E ugualmente sfuggente sembra essere l'origine del genere; anche la ricerca del primo esempio di fantascienza: Gilgamesh per Lester Del Rey, i Viaggi di Gulliver di Swift per Kingsley Amis, gli Stati e imperi della luna di Cyrano de Bergerac per Moskowitz, Frankenstein di Mary Shelley per Aldiss e James Gunn, Verne per Brian Stableford, Luciano di Samosata per Gunn e Suvin, mentre Delany (curiosamente, il più americanocentrico fra i critici), ponendo l'accento sulla rivoluzione stilistica dei pulp, pone l'inizio proprio nel 1926.

E altrettante le dichiarazioni di morte, che forse iniziano con lo sgancio della bomba atomica su Hiroshima. Ripetutamente, si dice, la fantascienza viene sorpassata dalla realtà: quella spinta "profetica" di cui parlava Gernsback, rifiutata a parole, resta una delle aspettative con cui spesso ci si rivolge alla fantascienza. Alla bomba seguiranno lo sbarco sulla Luna e la rivoluzione informatica, così come la "scoperta" della fantascienza da parte degli scrittori non di genere. Ma in quest'ultimo caso, si tratta di una cancellazione della memoria storica, in cui ci si dimentica che un collegamento fra "ghetto" e resto del mondo, inevitabilmente c'è sempre stato, sia in America sia altrove. La storia della fantascienza, come si diceva è composta da tante storie.

E allora proviamo a farla. In ordine sparso, o forse no. Riviste, autori, editor, periodi, temi, tradizioni nazionali. Forse, la scopriremo insieme.