Una nuova visione

E’ forse intuibile a questo punto la misura del radicale cambiamento di questo paradigma mentale cui ci ha portato la fisica dell’ultimo secolo, qualcosa che richiede a gran voce l’istituzione di un nuovo modello. Stavolta però il compito è più arduo che mai, perché si avverte sempre più impellente il bisogno di una struttura concettuale che concili tutto quanto. Ma la cosa è tutt’altro che facile. Per decenni gli scienziati si sono spaccati la testa, cercando di mettere d’accordo teoria della gravitazione (altro nome per la Relatività Generale di Einstein) e meccanica quantistica sotto un’unica visione e i risultati sono stati sempre disastrosi.

Sembrano due cose completamente distinte, una riservata ai corpi dotati di grande massa, stelle, pianeti, buchi neri, mentre l’altra pare applicabile solo al mondo subatomico, quando le dimensioni in gioco diventano più piccole di un nucleo atomico. Come spiegare allora l’inizio dell’universo in cui, secondo il Big Bang, una massa enorme sarebbe stata concentrata in uno spazio infinitesimo? L’unico modo sarebbe proprio mettere d’accordo gravitazione e meccanica quantistica, ma fino a pochi anni or sono, tutti i tentativi hanno portato a un vicolo cieco. Quando si combinavano le equazioni delle due teorie, i risultati non avevano alcun senso. Negli ultimissimi decenni, però, una nuova intuizione è salita alla ribalta del mondo della fisica in maniera sempre più prepotente e convincente e, dopo anni di ostilità e diffidenza, si è conquistata un ruolo di primaria importanza, perché è qualcosa di sostanzialmente “semplice” (come tutte le buone teorie fisiche) che riesce a mettere d’accordo teoria della gravitazione e meccanica quantistica.

Ma è anche qualcosa di radicalmente nuovo che forse ci porterà a cambiare paradigma un’altra volta. Potrebbe spiegare tutte le proprietà della materia, e forse, attraverso la comprensione del ruolo di dimensioni nascoste di cui l’universo sarebbe dotato, ci potrebbe portare a fare il più grosso salto nella comprensione del “tutto”, avvicinandoci a quella Teoria Unificata che ormai è il sacro graal della fisica. Non per niente, questa teoria, detta delle M-brane e figlia di quella delle superstringhe, viene anche definita Teoria del Tutto.

Ma potremo davvero mettere la parola “fine” alla comprensione di tutto quanto ci circonda e mandare in pensione i fisici? Difficile. E’ tuttavia qualcosa che non solo vale la pena studiare con tutte le nostre forze, ma che vale anche la pena conoscere e approfondire, perché mai come oggi, una materia scientifica coinvolge l’intero tessuto della realtà in cui noi siamo immersi, anzi, di cui siamo fatti. Di tutto questo si parla in La trama del cosmo - Spazio, tempo, realtà di Brian Greene (Einaudi - 2004), forse il libro che meglio di ogni altro spiega in maniera accattivante e comprensibile anche ai non addetti ai lavori, tutto quello che serve sapere per farsi un’idea di qual è la concezione del’universo verso cui la fisica ci sta portando. Importante studioso della Teoria delle Superstringhe, professore della Columbia University, ma anche straordinario divulgatore, Brian Greene porta per mano il lettore attraverso la storia della fisica, mostrandoci com’è cambiata la nostra visione del mondo e come certi paradossi che affliggevano Newton e Galileo, sono oggetto di discussione ancora oggi.

Con un linguaggio piacevole, mai banale, ma mai ostico, il libro, pur poderoso, spiega con rigore e leggerezza le cose più difficili, dalla relatività, alla meccanica quantistica, alla teoria delle superstringhe, al concetto di vuoto e cerca di dare risposta anche a interrogativi curiosi, indugiando ad aspetti della fisica ai confini con la fantascienza, come la possibilità di viaggiare nel tempo o come la teoria secondo cui l’intero universo potrebbe essere solo una sorta di gigantesco ologramma. Perché forse, a dispetto delle apparenze, la fantascienza delle pagine dei romanzi è solo un pallido esempio di quello che è già tra noi e si chiama realtà.

La trama del cosmo - Spazio, tempo, realtà, di Brian Greene, Einaudi - 2004