Donato Altomare
Donato Altomare
Bene. Allora cos’è che non va? I ‘nemici’ della FSI. Parrà strano, ma i più grossi avversatori degli autori nostrani sono i lettori nostrani. A volte, mascherando il loro intervento come il tentativo di una critica costruttiva, distruggono in poche righe quello che un autore si è dannato l’anima di creare in pagine e pagine. Noi ‘anziani’ abbiamo le spalle larghe, quindi reggiamo le bordate e abbiamo l’amor proprio foderato di piombo su cui rimbalzano le fucilate. Ma i giovani, quelli che si affacciano magari per la prima volta alla ribalta della pubblicazione spesso ne rimangono scioccati, tanto da lasciar perdere.La domanda che ciascuno di noi si pone quando decide di mettere sulla carta un’idea fantascientifica è: a CHI vuoi arrivare?Il modo di scrivere e gli argomenti, ovviamente per chi ne è capace, muta drasticamente in base a questa risposta. Se si vuole accontentare il nucleo duro dei lettori di FS che vuole romanzi addirittura più avanti di quelli anglosassoni, oppure se si cerca di attirare alla fantascienza i lettori che non la conoscono o addirittura ricatturare quelli che se ne sono scappati proprio per quello che oggi si considera ‘ottima narrativa’ ma soltanto per pochi.La mia risposta è nella mia narrativa. Un romanzo dev’essere scorrevole, semplice, a tratti duro e spinto, ma senza indulgere troppo. Deve catturare il lettore e spingerlo a navigare nelle storie, deve permettergli di immedesimarsi in uno dei personaggi e lasciargli, dopo la lettura, il dispiacere di averla terminata.Sì, lo so bene, è difficile, ma possibile. Possibile è continuare la strada della narrativa nostrana, tracciare orme da seguire su un terreno sin troppo battuto.E al diavolo quelli che ci vogliono innovatori a tutti i costi soltanto perché, non per colpa nostra, veniamo dopo. 

Lanfranco Fabriani

Lo stato della fantascienza italiana in questo momento, almeno per la qualità delle opere è molto buono. Purtroppo la ristrettezza del mercato fa sì che risulti poco la varietà delle proposte (se si pubblicano tre romanzi l'anno, è molto facile che rientrino tutti nello stesso sottogenere o, che a fronte di un due su tre, sembri che la maggioranza degli scrittori italiani si occupi di un sottogenere in particolare). Il punto, ancora prima che sull'intervenire sul grosso pubblico, dovrebbe essere l'intervenire sul pubblico specializzato. Anche se meno del passato, continua comunque a permanere tra gli appassionati una quota non trascurabile di diffidenza verso gli autori italiani, cosa che riduce ancora di più il mercato, visto che l'editore specializzato volendo pubblicare fantascienza italiana è costretto a pubblicarla sporadicamente, ben intervallata con opere di fantascienza anglofona. Visto che non si può andare in giro casa per casa a prendere a ceffoni i lettori, bisogna che l'autore si metta in ascolto del pubblico, non rimanga legato alle proprie convinzioni pensando che siano

Lanfranco Fabriani nel 1997
Lanfranco Fabriani nel 1997
universali, ma cerchi di confrontarsi con l'altro polo della comunicazione letteraria, per cercare di capire se il rifiuto della fantascienza italiana costituisce un preconcetto insuperabile o se si può arrivare a un punto di incontro.

Sono scettico sulla possibilità  di arrivare a un pubblico più ampio, al di fuori dell'editoria specializzata. Da questo punto di vista la fantascienza italiana è interna alla fantascienza: se in sessanta anni di fantascienza (almeno in Italia), tranne una manciata di casi la fantascienza è rimasta appannaggio dell'editoria specializzata, una ragione evidentemente deve esserci. Si possono trovare strade di confine, che in genere finiscono per scontentare tutti, ma o si fa fantascienza, o non la si fa, quindi è molto difficile superare i preconcetti degli editori. Teniamo comunque presente che scrivere per il grosso pubblico o scrivere per il pubblico degli appassionati sono due attività differenti e lo scrittore dovrebbe stabilire a priori a chi vuole dedicarsi. E teniamo presente anche che nell'editoria generalista la concorrenza è ancora peggiore di quella che si può trovare nel campo della fantascienza. e non necessariamente le vendite per un romanzo non di successo sono migliori.