“In cinquant’anni di fantascienza in Italia è apparso un solo scrittore: Valerio Evangelisti. Per scrittore s’intende una persona che pratichi il mestiere di scrivere narrativa e che viva dei proventi che gli derivano dalla pubblicazione dei propri testi”. Con queste parole si apriva l’articolo di Domenico Gallo La fantascienza italiana e la discutibile moralità della signora Bloom, apparso sul numero 42 di Robot (Nuova serie, autunno 2003, Delos Books). Quella del Gallo era – e rimane – una provocazione, a cui voglio – goliardicamente sia chiaro – rispondere con una contro-provocazione: sono passati sette anni e Valerio Evangelisti è diventato un autore mainstream, ma per fortuna il suo posto è stato preso da altri cinquanta scrittori di fantascienza. Al di là di giochi di parole e provocazioni, un dato di fatto reale e tangibile c’è: negli ultimi cinque anni, la fantascienza scritta dagli autori italiani è ritornata prepotentemente alla ribalta, sia per la qualità delle opere sia per la quantità. Mettiamo subito le cose in chiaro: non è il caso di inebriarsi con un vinello pregiato e dal sapore ottimistico, ma neanche essere particolarmente pessimisti, e magari bere il solito vino dal sapore un po’ acido. Fuor di metafora enologica: come per molti fenomeni letterari, ci sono sempre luci ed ombre, ma la fantascienza scritta dagli italiani vive, a mio avviso, un ottimo momento, del quale però mi sembra che non ci sia una piena consapevolezza, a cominciare dagli addetti ai lavori. La sensazione è che ognuno sia troppo impegnato a coltivare il proprio orticello (che sia la casa editrice, o la rivista, o il proprio romanzo o racconto per gli autori e, ovviamente, in questo discorso noi di Delos ci mettiamo al primo posto), ma se alziamo lo sguardo un po’ più in alto, allora ci accorgeremmo che la somma di tanti orticelli fanno un gran bel campo arato.

E allora, solo per qualche momento, osserviamo le cose dall’alto, con uno sguardo che sia il più ampio possibile. Le collane mondadoriane - con Giuseppe Lippi infaticabile editor di Urania e collane consorelle e Alan D. Altieri alla supervisione – hanno definitivamente aperto agli scrittori italiani, con proposte che vanno oltre l’ormai ventennale Premio Urania. Nel 2009, la Delos Books ha riportato in libreria la fantascienza italiana nella collana Odissea (grazie a Silvio Sosio, Franco Forte e Gianfranco Viviani), con due romanzi a cui si sono aggiunti recentemente altri due romanzi vincitori ex aequo del Premio Odissea. La Elara (guidata con rigore e passione da Armando Corridore e Ugo Malaguti) ha ereditato il catalogo della Perseo Libri e sta continuando la sua opera di promozione della science fiction nostrana, pubblicano sia nuovi autori sia coloro che hanno fatto la storia della fantascienza italiana, dando così la possibilità a nuovi lettori di leggere opere altrimenti introvabili. Altre case editrici (Edizioni della Vigna, Kipple Officina Libraria, Edizioni Diversa Sintonia, Edizioni Scudo e altre) propongono nelle loro collane gli autori italiani con professionalità e passione. Nel 2004 è nato il movimento del Connettivismo, il primo all’interno della fantascienza italiana che ha avuto da subito un atteggiamento di apertura verso tutti,  non creando un nuovo orticello. Questa scelta ha dato vita ad una rivista (Next) e a tre antologie collettive. Presso altri editori non specializzati sono comparsi autori italiani, mentre altri scrittori mainstream hanno scritto romanzi di fantascienza, pubblicandoli presso editori non specializzati. Non dimentichiamo, qui, ovviamente il meritorio lavoro di tanti siti e delle fanzines che si riescono a dare voce con passione alla science fiction, lanciando spesso nuovi e sconosciuti autori.

È da queste brevi – e sicuramente confuse considerazioni – che ho deciso di dedicare uno speciale alla fantascienza scritta dagli autori italiani, dando voce prima di tutto a loro, chiedendo ad una selezionata - ma significativa - pattuglia di scrittori (i cui nomi leggerete nell'articolo, ma che qui voglio ringraziare di cuore per la loro disponibilità) di fare il punto sul momento attuale della science fiction italiana e di gettare lo sguardo oltre, al di fuori del nostro pur bell’orticello. A Giampaolo Rai, finissimo recensore di Fantascienza.com, abbiamo chiesto di tracciare un bilancio della sf italiana del 2009 e come potete leggere il quadro d’insieme è quantomeno incoraggiante: la fantascienza scritta da autori italiani c’è, è viva, è variegata, fatta di tanti tasselli che nell’insieme formano un puzzle molto bello e colorato.

Infine, ho chiesto a Salvatore Proietti – editor, critico e acutissimo studioso di fantascienza che non ha bisogno di presentazioni – di parlare di tutto questo, di proporci il suo punto di vista e nell’ultima risposta all’intervista, Salvatore lancia una proposta – che lui chiama “Sogno” – che personalmente condivido al cento per cento. Di più, facciamo nostre le proposte di Salvatore e le rilanciamo con forza dalle pagine di Delos. Non voglio anticipare nulla e vi invito a leggere l’intervista, ma spero che le parole di Salvatore Proietti scuotano tutti noi, perché - per usare le sue parole - se riuscissimo a dare un’immagine unita della fantascienza italiana, tutti ne trarremmo  giovamento: autori, editori, lettori.

Noi di Delos continueremo a fare la nostra parte di pungolatori, e vi annunciamo che quella che spero leggerete è solo la prima di una serie d’inchieste. Nei prossimi numeri parleremo della fantascienza come fenomeno editoriale in Italia, dando la parola agli editori, agli editor delle collane, ai curatori delle riviste, ai traduttori e gli esponenti del fandom. Il nostro obiettivo è di fare il punto sulla science fiction in Italia per poi gettare lo sguardo oltre, al futuro, nella speranza che la fantascienza abbia gli spazi e i meriti che – credo – tutti noi auspichiamo.