La saga di Star Trek, nel corso delle sue oltre quattro decadi di storia, ci ha abituati tutti quanti a dei paradossi: l'ultimo tanto sorprendente quanto imprevisto è quello secondo cui un non fan della serie come il regista JJ Abrams potesse diventare responsabile del film più "trekkiano" della saga.

Star Trek non è "solo" un prequel, bensì un vero e proprio nuovo inizio dove la storia così come l'abbiamo conosciuta è cambiata per sempre.

Abrams, infatti, altera volutamente il continuum spazio temporale della serie, dando vita a un film straordinario in grado di piacere sia al pubblico normale che agli appassionati.

Tutto inizia il giorno della nascita del futuro Capitano Kirk quando un'astronave romulana, apparentemente impossibile da fermare, inizia a seminare il terrore nello spazio profondo. Venticinque anni più tardi, sarà la stessa nave comandata dall'enigmatico Nero ad attaccare il pianeta Vulcano. A provare a fermarla ci sarà di nuovo un Kirk. James Tiberius, ormai diventato un giovane uomo, che nonostante essere stato sospeso per avere alterato il test conosciuto come "Kobayashi Maru" verrà imbarcato con uno stratagemma dal suo compagno di Accademia, il dottor Leonard T. McCoy.

L'Enterprise, comandata dal Capitano Christopher Pike nel suo viaggio inaugurale, fa parte di un contingente della Federazione mandato a intercettare il vascello alieno. Appena arrivati nell'orbita di Vulcano i membri dell'equipaggio, anche grazie alla perfetta conoscenza delle lingue extraterrestri del Tenente Uhura, si rende conto di trovarsi davanti a una trappola. Il destino di Vulcano e il futuro della Federazione sono in mano a un gruppo di ragazzi appena usciti dall'Accademia.

Tra loro il primo ufficiale Spock che, dopo l'uscita di scena di Pike, inizia un conflitto personale con l'arrogante Kirk che lui non apprezza affatto per avere alterato il test della Kobayashi Maru da lui progettato.

Spettacolare, intelligente, brillante, Star Trek riprende con coraggio e vigore la storia e le reredità create da Gene Roddenberry rileggendole in una chiave moderna per un film ad alto budget dove l'impiego degli effetti visivi della Industrial Light & Magic porta lo spettatore in un universo narrativo adeguato alla forza immaginifica della saga trekkiana.

Lo Star Trek di JJ Abrams è una pellicola nuova ed estremamente fedele allo spirito dell'originale proprio grazie alla sua capacità di tradirlo, spezzando la continuità e portandoci tutti quanti in un territorio inesplorato nel quale tutto, ancora una volta, può accadere.

Sono tre, in particolare, i momenti più emozionanti di questo film e tutti coinvolgono il personaggio di Spock interpretato nel presente da Zachary Quinto (Heroes) e nel futuro da Leonard Nimoy per quello che è decisamente molto di più di un cameo e diventa un passaggio di testimone a una nuova generazione di attori: Spock che soffre la lacerazione di essere per metà umano, per metà vulcaniano è innamorato dalla Uhura (come non capirlo...) interpretata dalla favolosa Zoe Saldana. L'incontro tra i due Spock è carico di significato, ma, soprattutto, porta la qualità psicologica della narrazione a livelli elevatissimi grazie al talento narrativo di Abrams che sfrutta questa possibilità drammaturgica unica.

Estrememente commovente è anche il finale, quando con l'allontanarsi di un'astronave verso il cuore della Galassia, una voce, ma non diciamo quale per non rovinare la sorpresa, pronuncia una frase che commuoverà i fan ripetendo, ancora una volta, le fatidiche parole "Questi sono i viaggi dell'astronave Enterprise..." con il pubblico che, per la prima volta, può ascoltare il celeberrimo tema musicale di Star Trek...

Come dire, dopo questo film di formazione, tutto può iniziare di nuovo. Grazie a JJ Abrams e al suo coraggio di reinventare una storia in maniera dinamica, carica di humour e altamente spettacolare.