a cura di

Emiliano Gokuraku Farinella

Cieli Sintetici Il gioco infinito


Un viaggio nella nuova fantascienza, nei suoi rapporti con la società e le sue tendenze più originali, alla ricerca degli spunti più promettenti per il futuro del genere che più di ogni altro è pronto ad accompagnarci nel nuovo millennio.

Year's Best Science Fiction è un'antologia che si ripropone periodicamente ogni anno presentando una selezione della migliore fantascienza pubblicata nell'anno precedente.

E' un appuntamento tradizionale per i lettori di fantascienza, acquistando questo volume sanno di andare incontro a un prodotto mediamente più che soddisfacente.

Il gioco infinito è il titolo italiano con cui viene presentata sul nostro mercato la penultima di queste antologie, uscita nel 1998 raccoglie il meglio del 1997. Il volume è uscito per Mondadori come Millemondi Estate 1999.

Il curatore dell'antologia è David Hartwell, che ha curato più volte questo tipo di volumi.

E' intenzione del curatore focalizzare l'antologia interamente sulla fantascienza fornendo ai lettori che ricercano specificamente fantascienza una meta annuale. La scelta adottata è chiara, questa antologia contiene solo fantascienza, ogni racconto contenuto nel volume appartiene chiaramente al genere specifico e non a qualcos'altro.

Pur con tutto l'apprezzamento per la fiction speculativa, il postmoderno e la narrativa di frontiera è una scelta apprezzabile perché fornisce un'idea chiara al lettore di quel che leggerà, in questo volume troverà solo fantascienza ampiamente riconoscibile come tale, per opere più di confine potrà far riferimento ad altri testi.

La fonte principale di racconti sono le riviste. Anche se in costante diminuzione quanto a copie vendute, il grosso dei migliori racconti pubblicati è dovuto all'opera delle riviste.

I punti di riferimento principali sono SF Age, Asimov's http://www.sfsite.com/asimovs/, Interzone http://www.sfsite.com/interzone/, Fantasy&ScienceFiction http://www.sfsite.com/fsf/ e Analog http://www.sfsite.com/analog/.

Il contenuto dell'antologia è molto diversificato. Ci imbattiamo in un'ampia varietà di stili e temi, talvolta potremo rimanere letteralmente affascinati da ciò che leggiamo, altre volte invece rimanere un po' interdetti, questo variegato percorso riesce però a fornirci un prezioso quadro dello stato attuale della fantascienza.

Alcuni racconti spiccano notevolmente sopra gli altri, Trattato di Accoglienza di John Whright o Il caso della lampada Mendelliana di Paul Levinson sono delle eccezionali sorprese.

Whright non è una sorpresa solo per il mercato italiano (questo è il suo primo racconto ad arrivare in Italia), fino allo scorso anno aveva pubblicato solo qualche racconto su Asimov's mentre continua a lavorare a dei romanzi. Trattato di accoglienza è però un racconto così sorprendente da suggerirci di tenere attentamente d'occhio l'autore. E' scritto forse in modo un po' troppo barocco, con un'ambientazione estremamente ricca di particolari e sorprese. Ci si ritrova a bordo di un'astronave in un remoto futuro in cui lontanissimi discendenti degli uomini - così evoluti e diversificati da essere irriconoscibili come tali - si ritrovano a vivere solo nello spazio in navi o habitat. Nessuna legge può imporsi in una situazione simile, troppo facile tirarsi fuori dal gioco nella vastità dello spazio e farla franca.

L'unica forma di rispetto reciproco che sembra continuare ad avere una qualche rilevanza è mediata da una sorta di onore. La differenza che passa tra l'essere una nave rispettata e onorevole e una nave di pirati sta solo nel rispettare il famoso "Trattato di Accoglienza" che dice in modo chiaro e perentorio quanto possa sostanzialmente prendere il più forte al più debole.

L'onore come forma ultima di garanzia di umana convivenza, ma, come è successo già infinite volte, l'ultimo uomo d'onore è morto molto prima che avesse inizio questa storia...

Il caso della lampada mendelliana, di Paul Levinson, è un racconto di tutt'altro tenore, a firma di un autore che ha scritto molto altro in questo contesto anche se con pochi riscontri editoriali in Italia.

La storia è ambientata nel mondo degli Amish. Attorno al protagonista, Phil D'Amato, muoiono alcune persone per quelle che sembrano cause assolutamente naturali. La coincidenza di questi decessi di persone che in quel momento ruotavano tutte intorno allo stesso problema risulta davvero incredibile... così il protagonista non può far altro che fare qualche indagine.

