uno sguardo alla sf del futuro da Emiliano Gokuraku Farinella

Detto, per la sua innata diplomazia e la sua abitudine di pesare le parole e di non avventurarsi mai in un'opinione in qualche modo sgradita a qualcuno, "Attila".

Cieli sintetici

Sergio Fanucci Un viaggio nella nuova fantascienza, nei suoi rapporti con la società e le sue tendenze più originali, alla ricerca degli spunti più promettenti per il futuro del genere che più di ogni altro è pronto ad accompagnarci nel nuovo millennio.

Sergio Fanucci è un editore che è riuscito, in pochi anni, a costruire una solida realtà editoriale su diversi fronti della fantascienza: classici, nuova fantascienza e media related.

Non mancano margini di miglioramento, ma non possiamo che rallegrarci per la vitalità che scarica nel mondo della fantascienza italiana. Grazie a Solaria - la collana di fantascienza da edicola edita da Fanucci - stanno arrivando in Italia diversi romanzi interessanti.

Ci auguriamo che la via verso la nuova fantascienza non venga abbandonata ma venga anzi intrapresa con più decisione. Anche su questo punto, per fortuna, Sergio Fanucci ci ha rassicurato in quest'intervista..

Delos: Nel 2001 uscirà per Solaria Iain Banks con The state of art. E' una bella notizia per i numerosi fans di Iain Banks in Italia. Che ne pensi di Banks?

Sergio Fanucci: E' un ottimo autore da tempo nelle mire della casa editrice. E' in grado di scrivere il mainstream e il genere senza perdere la sua originalità, il suo ritmo, la tensione che mette nelle storie. Suo è anche un romanzo molto particolare, vicino a una scrittura da avanguardia, il titolo è The bridge. Forse potrebbe andare nella nostra collana AvantPop, ma non ci convince in pieno.

Delos: Pubblicherai gli altri romanzi di fantascienza, inediti in Italia, di questo ottimo autore?

Sergio Fanucci: Probabilmente sì, anche se il calendario di Solaria è sempre in anticipo di un anno quindi non è facile trovare un eventuale posto.

Delos: Un altro autore molto popolare all'estero ma poco conosciuto in Italia è Terry Pratchett. Per dare un'idea della sua popolarità: il 6.5% di tutti i libri rilegati venduti in Inghilterra sono suoi. Perché gli editori italiani non hanno ancora pensato un serio investimento su Pratchett?

Sergio Fanucci: In realtà la Bompiani ha pubblicato diversi romanzi del ciclo di Discworld, credendo nell'autore ma poi ha rinunciato. Penso che sia un autore geniale ma che il lettore italiano faccia un po' fatica a comprendere. I personaggi che lui usa sono parodia di un mondo britannico, con un sense of humour tipicamente inglese. Da noi verrebbe bollato come un autore fantasy che tenta una strada più sofisticata, in realtà le sue storie sono favole scritte in una tradizione bradburyiana.

Il numero zero di Solaria

Delos: L'editore che investisse su Pratchett rischia di realizzare un colpo ancora più clamoroso di quello messo a segno da Feltrinelli con Pennac?

Sergio Fanucci: Pennac ha molto più dell'autore realista rispetto a Pratchett: usano stilemi differenti, costruiscono trame e storie in modo quasi simmetrico, opposto. Certo ora che l'operazione sul "genere" che sto portando avanti con tutte le mie collane, comincia a dare i suoi frutti... beh forse un posto per Pratchett lo si trova.

Delos: Sawyer è un ottimo autore di hard SF di connotazione classica. Quanto credi nelle forme più hard della fantascienza?

Sergio Fanucci: Leggendo l'ultimo Avanti nel Tempo (Flashforward) che è in edicola e in libreria in questi giorni, uscito per Solaria nr. 6, mi sono reso conto come la fantascienza non ha più aggettivi per essere definita, o meglio qualsiasi aggettivo le va stretto. E' raro trovare un autore di SF che non voglia cimentarsi con le nuove evoluzioni del genere al quale appartiene: pensate ai primi romanzi della Kress o a Jeter, ai vari esperimenti del periodo cyber, oppure pensate allo stesso Sterling. Personalmente credo che oggi un lettore di SF debba poter leggere tutte le diverse sfaccettature della SF. L'unico avvertimento: che non si cada nel ripetitivo.

Delos: Greg Egan è un altro autore di hard SF, meno classico e più speculativo. Tutto quel che è uscito in Italia di suo è stato un successo, però ancora i suoi capolavori sono inediti. Come mai?

Sergio Fanucci: A volte sembra incredibile ma alcuni agenti letterari non pongono poi cosi tanta attenzione nel vedere pubblicati i propri autori all'estero. E cosi alcuni dei nomi più importanti della SF rimangono inediti, chissà forse per pigrizia di qualcuno...

Delos: Solaria ci riserverà qualche sorpresa?

Sergio Fanucci: Lo vedo più come autore da Libro d'Oro, anche se in questa collana escono solo 2 o 3 romanzi l'anno di SF.

