di

Michael Moorcock

La perla nel cuore del mondo

Estratto dal romanzo Elric di Melniboné: La Fortezza della Perla

Dopo tanti anni torna un personaggio molto amato dai lettori di fantasy: Elric di Melniboné, il principe albino posseduto dalla propria spada magica Tempostosa, la Bevitrice di anime. Il romanzo di cui pubblichiamo questo un breve estratto, La fortezza della perla, scelto da Piergiorgio Nicolazzini e pubblicato nella collana Narrativa dell'Editrice Nord, è in libreria a partire da questo mese. Sarà seguito l'anno prossimo da un altro inedito della serie di Elric, La Vendetta della Rosa.

Quarzhasaat non s'era limitata a razionalizzare l'errore che l'aveva portata alla sconfitta, ma giustificava la sua successiva incapacità di reagire affermando di aver già distrutto il nemico. E con la storia antica così riscritta nessuno straniero poteva essere un melniboneano, dato che Melniboné non esisteva più. Di questo, almeno, lui poteva smettere di preoccuparsi. Tuttavia quella gente era così disinteressata al resto del mondo che il nobile Gho Fhaazi non mostrava altre curiosità nei suoi confronti. Il quarzhasaatiano aveva già stabilito chi era Elric, e tanto gli bastava. L'albino non finiva di stupirsi delle stranezze della mente umana, che una volta costruitasi una fantasia poteva difenderla come fosse la più solida realtà.

L'unico problema di Elric restava ora il fatto che lui non sapeva molto della professione in cui si spacciava per esperto, sempre che fosse quello l'incarico che il nobile Gho pensava di affidargli.

Il quarzhasaatiano immerse le dita in una ciotola d'acqua profumata e si inumidì la barba, lasciando con ostentata indifferenza che preziose gocce cadessero sui mosaici del pavimento.

- Il mio servo mi ha riferito che tu hai compreso quella notizia - disse, asciugandosi le dita in una salvietta ricamata. L'uomo aveva camerieri e schiavi per servirlo a tavola in quei piccoli compiti, ma aveva deciso di cenare da solo con Elric, forse per timore che i suoi segreti fossero riferiti ad altri. - Le parole effettive della profezie sono un po' diverse. Tu le conosci?

- No - rispose subito Elric, con franchezza. Si chiese cosa sarebbe successo se il nobile Gho avesse capito che lui era un millantatore.

- Quando la Luna di Sangue trarrà la fiamma della Tenda Bronzea allora la Via della Perla sarà aperta.

- Proprio così - disse Elric.

- E i nomadi ci dicono che la Luna di Sangue sorgerà sulle montagne fra meno di una settimana. E brillerà sulle Acque della Perla.

- Esatto - disse Elric.

- E di conseguenza, ovviamente, la strada per la Fortezza sarà rivelata.

Elric annuì con gravità, come a confermare ogni parola.

- E un uomo come te, con la conoscenza del super-naturale e del non super-naturale, capace di destreggiarsi fra la realtà e l'irrealtà, edotto dei sentieri che scorrono sul confine fra la veglia e i sogni, può scardinare le difese, sopraffare i guardiani e rubare la Perla! - Nella voce del nobile Gho c'era un misto di cupidigia venale e desiderio lascivo, quasi sessuale.

- Questo in teoria, certo - disse cautamente lui.

Il nobile Gho parve apprezzare quella sana prudenza. - Sei disposto a rubare la Perla per me, messer Ladro?

Prima di rispondere, Elric si permise di riflettere un poco. - In un furto di questo genere è contenuta un'alta percentuale di rischio, come puoi immaginare.

- Naturalmente. E' ovvio. La mia gente è da tempo convinta che nessuno, fuorché un esperto nella tua arte, abbia una possibilità di penetrare nella Fortezza e trafugare la Perla.

- E dove si trova questa Fortezza della Perla?

- Nel cuore del mondo, suppongo.

Elric corrugò la fronte.

- Dopotutto - disse il nobile Gho con una certa impazienza, - il gioiello è appunto noto come la Perla nel Cuore del Mondo, no?

