E Urania approfittando di Il sole nudo, con il n. 157 del 26 settembre, si era lucidata la copertina, giusto in tempo appunto per l'appuntamento del 4 ottobre.

Oltre il Cielo era appena arrivato in edicola; a fine anno sarebbe nata Astroman, una collanina giustamente negletta e altrettanto giustamente rapidamente defunta.

La fantascienza sembrava arrivata alla maturità, i lettori di Urania non venivano guardati più come dei mentecatti (ma durò poco; la gente si abituò allo spazio e riprese a compatirci).

Il 1958 si presenta affollato, ma Urania continua a macinare imperterrita i suoi 26 volumi all'anno in compagnia di Cronache del Futuro (che non sopravvive all'estate), de I Romanzi del Cosmo, Oltre il Cielo e Galaxy, la prima vera sfida che si profila a inizio estate.

Nel frattempo ha cambiato aspetto. Il 16 marzo per ribadire che è Il dominatore delle stelle, la copertina si tinge di rosso-arancio e sotto la testata inalbera l'orgogliosa scritta "La più famosa collana di fantascienza".

La navigazione a 4 prosegue nel 1959 ed Urania doppia il capo del 200 numero (impresa riuscita solo a I Romanzi del Cosmo e alla dilà da venire Galassia CELT, oltre naturalmente ai Classici Urania, più in là ancora nel tempo)

Navigazione a 4 che prosegue nel 1960 senza scosse, salvo la crescita in sordina delle collane horror da edicola, care a molti appassionati di fantascienza dell'epoca, nate l'anno prima, ma che non incidono sul normale lettore di Urania, che spesso, più che lettore di fantascienza è lettore di Urania punto e basta.

Nel 1961 la flottiglia aumenta: sono varate Galassia, I Romanzi del Futuro, Giro Planetario, Fantavventura, Super Fantascienza Illustrata, Super Spazio, Gli Esploratori dello Spazio. Poche supereranno il giro di boa dell'anno. Intanto, ci lascia, con Gli occhi pieni di stelle, Giorgio Monicelli, il padre fondatore della fantascienza italiana così come la intendiamo ora. Abbandona la sua creatura prediletta. Dell'uomo dalle mille iniziative (Urania, Visto, Galassia, Cosmo) non sentiremo più parlare se non in occasione della sua morte, nel 1968, ma così, un po' in sordina, mentre le nostre menti erano rivolte all'imminente sbarco lunare. Il mare burrascoso delle edicole non è adatto a tutti i navigli.