- Possibile che la nebbia impedisca a tal guisa i voli degli aeromobili? - meditai a voce alta - Eppure, da quando il signor Doppler e il signor Hertz hanno affinato la teoria dell'oscillatore magnetron ad alta frequenza, esiste un geniale apparecchio che permette di infischiarsene della insufficiente visibilità!

- Se il signore si riferisce al radar, mi duole informarla che in questo aeroporto è guasto da dieci anni. - obiettò Consiglio.

- Gli addetti alla riparazione non lo riparano perché affermano che non è loro competenza istituzionale. - aggiunse Passepartout - Attendono direttive dall'ENCIR, cioè all'Ente per il Controllo degli Impianti Radar.

- Questi ultimi però sostengono che hanno diramato il necessario ordine di servizio da anni, ma che l'ENGAP, cioè l'Ente per la Gestione del Protocollo Aeroportuale, non ha ancora protocollato il documento. - rilanciò Consiglio.

- L'ENGAP, a sua volta, accusa di boicottaggio l'ENGAC, cioè l'Ente per la Gestione della Cancelleria Aeroportuale, che uniteralmente ha deciso sei anni fa di non fornire più l'indispensabile servizio di temperamatite, per cui gli uffici sono costretti a servirsi di Minamì, con un evidentissimo disagio nelle pratiche correnti. - ribatté Passepartout.

- L'ENGAC rimpalla però la responsabilità all'ENRAC, ossia all'Ente per la Ripartizione delle Competenze Aeroportuali, che in sei anni non ha ancora stabilito a quale struttura spetti istituzionalmente il compito di temperare le matite. - fece ancora Consiglio.

- L'ENCIR, l'ENGAP, l'ENGAC e l'ENRAC accusano i vertici dirigenziali, in particolare l'ENPASTLCPFV, cioè l'Ente dei Paperoni che si Spartiscono la Torta Leccando il Culo ai Politici e Fottendosene dei Viaggiatori. I dirigenti di quest'ultimo ente riconoscono l'esistenza del problema, ma non possono risolverlo perché stanno tutto il giorno in televisione ad accusarsi l'un l'altro di non fare un cazzo per risolverlo. Però hanno proposto la costituzione, con spese da iscriversi ovviamente al bilancio dello Stato, di un nuovo Ente Predisposto che, a loro dire, sistemerebbe tutto.

Il signor Fogg mi rivolse un cipiglio interrogativo. Ma io non avevo afferrato più di lui. D'altra parte, non sono solito prestare attenzione alle farneticazioni dei servitori, che usano una lingua spesso volgare e del tutto priva di raffinata prosopopea, di metonimie e di ipallaghi.

- Insomma... - fece Fogg - pare che siamo bloccati qui.

Oh come il mio intimo essere si ribellava a cotanta costrizione! Scossi il capo.

- Deve pur esserci un baldo e ardimentoso pilota che impavidamente desidera comunque cimentarsi con l'etereo elemento a dispetto delle avverse condizioni della Natura, che in quanto femmina deve essere pugnata, sconfitta e infine soggiacere domata alla maschia volontà dell'Uomo!

- Come piace a voi, signore. - concesse Consiglio - Mi sembra di aver visto un velivolo che rullava sulla pista nonostante la nebbia.

Sorrisi, e il signor Fogg mi fece specchio. - Lo sapevo. Andiamo, dunque, a conoscere il nostro eroico futuro nocchiero.

Senza frapporre indugio raggiungemmo la pista di volo, che si estendeva su una superficie di trentatrevirgolanove ettari ed era ricoperta di un materiale sintetico capace di sopportare una pressione pari a quella di una colonna d'acqua alta ottantacinque piedi.

Effettivamente un aeromobile solitario stava scaldando i propri motori. Nel candore avvolgente della nebbia non riuscii a distinguere sulla carlinga alcun segno di nazionalità, né una indicazione di linea aerea. Tuttavia, mi parve di scorgere tracce familiari nel viso dell'uomo che appariva al finestrino della cabina di pilotaggio. Oh, quale sorpresa provai a riconoscerne le fattezze!

- Ma non è Robur il Conquistatore, quello?

- Come piace a voi, signore. - rispose Consiglio.