Il racconto ha il suo nucleo forte da cui partire con l'ipotesi fantascientifica in una bella constatazione: "La scienza fondamentalmente è un metodo, un modo razionale per indagare il mondo e tutti gli orpelli sono secondari." (p.371). L'indagine scientifica non è legata necessariamente all'altissima tecnologia, non è indispensabile un veloce computer e un attrezzatissimo laboratorio per scoprire le leggi del mondo naturale, e questo è un fatto noto da quando il metodo scientifico è nato, anche se adesso nell'immaginario collettivo la scienza è indissolubilmente legata all'alta tecnologia e tutto ciò che viene fuori in modo più rudimentale appare invariabilmente come superstizione. In questo racconto ci ritroviamo incredibilmente di fronte ai notevoli risultati ottenuti dalla comunità Amish applicando una scienza low tech.

Gli Amish, osservando il mondo naturale solo con i propri occhi e cercando di trarre il massimo dei risultati da un'applicazione del metodo scientifico limitata entro i propri dettami morali, giungono a risultati cui tutto il resto della comunità umana non si è mai avvicinata perché distratta da altre possibilità.

Sviluppano quindi una tecnologia assolutamente low tech che si dimostra però potentissima. Una minaccia terribile per il mondo intero se finisse nelle mani sbagliate...

Nessuna comunità è veramente compatta, ciò vale anche per gli Amish, che si trovano profondamente divisi dinanzi alla scelta dell'atteggiamento da assumere nei confronti delle possibilità loro conferite da questa tecnologia, e lo scontro è duro.

Levinson non dimentica mai che le conquiste ottenute da un lato o dall'altro sono figlie dello stesso tipo di pensiero, ed è proprio attraverso una piccola applicazione della più comune scienza hi tech che si trova qualche modo per difendersi.

E' una storia emozionate e stimolante, speriamo di poter leggere in altre situazioni l'evoluzione della storia.

Nel volume non mancano certo autori molto famosi. L'antologia si apre con un racconto di Gene Wolfe e a seguire poco dopo un racconto di Jack Williamson e uno di William Gibson.

Tredici inquadrature di una città di cartone di Gibson è un racconto molto affascinante, ma assolutamente incomprensibile. Questa volta Gibson si è dimenticato di inserire un livello di lettura zero che permettesse a tutti di godersi la sua storia. Il che, per quel che mi riguarda non è un punto a favore. Ci sono preziose eccezioni, però in linea di massima in una forma letteraria come la fantascienza preferisco imbattermi in storie fruibili a più livelli: un primo livello che sia alla portata di tutti (anche del lettore col mal di testa, o non esperto del genere), molto solido e concreto che offra una storia un'ambientazione e dei personaggi, e poi su questo che vengano intrecciati altri strati di fruizione più sottili che possano soddisfare il lettore più sofisticato (o quello in miglior forma fisica).

Invece in questo racconto Gibson sembra compiacersi un po' del suo stile, una scelta legittima che porta a un risultato molto affascinante, ma che probabilmente non lascerà soddisfatti molti lettori.

Ci sono storie anche molto divertenti come quella di Terry Bisson, della Dyer o di Nancy Kress.

I Nostalginauti, la storia di S.N. Dyer sembra un racconto degli anni '50, l'idea è che in futuro si scopra che è possibile effettuare i viaggi del tempo, ma le limitazioni con cui è possibile farlo sono tali che praticamente alla gente del presente sembra solo roba per turisti.

Uno dei protagonisti della storia la vede però in modo diverso, non gli importa che si possa viaggiare indietro nel tempo solo, ed esattamente, per 25 anni per un'apparizione nel passato sotto forma di esseri incorporei per non più di mezzo minuto. Quel che è importante per lui è che si sia capito il tempo, che si sia dimostrato che è quantizzato e che si sia arrivati a una Teoria Unificata del Tutto.

In ogni caso se non si vede spuntare il proprio sé futuro al proprio matrimonio qualche brutto sospetto può venire a tutti...

Se state leggendo questa rivista usando un prodotto Microsoft, se avete usato abbastanza spesso una qualsiasi versione di Office, il racconto di Terry Bisson non vi lascerà certamente indifferenti.

Storia d'amore in ufficio è un racconto che descrive quel che promette: una storia d'amore in ufficio, per la precisione una storia d'amore dentro Microserf Office 6.9.

