controllare il futuro modificano il passato, per controllare i pensieri modificano la lingua.

Come scrive Michele Serra agli inizi di Novembre "mi pare orribile".

Orribile senza mezzi termini. "Senza neanche le remore che ti prendono quando temi che il nuovo ti disgusti solo perché ragioni alla vecchia maniera. Perché accadrà pure, qualche volta, che il nuovo sia peggiore di per sé, in quanto tale, indipendentemente da tutto".

Molti lo fanno, all'estero è una realtà affermata, come al solito siamo gli ultimi. Ma tutto ciò non rende meno fastidiosa la sensazione che presto dalla tazza del cesso si leverà il jingle del Grande Fratello.

In perfetta armonia con la legge che tutela la privacy sarà possibile appaltare le proprie orecchie, scoprire del tutto il proprio profilo ed essere colpiti - quando meno è possibile schivare i colpi - sempre nel pieno dei nostri interessi dai "goal dello sponsor".

E' facoltativo, certo, ma è facile immaginare che al vecchio proletariato che non aveva da svendere che il proprio tempo di lavoro siano adesso succedute nuove classi poco agiate che non hanno da svendere che il proprio tempo libero, il loro privato.

E' un mondo strano. Quando coloro i quali dovrebbero fare informazione diffondono storie, chi è votato a raccontare storie è irrimediabilmente accalappiato dal desiderio di raccontare la verità. Questi incubi li abbiamo già letti tutti in fantascienza. E li abbiamo dimenticati quando si sono concretizzati. Per non soffrirci troppo li abbiamo sostituiti con altri.

Da due anni un gruppo multidisciplinare di esperti va in giro per il mondo a portare avanti una delle più ardite indagini di mercato che tra realtà e fantascienza si sia potuta immaginare: cercano di cogliere l'essenza del dentifricio, il minimo comune multiplo del dentifricio agli occhi dell'umanità intera al di là di differenze geografiche e culturali. Stanno studiando il "dentifricio" globale, il dentifricio che andrà bene per cinesi e americani, argentini e australiani. Il dentifricio che potrà essere lanciato allo stesso modo in Italia e in India.

Una spesa folle per un'indagine che ci lascia esterrefatti. Una simile estensione della massificazione raramente era riuscita a immaginarla la fantascienza.

La fantascienza ha portato avanti molti temi scottanti che oggi sono all'ordine del giorno.

Spinrad, Brunner e Asimov hanno a loro modo parlato dell'evoluzione della politica, della comunicazione e del feedback tra cittadini e istituzioni di potere.

L'uso dei sondaggi per creare opinione e la democrazia in diretta prima che essere applicati sono stati narrati in fantascienza.

Spero non in pochi ricordino quel racconto di Asimov dove per eleggere il Presidente degli Stati Uniti d'America viene fatta una ricerca dell'"americano medio" e solo lui alla fine vota per le presidenziali eleggendo il presidente.

Asimov ha sempre prestato notevole attenzione a questi aspetti dell'evoluzione sociale, e anche senza arrivare alla sua psicostoria, possiamo riconoscere alcuni tipici comportamenti delle masse e manipolarli.

Fra i comportamenti più tipici e consolidati c'è la tendenza a schierarsi col più forte, a vedere la ragione dalla parte di chi ha vinto o sta vincendo, e questo dà potenti armi tanto agli scrittori di fantascienza quanto agli esperti di comunicazione e immagine.

Un buon incipit per una storia di fantascienza: diffondiamo massicciamente i risultati di un falso sondaggio, esaltiamo il gradimento del pubblico per l'oggetto o la persona che vogliamo promuovere, e costruiamo da zero un uomo o prodotto che si vuole imporre come leader. Distribuiamo con accortezza i falsi risultati, lasciamo il tempo di metabolizzarli e poi scopriremo immancabilmente che il credito reale di consensi è notevolmente cresciuto.

Se tanti ci credono dev'essere vero!

Quanto è diffuso questo pensiero, e quanto è facile manipolarlo a proprio piacimento.

Quanto è facile screditare un nemico diffondendo l'idea che non piaccia, che abbia molti nemici... se questa voce è tanto diffusa, deve pur avere dei fondamenti...

La saggezza popolare dice che a forza di vedere una luce in una persona qualche cosa dentro l'accendi.

Pur fruendo con accortezza della "saggezza" popolare, dobbiamo riconoscere quanto facile sia manipolare idee, sentimenti e soprattutto (forse l'aspetto più preoccupante) desideri e aspettative quando è possibile portare con insistenza la propria voce nelle orecchie delle persone.

La comunicazione sta cambiando il mondo.

L'oligopolio dell'informazione sta cambiando gli uomini. E con gli uomini sta cambiando il modo di vivere. Le chance di raggiungere un successo su base popolare basandosi solo su idee e fatti diventano ridicole confrontate a quelle di un successo costruito sull'alta intensità di un fuoco mediatico ad alzo zero sulla stessa base popolare.

C'è un bell'episodio dei Simpson in cui si confrontano un candidato serio, che per decine di anni ha adempiuto con onestà e efficienza ai suoi compiti, e Homer che non ha nulla che da proporre se non l'impossibile e un'ottima disposizione mediatica con cui diffondere il suo indovinato slogan: "Non può farlo qualcun altro?".

La verità da sola non basta, ahinoi.

Gli incubi continuano a camminare a metà tra sogni e realtà. Gli incubi fantascientifici si tramutano in realtà e per spaventarci meno cambiamo nome.

Gli incubi fantascientifici non esistono, esistono paure umane che la fantascienza ripesca, esistono paure irrazionali che possiamo fugare facendo un po' di luce nell'oscurità e pericoli concreti che bussano così insistentemente alla porta che finiamo quasi sempre col farli entrare.



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