Delos: Continuiamo a parlare di Solaria. Solaria è stata una grande sfida. Dopo alcuni mesi puoi tracciare un bilancio preliminare? Il pubblico e la critica come l'hanno accolta?

Sergio Fanucci: Abbiamo i venduti del primo numero e sono più che confortanti; ho ricevuto molte e-mail che confermavano il giudizio estremamente positivo sul programma 2000 sia dai lettori che dalla critica. Voi stessi l'avete proposta per il premio Italia... Insomma tutto bene anche se è presto per capire se è amata dagli appassionati. I primi segnali sono soddisfacenti ma bisogna considerare che abbiamo alla spalle solo 5 mesi di vita e non quasi cinquant'anni...

Delos: Perché la coraggiosa decisione di scegliere "nuova fantascienza" per Solaria?

Sergio Fanucci: Perché il mondo va avanti e bisogna avere coraggio per trovare nuovi stimoli, anche nella lettura di un libro. Perché non si può rimanere fuori dal progresso della società in cui si vive, sia per apprezzarlo e condividerlo che giudicarlo negativamente. Solaria premia questo nuovo atteggiamento, premia un lettore attento e desideroso di stare al passo con l'evoluzione della nostra vita. I classici troveranno posto nella nuova ET, che verrà distribuita solo nelle librerie e accontenteranno quei lettori che hanno voglia di nostalgia. So bene che autori come Asimov, Simak e Sturgeon hanno accompagnato ore e ore di lettura, sogni ed evasioni dalla noia e (ri)trovare oggi questi narratori sembra impossibile... in realtà ci sono - penso a Yablokov di Scolpire il cielo che uscirà in Solaria nr. 8 ad Agosto, paragonato proprio a Simak! - ma bisogna saperli "sentire". Come? Mettendo tutti i nostri pregiudizi in dubbio, lasciando che nuovi mondi inventati e nuove regole si affaccino nella nostra mente, regalandoci descrizioni di emozioni mai vissute. Chiedo al lettore solo una cosa: di avvicinarsi a Solaria rilassato, libero da anni di letture di SF e da ricordi di una letteratura che non c'è più. Poi chissà, magari ne rimane coinvolto...

Alberto Lisiero e Sergio Fanucci alla Sticcon. La rivista mostrata è "Star Trek Nude"

Delos: Solaria presenta mediamente della fantascienza innovativa per gli standard italiani. Continuerai sulla strada dell'innovazione? Che sorprese ci aspettano in futuro?

Sergio Fanucci: Assolutamente, si. Intendo per l'innovazione. Si alterneranno scrittori anglo-americani con scrittori europei che hanno un approccio legato più al proprio vissuto che non alle visioni tipiche americane, dove guardano il futuro senza meditare troppo sul passato. C'è ora in atto nel mondo un processo di revisionismo storico, un tentativo di non far perdere la "memoria" - qual è quel romanzo di SF nel quale tutti i libri (compresi quelli di storia) sono stati portati nei computer, poi eliminati e dopo un blackout generale il mondo perde la propria storia perché nessuno è più in grado di accedervi... - nella quale la tradizione letteraria europea è decisamente più qualificata di quella americana. Bene anche la SF ne è coinvolta e la pubblicazione del poderoso romanzo francese di Ayerdhal e Dunyach, Stelle morenti, che uscirà a novembre nella collana Il Libro d'Oro, ne è prova e testimonianza al tempo stesso. Vincitore nel 1999 del premio Tour Effeil, è una classica space-opera nella quale invece che astronavi, viaggiano nello spazio degli Animali Città, vere e proprie creature cosmiche, ognuna dotata di sistemi politici, credi religiosi, costumi e ritmi sociologi diversi. Queste quattro entità decidono poi di riunirsi... Questo romanzo è una compiuta riflessione sull'evoluzione dell'umanità, è una proiezione profetica della nostra cultura, un intrigo politico complesso e ricco di suspense.

Delos: La fantascienza viene letta in Italia in gran parte in traduzione. Che importanza ha la traduzione per il successo di un libro?

Sergio Fanucci: Molta e infatti la prima cosa che ho fatto quando ho preso il posto di mio padre dieci anni fa è stata quella di elevare il livello dei traduttori. Mi sembra di esserci riuscito...

Delos: Come scegli i tuoi traduttori?

Sergio Fanucci: Abbiamo un'implacabile paginetta che usiamo come prova, che sembra di facile approccio, ma in realtà nasconde molte difficoltà.

Delos: Per autori complessi quanto è importante scegliere traduttori che li conoscano bene? I casi più noti sono relativi alle traduzioni di King e Pennac, ma - tornando alla fantascienza - che dire di Dick o Banks?

