Carl Sagan e la sonda Viking: non su Marte, ma nella Valle della Morte, sulla Terra
Carl Sagan e la sonda Viking: non su Marte, ma nella Valle della Morte, sulla Terra
Se la scienza procede lentamente e con cautela, l'opinione pubblica viene continuamente bombardata da messaggi di ogni genere: extraterrestri di ogni tipo e provenienza visiterebbero il nostro pianeta, intrattenendo segretamente contatti di vario genere con gli umani, tracce del loro passaggio sarebbero facilmente rintracciabili in fonti storiche e mitologiche, il presente ed il passato della nostra specie sarebbe in gran parte determinato da eventi che si svolgono fuori dalla Terra, anche a centinaia o migliaia di anni luce di distanza. E naturalmente di tutto ciò gli scienziati ed i poteri politici sarebbero ben al corrente, legati da una congiura del silenzio che, di volta in volta, è motivata dall'interesse pubblico (evitare ondate di panico), dalla volontà di potenza o da qualche ancor più losco motivo.

Alla base di questi messaggi stanno talvolta interessate mistificazioni, falsi che vengono spesso smascherati, ma la cui presa su parte dell'opinione pubblica non viene per questo intaccata: chi è sensibile all'ipotesi del complotto può facilmente essere indotto a credere che le prove addotte per dimostrarne la falsità farebbero parte della macchinazione avente lo scopo di negarle. In altri casi si tratta di affermazioni in buona fede, in cui è tanto più facile credere quanto più la cultura scientifica è carente o la fiducia nella scienza è bassa.

A questo proposito bisogna ricordare che stiamo vivendo in un periodo di generale disorientamento e sfiducia nelle capacità razionali dell'uomo: in un periodo di rapidi cambiamenti in cui si può dire che ogni giorno si è bombardati da affermazioni che promettono mirabolanti novità e si minacciano terribili pericoli: può essere difficile distinguere tra la realtà e la fantasia, ed i sogni (o più spesso gli incubi) prendono il posto del ragionamento.

Purtroppo molti scienziati giocano in queste cose ruoli non marginali.

Essi stessi cadono talvolta vittima delle loro stesse fantasie e dimenticano la frase pronunciata nel 1974 da Richard Feynman: non dovete ingannare voi stessi - e voi siete la persona che riuscite ad ingannare meglio. Altre volte si lasciano prendere la mano e, in modo più o meno disinteressato promettono ciò che non sono sicuri di poter mantenere, dando per sicure cose che sono tali solamente nei loro sogni, causando disorientamento e intorbidando essi stessi quelle acque che invece dovrebbero, per loro compito per così dire istituzionale, contribuire a mantenere limpide.

Eppure la scienza dovrebbe essere vaccinata contro queste cose: quando verso la fine del medioevo si gettavano le basi della scienza moderna, Guglielmo di Occam, nel tentativo di fondare la filosofia sui principi della ragione e su quello della verifica empirica, enunciò il ben noto principio che da lui prese nome di rasoio di Occam. In base a tale principio non si deve postulare alcun ente che non sia strettamente indispensabile. In particolare, nel cercare una spiegazione ad un fenomeno, bisogna strettamente attenersi alla spiegazione più semplice, che richiede il minimo ricorso possibile ad entità non note. Lo stesso Guglielmo di Occam riteneva inoltre impossibile dimostrare il finalismo dell'universo.

Un criterio che la scienza ha sempre seguito è quello di richiedere prove eccezionali per supportare affermazioni eccezionali. E' evidente che questa norma prudenziale può ostacolare le idee nuove e rendere più difficili le rivoluzioni scientifiche, ma la scienza ha d'altra parte bisogno di stabilità e di sicurezze. In particolare, osservazioni o deduzioni che causano un cambiamento di qualche paradigma devono essere sempre guardate con sospetto. Con questo non si vuole assolutamente dire che lo scienziato debba essere un conservatore a tutti i costi, timoroso delle novità. Al contrario, il suo atteggiamento mentale deve essere sempre quello della massima apertura e della consapevolezza che anche le più accreditate teorie scientifiche sono comunque soltanto dei modelli e non devono essere mai guardate come verità consolidate una volta per sempre. Un'affermazione o una teoria sono scientifiche in quanto suscettibili di essere falsificate, ovvero in quanto sia possibile escogitare una verifica in grado di dimostrare che esse sono false. Per assurdo, si potrebbe dire che nel mondo della scienza si può dimostrare che qualche cosa è falso, ma mai che esso è vero.