Su tutte queste cose è inutile rivolgergli domande dirette, naturalmente: per esperienza, sappiamo che lui troverebbe comunque il modo di fuorviare il discorso. Lo fa sempre, anche quando proviamo a chiedere notizie più dettagliate sull'incidente che causò la morte dei nostri genitori.

Sì, meglio rispondere in fretta, assecondando le sue attese. Forse la lezione di oggi non durerà poi così a lungo. Forse avanzerà del tempo per evadere da questo cortile.

- La Pietra, che poggia su un basamento d'argille marnose, è una formazione d'arenaria risalente al miocene medio, a circa venti milioni d'anni fa, e deve la sua solidità alla forte presenza di calcarenite...

- Carbonato di calcio, in sostanza - interrompe nonno Fem.

Potrei aggiungere qualche commento di natura chimica, precisando un paio di formule e qualche percentuale, ma me ne guardo bene, ho fretta di concludere. - All'interno della struttura, l'abbondante presenza di fossili marini denuncia la sua origine d'antico fondale, e sulla sommità, il cui punto più alto è posto a mille e quarantasette metri sul livello del mare, si estende un pianoro di dodicimila metri quadrati, ricoperto da una prateria cespugliata...

- D'accordo, figliolo - m'interrompe ancora il nonno, favorendo stranamente la mia intenzione di tagliare corto. - Questa è una bell'elencazione di nozioni geomorfologiche, ma veniamo al punto: l'analogia.

- Oh, se a te interessa solo questo, è presto detto, nonno. Per qualche strano fenomeno, la Pietra respinge le correnti elettromagnetiche. Come un grande scudo naturale.

- L'analogia, Massuelo - insiste nonno Fem, in un brontolio.

- Diglielo, mondo schifo! - protesta Jula. - Deciditi, o qui ci facciamo notte, fratellino.

- Ci sto arrivando... Qualcuno sostiene che in profondità, sotto il basamento argilloso, giaccia un grosso blocco di un qualche materiale rifrangente, un corpo diamagnetico più potente di qualsiasi altro conosciuto, quel blocco che nelle leggende dei vecchi montanari è citato con il nome di lapis niger... E' questa l'analogia. - Guardo Jula di sottecchi, e lei aggrotta la fronte in un'espressione cattiva, sollecitandomi il completamento capace di soddisfare nonno Fem. Ha perso anche lei la pazienza, e a ragione: è ora che sputi fuori la conclusione che lui si aspetta. - Ed è per questo che al popolo della montagna conviene trattenere gli insediamenti nei pressi della Pietra: qui i condizionamenti indotti dall'Azienda tramite rete elettromagnetica non può raggiungerlo, raggiungerebbero con difficoltà persino il conduttore piantato nel cervello di un nomenclato.

Nonno Fem sorride compiaciuto, e sorride anche Jula, di nascosto, perché sta pensando la stessa cosa che penso io: che se la mia disquisizione ha soddisfatto il nonno forse la lezione sta per finire, e che se lui si decide a congedarci resterebbe ancora tempo per correre più a valle a scoperchiare qualche strato di letame seccato, o per raggiungere l'Alveare e le pendici della Pietra in cerca del Prete Sanpazzo.

- Molto bene, Massuelo - dice il nonno, battendo la pipa di canna sullo spigolo del tavolino, per vuotarla dalla mistura di foglie ormai incenerita. - Tutto giusto. Dobbiamo però prendere in considerazione anche l'eventualità di un allontanamento forzato dalla zona protetta, e pertanto passeremo adesso a esaminare le tecniche per la realizzazione di uno scudo respingente. - Solleva con cura il suo cilindro, il tesoro di cui va fiero, e lo adagia al centro del tavolino sgangherato.