L'opportunità di Spirit

Anche per i rover della NASA, l'atterraggio è protetto da un guscio di air-bag. Dalle telemetrie, gli scienziati hanno scoperto che, a causa della bassa gravità, il modulo ha rimbalzato per ben 20 minuti sulla superficie del pianeta prima di fermarsi del tutto.
Anche per i rover della NASA, l'atterraggio è protetto da un guscio di air-bag. Dalle telemetrie, gli scienziati hanno scoperto che, a causa della bassa gravità, il modulo ha rimbalzato per ben 20 minuti sulla superficie del pianeta prima di fermarsi del tutto.
Era da quando Neil Armostrong mise piede sulla Luna, che non si assisteva a un simile scontro diretto. In pratica la celebre Corsa allo spazio, quella tra USA e URSS, terminò il 21 luglio 1969, ma quella cui abbiamo assistito in questi mesi ha tutto il sapore di una nuova vera corsa allo spazio. L'URSS non c'è più, ma al suo posto c'è un'Europa che, dopo un'unità di valuta, sta cercando con fatica anche un'unità di intenti, di programmi e di ambizioni ad ampio raggio, spazio compreso. Così alla fine, complici le già citate condizioni favorevoli, anche la NASA non si è lasciata sfuggire l'occasione e il 5 giugno 2003 dalla base di Cape Canaveral è partita la Mars Exploration Rover (MER), solo tre giorni dopo il lancio della Mars Express. Forti di un'esperienza che non ha eguali nel mondo, per la loro missione marziana i tecnici della NASA hanno sviluppato due moduli d'atterraggio dotati di ruote come il loro "papà" Sojourner e quindi in grado di andarsene a spasso per il Pianeta Rosso. I due rover sono sostanzialmente gemelli e hanno un aspetto molto più "umano" e sofisticato rispetto al vecchio Sojourner.

Sei ruote, tre pannelli solari, un lungo "collo" verticale in cima al quale trova posto la PANCAM, una coppia di camere digitali ad alta risoluzione in grado di guardare a 360° per riprendere immagini a due e a tre dimensioni e, dall'altezza di 1.4 metri, di aiutare i tecnici a decidere quale direzione far prendere ai veicoli. Similmente al Beagle 2, anche i rover della NASA sono dotati di un braccio snodabile alla cui estremità si trova il RAT (Rock Abrasion Tool), uno strumento in grado di scalfire le rocce per analizzarne la composizione interna. Altri strumenti a disposizione sono poi due spettrometri per analizzare la composizione del suolo anche a diverse profondità e il Microscopic Imager, un microscopio ottico capace di studiare nei dettagli la strutture delle rocce, ed eventualmente evidenziare la presenza di strutture di origine biologica. Detto questo, sembra che, quanto a capacità, i rover NASA siano molto simili al Beagle 2. Analoghi sono di sicuro gli obiettivi delle due missioni e quasi identica è anche la modalità di atterraggio che, anche nel caso della NASA, utilizza paracadute, razzi frananti e air-bag. Del resto è stata proprio l'esperienza del Sojourner a indicare questa come strada più economica ed efficace per far atterrare una piccola sonda sul pianeta. Ciò che invece differenzia principalmente i rover della NASA rispetto al Beagle 2 è la possibilità di muoversi, del tutto mancante al modulo di atterraggio europeo, e il fatto che la maggior parte degli esperimenti dell'ESA è previsto siano condotti in orbita dalla Mars Express, mentre la NASA li svolgerà dal suolo. Ma se andiamo a vedere, c'è un'altra differenza. E in fin dei conti è la più importante di tutte. Contrariamente al Beagle 2, i rover della NASA hanno inviato il tanto atteso bip di atterraggio avvenuto...