Versare lacrime per un defunto è considerato dai Fremen un grande dono da parte di chi lo compie, perché egli sacrifica parte della sua umidità corporea per il morto. L’acquisizione dell’acqua del corpo del defunto è un rituale macabro ma fondamentale nella tradizione Fremen,

dove l’acqua non può andare in nessun caso sprecata. Un concetto ripreso dal Corano: «Nessuno può rifiutare l’acqua in eccedenza senza peccare contro Allah e contro l’uomo», si legge in un passo. Per popoli del deserto come gli Arabi e come i Fremen in Dune, l’acqua è un dono e rifiutarlo un peccato. In un punto molto significativo del romanzo si legge: «[Paul] cercò il tubo della sua tuta distillante, fissato al collo, e inghiottì un sorso d’acqua. Paul pensò che in quell’attimo lui diventava realmente un uomo di Arrakis, vivendo dell’umidità del proprio corpo, del proprio respiro». Solo quando Paul capisce cosa significa vivere della propria acqua, solo quando capisce l’importanza di risparmiarla fino a riciclare la sua stessa orina, è diventato davvero Muad’dib, il Messia dei Fremen, perché egli stesso è un Fremen. Si tratta di un momento culminante in cui Paul capisce il mistero ultimo della vita, che deriva proprio dall’acqua, fonte della vita stessa. Un concetto ribadito anche dalla madre, Lady Jessica: l’acqua, replica a uno dei venditori di Arrakis, non è una fonte di profitto ma «una sostanza ben più preziosa: [è] la vita stessa».

 

RELIGIONE

La religione permea l’universo di Dune. Nelle appendici al primo romanzo, Herbert rivela che la religione ufficiale dell’Impero è un miscuglio di teologie terrestri fuse insieme in un testo sacro noto come Bibbia Cattolico-Orangista. Un culto meramente esteriore, diverso dalla profonda spiritualità che invece è coltivata dai Fremen, il popolo di Arrakis. Questa stridente differenza tra la religione dogmatica ed esteriore predicata soprattutto dal Bene Gesserit, e la fede sincera dei Fremen, viene messa in luce soprattutto affrontando il problema del Messia, Paul Atreides. Le Reverende Madri Bene Gesserit, nel tentativo di ‘produrre’ lo Kwisatz Haderach, compiono diversi errori. Esse ritengono lo Kwisatz Haderach un messia controllabile e ‘scientificamente plausibile’, non credendo nella possibilità che si tratti invece di un essere dotato di poteri mistici non previsti. La forzata laicità che il Bene Gesserit si impone a tutti i costi finisce per ritorcersi contro di esso. Lo spiega anche Herbert nelle sue appendici a Dune: «Le Bene Gesserit… privatamente negavano di essere un ordine religioso, ma… operavano dietro uno schermo, quasi impenetrabile di misticismo rituale, e… l’addestramento, simbolismo, organizzazione e… i metodi d’insegnamento interni erano quasi completamente religiosi». Un altro elemento chiarificatore a proposito è posto nel dizionarietto enciclopedico di Dune alla voce “Kwisatz Haderach”: «…un maschio Bene Gesserit i cui poteri mentali potessero varcare, per costituzione organica, lo spazio e il tempo». Da notare l’espressione ‘per costituzione organica’: l’elemento metafisico è escluso. Ed è proprio questo elemento a fare la differenza.I Fremen vedono in Paul prima di tutto un Messia di tipo religioso, solo secondariamente un leader politico. La loro è una fede inculcata dal braccio missionario del Bene Gesserit, ma nel tempo si è ibridata con le credenze indigene, il culto dell’acqua e dei Vermi delle sabbie, e un’aspettativa messianica di tipo ben diverso da quella prevista dal Bene Gesserit. Come lo stesso Herbert sottolinea, l’Impero e i suoi organi principali (Landsraad e Gilda Spaziale) sono completamente laici e considerano la religione come “una forma di spettacolo per divertire il popolo e mantenerlo docile”. Invece i Fremen, rimasti isolati in un ambiente durissimo per la vita, hanno continuato a coltivare pratiche religiose di stampo fondamentalista. Ne sono un esempio lampante i gruppi Feddaynkin, fanatici Fremen che compongono l’esercito di Paul Muad’dib nel suo jihad. La loro è un’azione inizialmente di pura guerriglia contro gli invasori e oppressori – seppur sempre intessuta di delirio religioso – proprio come i fedayn, gruppi militanti che compongo l’esercito non regolare del popolo palestinese. In seguito i Feddaynkin agiranno a viso aperto in tutta la galassia, mietendo decine di miliardi di vittime (come Paul Muad’dib, nella sua agghiacciante indifferenza, rivela in Messia di Dune). In tutte le accezioni possibili, dunque, la religione nella saga di Dune è duramente condannata da Frank Herbert, per la deriva violenta a cui va inevitabilmente incontro.