Parlare di Eugenio Ragone (Taranto, 1945) significa inevitabilmente parlare anche di me stesso, come pure di molti lettori e appassionati sf baresi e pugliesi. Dacché Eugenio ed io ci conoscemmo (1969), e fino ai primi anni 90, il nostro rapporto si è estrinsecato - nel tempo - in una fitta serie di iniziative e collaborazioni. Ciò è stato possibile (direi: è venuto da sé) grazie all'emergere, fra noi due, di una stretta amicizia alimentata da una condivisione di idee su alcuni argomenti e in particolare sulla fantascienza; narrativa che entrambi ritenevamo - tuttora riteniamo - in grado di offrire una lettura alternativa del reale.

L'impegno che profondevamo nelle iniziative comuni tendeva, sostanzialmente, alla valorizzazione del "genere" preferito soprattutto presso il pubblico dei "non addetti"; ci proponevamo, in questo modo, di sfatare preconcetti che hanno sempre trascurato o mortificato le potenzialità cognitive della science fiction. Cercavamo anche di valorizzare autori italiani a nostro avviso meritevoli di attenzione per la loro originalità rispetto ai moduli statunitensi. Ci sforzavamo insomma, se non di creare adepti, di stimolare interesse intorno agli esempi più maturi della fantascienza, tramite un'attività a vasto raggio che, negli anni, è giunta a coinvolgere numerosi appassionati e simpatizzanti. Eugenio ed io, talora unitamente ad altri, abbiamo: scritto racconti e saggi, fondato fanzine; tenuto conferenze, relazioni, seminari, incontri in circoli culturali e in ambienti scolastici di vario ordine e grado; scritto e presentato libri; recitato, registrato, curata la regia di sceneggiati di fantascienza; organizzato e interpretato pièces teatrali fantascientifiche delle quali abbiamo adattato i testi; trasmesso alcune serie di programmi radiofonici e tv di sf; organizzato una piccola convention locale (LittleCon 1, maggio 1981). Contributi abbiamo portato anche alla realizzazione di mercatini del libro e di rassegne cinematografiche; infine (ma probabilmente dimentico qualcosa) è stato girato un cortometraggio. Va detto che, in contemporanea a queste attività, Eugenio ed io abbiamo sempre perseguito, nel campo, un nostro percorso personale. Il che vale anche per qualcuno dei personaggi coinvolti, e mi sembra giusto citare almeno i più assidui e determinanti per la riuscita di varie realizzazioni: il prof. Antonio Scacco, che attualmente dirige la sua fanzine cartacea Future Shock (presente anche online: www.futureshock-online.info/index.html); Roberto de Marinis, fondatore e titolare di Radio 5; Guido Bottone, che diede la sua impronta a numerose trasmissioni radiofoniche; Donato Altomare, negli anni Ottanta già prolificissimo autore di racconti. Notizie più dettagliate su personaggi e risultati di questa attività, che nel ricordo odierno mi appare quasi frenetica, sono reperibili in un mio articolo, Un trentennio di narrativa fantastica in Puglia (1969/2000), sul n. 47 di Nova Sf (2001, ed. Perseo).

Nella seconda metà degli anni '60 Eugenio Ragone si trasferì con i genitori a Bari, dove - sposato; due figli - tuttora lavora e risiede. Personaggio poliedrico, vivace, creativo, dotato di forte personalità e notevoli capacità organizzative, egli fu certamente il "primo motore" dei comuni progetti e il più deciso nel sostenerli. Aveva seguito corsi di dizione, recitazione e regia teatrale, e fu quindi da sprone nel realizzare attività insolite nel settore della sf (mi riferisco soprattutto agli sceneggiati su audiocassette e agli spettacoli teatrali). Ricordo gli anni '70 e i primi '80 come pionieristici: volevamo ampliare il verbo fantascientifico attraverso vari media, non ci era sufficiente la pagina scritta. La non lontana eco del Sessantotto, ma spesso il rifiuto di una omogeneizzazione strisciante, sopportata in prima persona anche nel quotidiano, ci invogliava nonostante tutto a sperimentare, tentare nuove vie.