Quando le radici: Eugenio Ragone

Parlare di Eugenio Ragone (Taranto, 1945) significa inevitabilmente parlare anche di me stesso, come pure di molti lettori e appassionati sf baresi e pugliesi...

Eugenio Ragone: leggi la presentazione di Vittorio Catani

Il Relatore fece la sua apparizione nel momento e nel modo da tempo stabiliti. Il Progettista Genetico - che lo aspettava - non ne fu sorpreso.

I due meditarono per la durata di un milionesimo del tempo di rotazione della Grande Ruota, come prescriveva l'etichetta, prima che il Relatore si esprimesse.

- Ha studiato il problema che le era stato posto?

- Sì, Magnifico Relatore.

- E arrivato a una soluzione?

- Così spero, confidando nel Grande Tempo.

Da quell'incontro poteva dipendere il loro futuro. Senza fretta (nessuno del loro popolo aveva mai conosciuto la fretta), il Progettista cominciò col riepilogare le premesse dell'esperimento.

- Il problema che il Consiglio mi aveva incaricato di risolvere era arduo, e strettamente legato alla nostra storia: "Può esservi alternativa all'immortalità, pur nel rispetto della conservazione della specie?"

Qui fece una pausa, come prescritto, per dar modo al Relatore di intervenire.

- Il quesito - osservò quest'ultimo - è tutt'altro che astratto: noi tutti apprezziamo i vantaggi di essere immortali, ma non possiamo ignorare lo svantaggio di un progressivo inaridirsi delle nostre esistenze, sempre più minacciate dalla piaga della ripetitività. Se esiste un rimedio che abbini al progredire ininterrotto della conoscenza la freschezza del rinnovamento, è nostro dovere trovarlo: la natura è perfettibile, e lo scopo ultimo di ogni specie intelligente è quello di migliorarla.

- L'immortalità può essere salvaguardata attraverso la sua negazione - affermò il Progettista quando fu il suo turno di parlare.

- Interessante paradosso. In che modo è possibile?

- Scindendo in due ciascun individuo, per difenderne l'unicità.

Il Progettista fece educatamente una breve pausa per dar modo all'altro di assaporare meglio questo nuovo paradosso di cui, come tutti i membri della sua civiltà, il Relatore era ghiotto. Poi continuò: - Il procedimento fondamentale consiste nel porre un termine all'esistenza di ciascun essere, in modo da permettere un rapido avvicendamento di numerose individualità; ciascuna di queste avrà una personalità diversa da tutte le altre, sarà dotata di ricordi autonomi e potrà quindi svolgere, nel breve arco della propria esistenza, attività speculativo/progettuali differenti da quelle di coloro che l'hanno preceduta.

- Una proposta davvero stimolante. Ma come farà ciascuna creatura a terminare la propria esistenza? E in che modo verranno creati i nuovi individui?

- Il ciclo avvio/terminazione (che nei miei diagrammi ho denominato "nascita/morte") verrà assicurato in maniera parzialmente automatica: la fine di ciascuna unità sarà garantita da un progressivo decadimento bio-funzionale innescantesi nelle cellule a partire da un dato momento; quanto alla fase di rinnovamento, invece, l'innesco dipende da una decisione personale di due individui, perché - qui il Progettista parve esprimere una nota di orgoglio - ho introdotto nel sistema quella scissione/diversificazione delle unità cui accennavo prima: anziché essere autosufficiente, ciascun individuo sarà di segno positivo o di segno negativo, (indicati come "maschio" e "femmina" nei diagrammi), e i nuovi elementi potranno essere creati solo con la collaborazione dei due segni opposti. E' una complicazione, ma in questo modo si ottiene un proficuo rimescolamento nei dati delle matrici.

- Molto ingegnoso; ma come decideranno, questi individui, di collaborare con un essere di segno contrario?