Sergio Fanucci: Più un traduttore conosce l'autore e più si ottiene un buon lavoro. Spesso i nostri traduttori sono in contatto con l'autore stesso, - ove è possibile... - e si scambiano dubbi e/o proposte per rendere poi la traduzione più vicina possibile al senso originale. Mi spiace ma non sono d'accordo con una corrente che "ritocca, dove non scorre". Se il romanzo non scorre in originale allora vuol dire che non funziona e quindi non si pubblica, semplice. Se invece piace a me o a Pergameno, piace anche per le sue asprezze. Mi riferisco per esempio a Noir, il Solaria nr. 1. Certo il traduttore può e in alcuni casi estremi deve intervenire, ma riscriverlo proprio no! In Italia c'è forse chi si sente un autore e fa come mestiere il traduttore... si è chiesto perché?

Delos: Un'altra tua famosa collana è AvantPop. Cosa è esattamente l'Avant Pop?

Sergio Fanucci: La collana AvantPop nasce con l'intento di tracciare le coordinate di una nuova scena intellettuale e letteraria, ancora in larga parte inedita in Italia. Una scena che nasce in quel calderone di sperimentazioni che è la cultura statunitense, sede di infinite contraddizioni e di vertiginose complessità, e si estende in Europa e in tutto il mondo, esprimendo un tentativo critico e letterario di reagire alla società dello spettacolo. Le autrici e gli autori della collana si collocano al crocevia dei generi letterari, coniugando tradizioni ed esperienze diverse, che vanno dalla fantascienza all'avanguardia, dal cinema ai classici. AvantPop presenta al pubblico una serie di opere che nel romanzo e nella scrittura trovano uno strumento di analisi e interpretazione del mondo contemporaneo.

Delos: Che autori presenterai prossimamente in questa collana?

Sergio Fanucci: Dopo il più bel romanzo di SF uscito negli ultimi vent'anni - è una mia esclusiva e personale idea! - Acqua, luce e gas, la trilogia dei lavori pubblici di Matt Ruff e l'esordio di uno scrittore italiano, decisamente insolito e accattivante, con Lo spazio sfinito di Tommaso Pincio, la collana AvantPop vedrà per fine anno due nuovi romanzi: Amnesia di Douglas Cooper, del quale dicono "Questo romanzo segnala l'arrivo sulla scena di un nuovo e importante scrittore. I suoi padri letterari sono Italo Calvino e Milan Kundera" e M 31 di Stephen Wright, un romanzo nel quale albeggia costantemente il "Confessioni di un artista di merda" di Philip K. Dick. Poi un altro italiano, William Vollmann...

Homepage di Fanucci Editore:

www.fanucci.it

Homepage di Solaria:

www.fanucci.it/solaria/

Homepage di Greg Egan:

http://www.netspace.net.au/~gregegan/

Homepage di Sawyer:

www.sfwriter.com

Delos: Gli ultimi anni sono stati un bel momento per il cinema di fantascienza, e probabilmente le cose continueranno ad andare bene. La fantascienza si presta ottimamente al cinema sia a offrire intrattenimento (e quindi alto ritorno economico) che a costruire storie con un significativo spessore. Quali sono, o potrebbero essere, i risvolti editoriali del successo di pubblico del cinema di fantascienza?

Sergio Fanucci: Spero non ti riferisca a "Mission to Mars" di De Palma, altrimenti l'effetto è quello serra, senza alcun futuro... La mia prima considerazione dopo questo film è stata "chi, incuriosito dal plot fantascientifico e ignaro della SF, viene a vedere questo film, bollerà tutta la SF come una grande noia, superficiale e scontata". Questo è ciò che succederà se i film previsti nel 2000/2001 saranno brutti: renderanno un cattivo servizio anche alla letteratura. Al contrario se saranno fatti bene - penso a Truman Show, identificato subito dickianamente - porteranno attenzione al genere e avvicineranno nuovi lettori. Un esempio vissuto sulla mia pelle: The Blair Wicht Project. In Italia a molti il film non è piaciuto e il libro/inchiesta di Antonella Fulci, tra l'altro molto interessante, ha smesso di vendere nel momento in cui si spargeva la voce di un possibile flop.

Delos: Al convegno fantascientifico di Courmayer svoltosi a maggio si è molto parlato di editoria elettronica. Che ne pensi?

Sergio Fanucci: Non sostituirà mai il libro anche se contribuirà a creare forme alternative di divulgazione dei contenuti. Penso un po' al gran rumore all'uscita dei primi cdrom. Le principali case editrice hanno fatto le corse agli investimenti e poi il cdrom non solo non ha sostituito il libro, ma ha dimostrato evidenti limiti. Certo le tecniche ora raggiunte nell'e-book sono altra cosa ma è anche vero che sono per ora costose e ingombranti. Staremo a vedere con estrema attenzione e disillusione.

Delos: Un'ultima domanda prima di lasciarti: cosa ti aspetti dalla fantascienza dei prossimi anni?

Sergio Fanucci: Che sappia dimostrare quello che è: l'unica forma narrativa in grado di leggere il nostro domani affidandosi alle proprie profetiche visioni, usando linguaggi e tradizione popolare, raccogliendo consensi là dove nessuno immagina, superando quel che rimane di confini ideologici e pregiudiziali, sfruttando la ragnatela del "genere".

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