Nature è considerata unanimemente una delle riviste scientifiche più autorevoli al mondo, forse addirittura superiore alle seppur mitiche Science e Scientific American. Merito della sua storia ormai secolare (venne fondata nel 1869 e da allora è si è presentata in edicola quasi senza interruzioni), della vastita del suo campo d'azione che investe praticamente quasi tutti i settori della ricerca scientifica, dell'autorevolezza con la quale seleziona e pubblica gli articoli più meritevoli. Per un ricercatore universitario o uno scenziato vedere il proprio nome tra i collaboratori della rivista equivale quasi a un riconoscimento accademico, e fornisce la possibilità di poter dire: "Ce l'ho fatta!"

Nel corso degli anni Nature ha dato più volte spazio alla fantascienza, privilegiando come è ovvio quei racconti basati soprattutto sulla speculazione scientifica e tecnologica. Ora il comitato editoriale della rivista ha deciso di raccogliere una parte di questi racconti usciti sul giornale negli ultimi anni, e pubblicarli in un'antologia intitolata, e non poteva essere diversamente, Futures from Nature. Ne ha parlato a Sci Fi Wire Henry Gee, scienziato anch'egli nonché senior editor della rivista. "Ci pensavamo da tempo, così in occasione del 130 anniversario della rivista che era anche vicino alla fine del millennio (il 4 novembre 1999) abbiamo deciso di dare il via alla pubblicazione di racconti brevi sulla rivista. Il compito di selezionarli è toccato a me, visto che fra tutto ero sicuramente il più appassionato del genere."

La scelta dell'autore che doveva inaugurare la serie di racconti fu praticamente scontata, come ha raccontato Gee. Si parla ovviamente di Arthur C. Clarke, leggendario scrittore (ma anche scienziato e inventore) inglese che alla veneranda età di 90 anni per fortuna non si è ancora stancato di inventare storie fantascientifiche. "Gli inviai una mail" continua Gee, "e lui mi restitutì una fetta di apocalisse." Il riferimento è al racconto Improving the Neighborhood, ovviamente incluso nell'antologia. Successivamente, con l'aiuto di Ian Stewart, altro collaboratore della rivista, nonché dell'editore specializzato Tor, Henry Gee è riuscito a contattare praticamente tutti gli autori più importanti del panorama internazionale (fra i tanti Bruce Sterling, Vernon Vinge, Charles Stross, Cory Doctorow), riuscendo a pubblicare 154 racconti fino alla fine del 2006. 100 di questi finiranno nell'antologia: "L'iniziativa va tuttora molto bene, continuiamo a pubblicare settimanalmente su Nature e mensilmente sulla rivista sorella Nature Physics."

Il libro riflette la grande varietà di storie apparse sulla rivista. "Abbiamo racconti in senso stretto ma anche parodie di articoli giornalistici, corrispondenze e recensioni. I temi vanno dalla space opera al cyberpunk, e ci sono anche parecchi racconti umoristici." Inizialmente gli autori venivano invitati a produrre un racconto, ma ultimamente Gee ha aperto a tutti la possibilità di collaborare, compresi gli esordienti. "Sarei veramente orgoglioso se una futura star della fantascienza, al momento di ritirare il premio Hugo dicesse: non sarei qui oggi se non avessi venduto il mio primo racconto a quel brav'uomo di Henry Gee!" Auspicio che non si può non condividere. Il volume è già disponibile su Amazon, in inglese.