L'office automation si è evoluta notevolmente e la cosa migliore adesso è far lavorare i propri impiegati dentro il programma. Sono più efficienti, più veloci e si distraggono meno. Per qualche attimo di rilassamento possono sempre aprire una finestra di Microserf Office e godersi il panorama di vialetto di ciottoli, tranquilli caffè e alberi di ippocastano in fiore offerti da "Aprile a Parigi", l'unica routine ricreativa presente entro il programma. L'unica routine ricreativa legale. I programmatori hanno inserito in realtà diversi ambienti segreti in cui possano insinuarsi gli impiegati per assentarsi un attimo dagli impegni aziendali. Ambienti che sono oggetto di caccia spietata da parte delle routine di ottimizzazione che percorrono in lungo e in largo il software alla ricerca di pezzi di codice non funzionali da eliminare.

Uno di questi ambienti protetti è proprio quello al centro di questa storia d'amore. Quel che resta da capire e se è possibile rinunciare alla tranquilla e rassicurante monotonia di Microserf Office troppo a lungo.

Si tratta di un racconto molto spassoso e divertente, soprattutto per chi ha degli interessi informatici e usa abbastanza spesso un computer. Se vi piace questo racconto forse potreste trovare molto divertente e interessante anche il romanzo Microserf di Douglas Coupland, probabilmente il titolo è così esplicativo che non è necessario aggiungere dettagli...

In Sempre a te fedele, secondo la moda, Nancy Kress ci parla di un mondo che si presta molto bene a situazioni a metà tra l'esilarante e la sconfortante tristezza. Il nuovo prodotto della moda sono gli atteggiamenti umani. Essere romantici, introversi, spigliati, sentirsi impauriti e emozionati come durante il proprio primo amore è solo una questione di chimica, e tutto può essere riprodotto. Le case di moda si dedicano quindi a vestire più lo spirito che il corpo e sottrarsi a questo rito e mostrarsi in pubblico senza sovrastrutture chimiche sarebbe come andare in giro nudi. Da qui prende il via la storia tormentata della coppia protagonista di questa storia. Una coppia socialmente agiata che può permettersi i prodotti all'ultima moda, finché, eresia!, uno dei due non decide di volersi sottrarre a questo gioco, a costo di sottrarsi anche al compagno.

La hard SF è rappresentata nell'antologia quantomeno da un paio di autori molto rappresentativi del genere: Benford e Egan.

Greg Egan è presente con Yeyuka, un bel racconto in cui però Egan non è al suo massimo, e forse la Guardia Sanitaria supercattiva che tutto vede e tutto controlla la si sarebbe potuta evitare. Il racconto è ad alto contenuto scientifico e con idee la cui applicazione in pochi decenni porta a un mondo e a uno stile di vita sensibilmente diverso da quello attuale, continuando il trend degli ultimi decenni di vita nel mondo industrializzato.

Egan è un autore che val la pena di essere letto. E' una straordinaria fucina di notevoli idee, soprattutto nei racconti.

Prossimamente uscirà per Mondadori una sua antologia, Luminous che sarà il caso di procurarsi e leggere assolutamente. Per la Nord a settembre uscirà un'antologia con i candidati all'Hugo che conterrà il suo Oceanic, anche questo molto bello.

In passato la Nord ha pubblicato il suo romanzo La Terra moltiplicata in cui alle forti ipotesi fantascientifiche si accostano notevoli commenti sul pensiero scientifico e sul modo di rapportarsi degli uomini al mondo naturale, sfociando magari alla fine nel trascendente, ma mai nel soprannaturale, esattamente come propongono altri ottimi autori di questi ultimi anni come Ian Banks con la sua teoria sulla sublimazione delle civiltà.

Sempre per la Nord si può leggere nell'antologia Cyberpunk curata da Nicolazzini, Assiomatico.

Se leggete in inglese è assolutamente imperdibile l'antologia di racconti Axiomatic in cui Egan dà il suo meglio.

Qualche altro suo racconto è stato tradotto e pubblicato sul sito di Intercom, e a proposito di siti uno da non perdere assolutamente è il sito ufficiale di Greg Egan: http://www.netspace.net.au/~gregegan/ in cui prendono forma simulazioni dellle idee dei suoi racconti.

La voce, il racconto di Gregory Benford - lo stesso autore del bellissimo romanzo Timescape [Nord] - è un racconto molto bello in cui mette assieme il fascino di Bradbury al tipico rigore scientifico cui ci ha abituati nelle sue opere.