- Capisco ciò che vuoi dire - annuì Elric, sopprimendo l'impulso di grattarsi la testa. Ciò che lo interessava in realtà era solo quel meraviglioso elisir e l'idea di berne un altro sorso, anche se lo disturbava il motivo per cui quel delizioso liquore chiaro lo attraeva tanto. Cercò di concentrarsi sulla conversazione con Gho. - Puoi darmi altri particolari sulla... faccenda?

- Credevo che questo fosse il tuo campo, messer Ladro. Mi sembra ovvio che tu debba per intanto andare all'Oasi del Fiore d'Argento. I nomadi stanno per tenere là uno dei loro raduni. La cosa ha senza dubbio attinenza con la Luna di Sangue. E' molto probabile che la via si apra per te proprio all'Oasi del Fiore d'Argento. Tu sai come arrivare all'Oasi, suppongo.

- Purtroppo ho perduto le mie mappe - si lamentò Elric.

- Te ne sarà fornita una. Hai mai viaggiato sulla Strada Rossa?

- Come ti ho detto, nobile Gho, nel vostro impero io sono uno straniero.

- Ma la geografia della regione da cui provieni è strettamente legata alla nostra, e così la sua storia!

- Temo di essere un po' ignorante in queste materie, nobile. Noi dei Reami Nuovi siamo vissuti tanto a lungo nell'ombra della maligna Melniboné che ancor oggi ci resta difficile dedicarci alle gioie dello studio e del sapere.

Il nobile Gho inarcò le sopracciglia artificialmente schiarite. - Già - ammise. - Suppongo che debba essere così. Comunque sia, messer Ladro, ti farò dare una mappa, anche se la Strada Rossa è facile da seguire, visto che conduce da Quarzhasaat all'Oasi del Fiore d'Argento e più oltre ci sono soltanto le montagne che i nomadi chiamano le Colonne Scolpite. Probabilmente quella è una zona di poco interesse per te, a meno che il Sentiero della Perla non ti porti fra quelle montagne. Si tratta di una via piuttosto misteriosa che peraltro è segnata su certe antiche mappe... nessuna delle quali è in nostro possesso. E noi abbiamo le biblioteche più fornite del mondo.

Elric intendeva prolungare il più possibile la sospensione della sua condanna a morte, e stabilì di proseguire con quella farsa finché non avesse avuto il modo di andarsene da Quarzhasaat, con tutto il necessario per sostentarsi durante il viaggio da lì ai Reami Nuovi.

- Una mappa e un buon cavallo, spero. Puoi darmene uno?

- Avrai il migliore. Hai necessità di sostituire il tuo bastone ricurvo? O era soltanto un simbolo della tua arte?

- Posso procurarmene un altro.

Il nobile Gho si accarezzò la rigida barbetta riccioluta. - Se lo dici tu, messer Ladro.

Elric decise di cambiare argomento. - Non hai ancora accennato a quella che sarà la mia ricompensa. - Vuotò il boccale e lo spinse verso il nobile Gho, che pur riluttante a servirlo con le sue mani glielo riempì di nuovo.

- Tu quanto chiedi, di solito? - domandò il quarzhasaatiano.

- Be', questo è un lavoro tutt'altro che solito - scherzò Elric, che cominciava a divertirsi. - Come forse avrai già immaginato, vi sono pochi professionisti di abilità paragonabile alla mia nei Reami Nuovi, e pochi di loro avrebbero l'audacia di venire a cercare fortuna fin qui a Quarzhasaat...

- Se tu riuscirai a portarmi quella Perla, messer Ladro, io farò di te un uomo ricco. Tanto ricco che tornato nei Reami Nuovi tutti ti invidieranno. Io ti darò ciò che possiede un nobile: vesti di lusso, gioielli, un palazzo, schiavi. Oppure, se preferisci il potere, avrai una carovana carica di merci così pregiate da assoldare un esercito privato. Potresti diventare un Duca nella tua terra, forse perfino un principe!

Copyright 1989 by Michael Moorcock

Copyright 1998 by Editrice Nord per l'edizione italiana

Traduzione di Gianluigi Zuddas

Per gentile concessione dell'Editrice Nord.