La guerra dei mondi

I crudelissimi Marziani, detentori di una tecnologia enormemente avanzata, abbandonavano il morente e desolato Marte per invadere la "ricca" Terra. (Wells riprendeva a sua volta l'immagine, comune in quel periodo, di Marte quale pianeta morente abitato da creature più evolute). Ne seguiva la più grande battaglia mai combattuta dall'umanità, per di più contro un nemico dalle forze assolutamente schiaccianti. Città bruciate, campagne devastate, milioni di morti, interi eserciti spazzati come foglie al vento. Eppure...

Come si può intuire dalla statura dello scrittore, non si trattava solo di un romanzo di avventure, per quanto originale. Esso conteneva anche elementi di riflessione: per esempio sulla fragilità del pur possente impero inglese; e su un'ingiustizia sociale quale rappresentazione più evidente del male che è dentro di noi (Wells era socialista). Gli stessi Marziani, benché descritti come veri e propri cyborg "ante litteram" (creature orribili, di natura biologica, fragili ma resi indistruttibili da una sorta di corazza meccanica ad alta tecnologia), erano evolutivamente più avanzati, ma non molto lontani dagli esseri umani (e c'era un'eco delle recenti teorie darwiniste, in questa impostazione). In che modo la Terra indifesa riusciva a superare la catastrofe? Nonostante la loro potenza bellica, gli alieni soccombevano all'insidia delle più piccole forme di vita terrestri: i microbi, e in particolare il virus del raffreddore, imprevisto alleato dell'umanità. In pochi giorni, gli uomini increduli assistevano all'ecatombe dei mostri vinti da insidie contro le quali non avevano avuto il tempo di maturare alcuna difesa.

Forse oggi questa trovata può lasciare perplessi: possibile che essa potesse destare sorpresa nei lettori? Ma attenzione, si era nel 1897 e ancora molto poco si sapeva di certi meccanismi biologici. Nel 1683 lo scienziato olandese Anton van Leewenhoek aveva scoperto al microscopio i batteri ma l'importanza della cosa non gli era stata riconosciuta; sarebbe stata necessaria la "riscoperta" di Koch nel 1876. Quanto ai virus, la prima comunicazione in cui se ne ipotizza l'esistenza è del 1892 ad opera del fisiopatologo russo Dimitri Ivanowski. Chiaro quindi che all'uscita del romanzo l'elemento narrativo "virus" aveva un sapore di palpitante novità, e magari per molti fu una scoperta vera e propria. L'idea, insomma, fantascientificamente "funzionava" (d'altronde: gli Dei Bianchi, scoprendo e invadendo le paradisiache isole Hawaii, non vi avevano involontariamente esportato raffreddore, morbillo, vaiolo, mali sconosciuti a quelle popolazioni, provocando una ecatombe di centinaia di migliaia di morti?)

Il libro di Wells ha ispirato film e telefilm vari. Da ricordare soprattutto il classico La guerra dei mondi di Byron Haskin (1953). Per dovere di cronaca, vorrei notare che il fracassone Independence Day (1996) è un rifacimento mascherato del romanzo di Wells: anche in esso gli alieni soccombono a un virus terrestre (ma "virus" di computer); comunque il confronto con l'opera di Wells (e col film di Haskin) resta schiacciante.