La maggior parte dei media generalisti oggi lo ricorda per un racconto abbastanza poco significativo, Super-Toys Last All Summer Long, diventato famoso perché Stanley Kubrick prima e Steven Spielberg poi ne trassero l'adattamento per il film A.I..

Ma la produzione letteraria di Brian W. Aldiss, ordinato dalla Regina Elisabetta Officer of the Order the British Empire nel 2005, è ricca di ben altre gemme. Nato nel 1925, a diciotto anni si arruola e combatte in Birmania. Tornano dopo la fine della guerra lavora in una libreria e comincia a scrivere piccoli raccontini autobiografici sulla sua esperienza di libraio; ne nasce il primo libro, The Brightfount Diaries. Appassionato di fantascienza comincia anche a scriverla, costruendosi un seguito di ammiratori; alla Worldcon del 1958 è l'autore che prende più voti nella categoria Autore più promettente del Premio Hugo, ma non vince perché la maggior parte dei votanti vota "No Award", nessun premio.

È anche critico; nel 1964 dirige con Harry Harrison la primissima pubblicazione di critica dedicata alla fantascienza, Science Fiction Horizons; comincia anche a curare antologie di grande successo, in particolare per Penguin.

Nel 2000 è stato onorato dal titolo di SFWA Grand Master e nel 2004 è stato inserito nella Science Fiction and Fantasy Hall of Fame. Nel 2013 ha ricevuto un World Fantasy Special Award.

La notizia della morte circolava non confermata da qualche giorno, ieri è arrivata la conferma. Aldiss ha compiuto 92 anni il 18 agosto; la notte successiva se ne è andato, nel sonno.

Le opere più importanti

L'opera più ambiziosa di Brian Aldiss è probabilmente la trilogia di Helliconia, composta da La primavera di Helliconia (Helliconia Spring, 1982), L'estate di Helliconia (Helliconia Summer, 1983) e L'inverno di Helliconia (Helliconia Winter, 1985). In un'intervista che gli facemmo per uno dei primi numeri di Delos, parecchi anni fa, chiedendogli scherzosamente come mai si fosse fermato a tre stagioni, Aldiss ammise di non essere Vivaldi.

Tra le opere più importanti dell'epoca più produttiva, negli anni sessanta, da ricordare certamente Il lungo meriggio della Terra (Hothouse, 1962), Galassie come granelli di sabbia (The Canopy of Time, 1959), Cittadino del tramonto (Greybeard, 1964). In epoche più recenti Frankenstein liberato (Frankenstein Unbound, 1973) dal quale Roger Corman trasse un film, The Malacia Tapestry (1976), L'ora di ottanta minuti (The Eighty-Minute Hour: A Space Opera, 1974).

Fondamentale anche il saggio Un miliardo di anni (Billion Year Spree: The History of Science Fiction, 1973), rivisto alla fine degli anni ottanta e ripubblicato col titolo Trillion Year Spree, nel quale tra le altre cose identifica il Frankenstein di Mary Shelley come primo romanzo di fantascienza.