La storia è ambientata in un mondo in cui tutti sono analfabeti, saper leggere è diventato superfluo da quando nella mente di tutti è presente la voce, una presenza immancabile e perpetua nella degli uomini che fornisce tutte le informazioni di cui si sente la necessità. Un modo di scambiare informazioni univoco, e una fonte unica, che non può quindi che limitare, uniformare e deformare, la visione del mondo della comunità umana. Il racconto in questo tocca alcuni temi del Faherenheit 451 di Ray Bradury.

Benford è cosciente del profondo debito di questo suo racconto nei confronti del romanzo di Bradbury, e si concede anche qualche scherzo riferendosi dentro il racconto a un vecchio testo: 233 Centigradi (è più facile pensare a uno scherzo dell'autore, che non è neanche nuovo scherzi di questo genere, che a un così clamoroso errore di traduzione).

Lo stesso Bradbury è presente nell'antologia con un racconto, La Signora Pallida, che non gli fa affatto onore.

Sono presenti altri grandi autori come Kelly, Swanwick, Silverberg e Moorcock.

Robert Silverberg ha fatto la sua comparsa nel mondo dei racconti da poco tempo, i suoi primi racconti li ha pubblicati nel 1997 su SF Age e sono ambientati nello stesso futuro: una Terra invasa da alieni superiori e cattivi che hanno ridotto in pessime condizioni l'umanità.

Non si tratta forse del miglior Silverberg, quello di romanzi come Morire Dentro, nonostante ciò Bellezza della Notte è un racconto molto bello che si legge con piacere.

Ogni resistenza contro questi alieni è inutile, quando si è tentato di reagire in qualche modo hanno diffuso un virus che ha sterminato più di metà della popolazione mondiale. Da allora non si è tentato più nulla.

Quando resistere è inutile, la strategia più appropriata è collaborare?

Il protagonista del racconto è molto vicino a un collaborazionista, un uomo che tenta di rimanere a galla e di trarre il massimo vantaggio dalla situazione.

Ma probabilmente c'è sempre un motivo per continuare a combattere anche quando sembra del tutto inutile e anche se sembra impossibile c'è sempre un modo per colpire il nemico.

Il racconto che è piaciuto di più al curatore dell'antologia è Ragnetto, bel ragnetto di James Patrick Kelly.

Nel suo racconto Kelly ci mette dinanzi a una figlia che va incontro a suo padre ormai molto anziano e in uno stato di salute fisica e psichica molto precario.

Un argomento che necessita di una forte dose di empatia, un argomento fantascientificamente scomodo, rispetto al quale si è portati a deprimersi facilmente - come nota il curatore - per fortuna Kelly riesce a trattarlo in modo delicato e pacato, affrontando la gravità e pesantezza del problema senza deprimersi.

Osso di Londra, la storia di Micheal Moorkock è molto originale, in una Londra estremamente riconoscibile viene ambientata una storia ricca e complessa non scevra dall'impegno morale.

Ci sono ancora tanti bei racconti in questa antologia, come il bel Emulatori universali in cui Tom Cool ci parla dell'identità dell'uomo, o il Flauto di Pan di Brian Stableford e qualche altro ancora...

In conclusione quest'antologia è estremamente ricca e variegata. Probabilmente saranno rimasti fuori molti ottimi racconti, però ha il grande merito di aver presentato un quadro generale sullo stato della fantascienza che soprattutto qui in Italia risulta prezioso. Non è frequente la possibilità di farsi un'idea delle varie direzioni che stia prendendo il nucleo forte della fantascienza. Leggendo questa antologia ci si fa qualche idea sulle speranze che ci sono per il futuro.

Mi auguro di poter leggere presto in Italia autori come Greg Egan, John Whright o Paul Levinson, la fantascienza del nostro paese avrebbe solo di che guadagnarci dal confronto con la letteratura di questi autori che è lontana anni luce da quella scritta in Italia. Confrontarsi con tematiche e autori così differenti potrebbe essere estremamente stimolante.

Il gioco infinito, i 22 racconti migliori del 1997 a cura di David Hartwell, Millemondi Estate 1999, Mondadori, L. 9900, pagg. 430.

Si ringrazia Ernesto Vegetti per l'uso del suo Catalogo della Fantascienza Pubblicata in Italia: http://www.cavaglia.com/CatalogoSF/



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