La scelta finale di Paul al termine di Messia di Dune, quella di abbandonare l’Impero ed esiliarsi nel

deserto in cerca di una morte che egli vede come liberazione, è l’unica via di salvezza dal determinismo del Sentiero. La sorella Alia è l’unica a rendersene conto: «L’intera vita di Paul è stata una lotta per sfuggire alla Jihad e alla trasformazione in dio», spiega all’amante Duncan. «Finalmente si è liberato. Lui stesso l’ha scelto!». Alia sottolinea quest’ultima frase (che Herbert enfatizza con l’esclamativo) perché in essa c’è il senso della scelta di Paul. Una scelta appunto, che egli forse per la prima e ultima volta nella sua vita ha compiuto da solo, in un silenzioso grido di sfida contro il fato che – come nel mito greco degli Atridi – ha colpito la dinastia degli Atreides. Come riflette il figlio di Paul, Leto, ne I figli di Dune: «…Un profeta può sfuggire alla sua visione soltanto procurandosi una morte in disaccordo con essa».

 

GENETICA

L’ossessione per la manipolazione genetica è una costante del pensiero creativo di Frank Herbert. Oltre a emergere nei suoi pochi romanzi slegati dall’universo di Dune, ritorna prepotente all’interno del ciclo. Anche se la galassia di Dune è popolata, come quella di Asimov, da soli esseri umani, la manipolazione genetica comporta una variabilità tale di gruppi umani da poter parlare di vere e proprie “specie aliene”. L’esempio più evidente è costituito dai piloti della Gilda Spaziale: queste persone, normali esseri umani, si sottopongono del tutto ignari a un esame che prevede la loro immersione in una camera di melange. Il candidato ottimale, inalata la sostanza, darà il via a una mutazione genetica rapidissima e definitiva. Ne Il Messia di Dune apprendiamo il vero aspetto dei Navigatori della Gilda: esseri simili a pesci, dotati di branchie, che vivono perennemente immersi in una camera trasparente di melange. Un’immagine ben trasposta sul grande schermo nel film di David Lynch.

Il Bene Tleilax, un gruppo composto da esseri viscidi e grigiastri chiamati Tleilaxu, rappresenta la massima espressione degli orrori della manipolazione genetica. Frutto delle manipolazioni del Bene Tleilax sono i Danzatori di Facce, esseri che possono assumere le sembianze di qualsiasi persona senza nessuno sforzo; i Mentat ‘pervertiti’, tra i più spietati assassini della galassia; e i Ghola, inquietanti incarnazioni dei persone decedute nel passato, che in tal modo si garantiscono una sorta di – spesso non voluta – immortalità. I Ghola, riportati in vita dal Bene Tleilax a partire anche da un’unica cellulare dell’originale, possono riacquistare la predente memoria se adeguatamente stimolati. Lo stesso delirante piano del Bene Gesserit per realizzare, attraverso una lunghissima serie di incroci genetici, il Kwisatz Haderach, riecheggia il tema ricorrente del superuomo e che da allora è ricorso in numerosissime opere di fantascienza. La curiosità che Herbert si diverte a sottolineare è che le Madri del Bene Gesserit non vogliono incroci genetici ‘non naturali’, ossia mediante fecondazioni artificiali; tutto ciò è contrario al loro pensiero. Gli incroci genetici che devono essere compiuti tra persone anche non consenzienti devono avvenire nel modo più naturale possibile.