Cosa significa portare sullo schermo un genio come Tony Stark? 

Stark è un personaggio contraddittorio: dice ‘Non farò più armi’ e cosa fa davvero? Lavora a Iron Man che, in realtà, è un’arma potentissima. Lui cambia il suo cuore, ma al tempo stesso non altera la sua idea di riuscire a controllare gli altri attraverso i prodotti creati dal proprio ingegno. Paradossalmente, però, vive anche un profondo risveglio di coscienza dopo quello che gli capita. Trasforma la sua vita, ma – in fondo – non cambia come persona. Intraprende un’altra direzione. Una figura complessa ed eccentrica. Per questo motivo, ogni tanto, dopo le riprese, tornavo a casa come Tony Stark con la sua ego maniacalità. L’antidoto per tutto questo lo trovava sempre mia moglie che o mi faceva lavare i piatti o mi obbligava a buttare la spazzatura. Io in genere sono molto umile, ma ho bisogno di essere circondato da persone ‘buone’. La gratificazione dell’ego è sempre un po’ pericolosa per me e il rischio è quello di finire sempre un po’ troppo coinvolto nel mondo di fantasia dove mi muovo come attore.

Si dice che lei abbia contribuito fortemente alla realizzazione della sceneggiatura per come la vediamo sullo schermo… 

Sin dall’inizio della lettura della sceneggiatura originale tutto era così ridicolo, che appena arrivavo sul set la mattina prendevo il copione e lo sbattevo contro il muro augurando a tutti: “Buongiorno!”. Insieme agli attori ci mettevamo seduti e scrivevamo le nostre battute e le scene per poi sottoporle ad un rappresentante della Marvel che le approvava, supervisionando che fossero in linea con lo spirito del fumetto e del personaggio. Io non volevo che il pubblico, a un certo punto, spegnesse il cervello e si mettesse soltanto a seguire gli effetti visivi. Desideravamo che gli spettatori fossero divertiti e interessati dalla commedia che stavamo proponendo loro e dalla storia che stavamo raccontando. Credo che il risultato finale del film sia dovuto alla qualità del lavoro e del rapporto che abbiamo stabilito insieme sul set. Abbiamo lavorato in maniera molto intensa e impegnata, sviluppando un forte legame tra tutti quanti noi attori e con il regista.

La tecnologia contenuta nell’armatura di Iron Man lo tiene in vita: anche questa è una metafora? 

La mia armatura è dal punto di vista terapeutico avere dei confini. Per me è un po’ come proteggermi dagli altri, anche se ho il timore che questo neghi qualcosa di me alle persone che mi circondano. Da quando ho terminato la mia analisi mi sono convinto che se sei sicuro di te, nel mondo, reale, non hai bisogno di armature: personalmente preferisco essere vulnerabile, anziché indistruttibile.

Cosa pensa di questo film? 

Io sono molto critico quando affronto un personaggio. Quando poi vedo il film e scopro che è venuto fuori in maniera diversa da come me lo immaginavo, resto facilmente deluso. In questo caso le cose sono andate diversamente, grazie al lavoro che abbiamo fatto tutti quanti che ha prevenuto il disastro. Del resto, quando mi hanno chiamato, non volevano qualcuno che amasse Tony Stark, bensì uno che lo portasse al meglio sul grande schermo. Per me era importante lavorare a qualcosa che mi permettesse di credere in me, ancora. Il mio atteggiamento è stato molto distaccato nell’interpretazione di questo personaggio. Io non penso mai a me mentre recito in un ruolo, ma solo allo stile e alla tecnica. Per questo motivo credo che l’interpretazione di Stark abbia funzionato al meglio. È stato molto divertente girare Iron Man, alla fine, perché abbiamo sperimentato tutti un approccio nuovo al lavoro.

Iron Man segna una nuova strada per lei? 

Credo di sì, ma questo anche perché si respira una nuova creatività a Hollywood. Basta guardare ai film usciti nell’ultimo anno per rendersi conto che c’è un ritorno al realismo. Oggi sono contento di potere tornare in un ruolo del genere: faccio le mie scelte verso qualcosa di nuovo e stimolante. Un lusso che non tutti si possono permettersi alla mia età quando, avendo una quarantina d’anni, so di avere, altrimenti, la data di scadenza scritta in faccia.

Lei sarà di nuovo Tony Stark già nel prossimo Incredibile Hulk in uscita a metà giugno…

È vero, ma è un cameo di pochi secondi.

Vorrebbe interpretare qualche altro supereroe?

No. Del resto Iron Man è l’unico abbastanza vecchio rimasto in circolazione che potevo interpretare. Beh, pensandoci bene c’è anche Thor, ma lui è un Dio svedese millenario e anche se è vecchio abbastanza è troppo alto e troppo biondo per uno come me.