Festeggiare gli anniversari non dev’essere facile per una saga come quella di Ritorno al futuro. Di quale anniversario stiamo parlando? In quale realtà, in quale epoca, in che anno siamo? Domande che lo spettatore della più celebre trilogia cinematografica sui viaggi nel tempo avrà imparato a porsi; ma non c’è bisogno oggi di scomodare paradossi temporali e mal di testa di corollario per ricordarsi che quest’anno ricorrono i 25 anni dal primo, indimenticabile Ritorno al futuro.  Naturalmente la Universal Pictures si è segnata da tempo la data sul calendario: il prossimo 25 ottobre, e due giorni dopo anche in Italia, uscirà in tutto il mondo l’edizione Blue-ray della trilogia. Per i più tecnologici, un’occasione per adeguarsi ai nuovi formati, che si susseguono con impressionante rapidità (a quando l’edizione 3D?). Per i nostalgici, un buon modo per festeggiare godendosi un’edizione non solo in alta definizione, ma completamente restaurata. Oltre a un buon contorno di contenuti extra per la gioia degli appassionati.

In realtà il compleanno è già passato. No, non è un altro paradosso: solo la realtà. Il film uscì negli Stati Uniti il 3 luglio 1985, mentre in Italia esordì nei cinema il 18 ottobre di quell’anno. Ma gli appassionati sanno benissimo a cosa si riferisce la data del 25 ottobre: come scandivano i mille orologi di casa Brown (ricordando un po’ una scena di un’altra opera che gioca, a modo suo, suoi ‘paradossi temporali’, L’isola del giorno prima di Eco), è proprio la mattina del 25 ottobre 1985 che Marty McFly viene per la prima volta coinvolto nelle incredibili avventure della macchina del tempo di Doc, nelle forme di una luccicante DeLorean, anche se il primo viaggio nel tempo – e, da lì, tutti i problemi che ne derivano – avviene solo nella sera tra il 25 e il 26, intorno all’una di notte. Riferimenti temporali ben precisi, perché nel corso dei tre film queste date ritorneranno sempre, per il semplice fatto che le storie si dipanano sempre dallo stesso punto del continuum spazio-temporale e sarà proprio nell’ottobre 1985 – questa volta il 27, ore 11 del mattino – che la storia si chiuderà al termine del terzo film. Non a caso, nei progetti degli autori i due sequel dovevano essere uniti in un unico episodio (dall’eloquente titolo Paradox): quello di Ritorno al futuro è uno dei pochi casi in cui l’idea del sequel e poi della trilogia era già ben presente nella testa degli ideatori a partire dal primo film. Un altro di questi rari casi è quello della trilogia di Star Wars, che proprio il prossimo anno sarà coinvolta (non solo la trilogia classica, ma anche i prequel) in un’ennesima riedizione in occasione dell’uscita della versione Blue-ray. 

Titoli importanti nella storia della fantascienza. Ma Ritorno al futuro ha qualcosa in più: è un film di fantascienza, ma anche sulla fantascienza. Non solo il secondo episodio, ambientato in una tipica realtà cyberpunk di moda in quegli anni (Neuromante di William Gibson è del 1984), ma anche il primo: non sono forse stati, gli anni ’50, gli anni del boom della fantascienza? Fin dal primo momento in cui Marty mette piede nel suo passato (è il 1955), gli effetti di questo boom sono evidenti: il ragazzino che, insieme ai genitori, lo sorprende in tuta antiradiazioni nella stalla della propria fattoria, non esita a paragonarlo a un robotone spaziale che campeggia sulla copertina di una rivista di fantascienza. Lo stesso tipo di riviste avidamente consumate dal padre di Martin, George McFly, al punto da portarsele a letto con sé; ed è un programma televisivo di fantascienza ciò a cui George non vuole rinunciare, piuttosto di portare la sua futura moglie al ballo della scuola. Abbastanza da convincere l’ormai disperato figlio a giocare con le stesse carte: di nuovo vestito con la tuta antiradiazioni, fa irruzione nella stanza del padre fingendosi un alieno venuto dallo spazio, o meglio da Vulcano, di nome Darth Vader. Un po’ di sana confusione tra cult, tant’è che Marty non dimentica di fare anche con la mano il gesto di “Lunga vita e prosperità” vulcaniano (benché un alieno minaccioso assai difficilmente saluterebbe una persona con un simile augurio!). Il futuro cambierà per George McFly dopo quella sera, ma la passione per la fantascienza gli resterà sempre: nelle ultime scene del film, il ‘nuovo’ George mostra orgoglioso alla famiglia la copia del suo primo romanzo di fantascienza, sulla cui copertina campeggia proprio la tuta indossata da Marty trent’anni prima (forse un romanzo un po’ retrò per i gusti fantascientifici degli anni ’80!).