Jeepers Creepers

Il... presidente della giuria
Il... presidente della giuria
La hall dell'Hotel Melia ha ospitato quest'anno le bellissime creazioni in plastilina degli Aardman Studios, che celebrano il loro 25° anniversario, noti in Italia per le animazioni in "stop-motion" del divertente Galline in fuga (Chicken Run) e per i due personaggi che sono il "trade-mark" del gruppo: Wallace & Gromit.

Oltre ai consueti settori dedicati al cinema di animazione, di cui ricordiamo i due lungometraggi giapponesi: Millennium Actress (destinatario dell'Orient Express Award) ed Escaflowne -- The Movie, non sono mancate le sezioni dedicate al cinema porno (FantaXtic), ai cortometraggi (indimenticabile è sicuramente The Test, del Ceco Vaclav Svankmajer, dove i manichini utilizzati per i "Crash Test" automobilistici, si prendono la rivincita sull'uomo, legando al sedile di vecchie autovetture, coloro che incautamente si trovano a passare nei pressi di una strana officina, e mandandoli poi a schiantarsi contro un muro in cemento armato!) e, come sempre, al cinema Italiano, presente con uno speciale omaggio al "Giallo" (segnaliamo tra i titoli: L'iguana dalla lingua di fuoco, Cosa avete fatto a Solange? e Profondo Rosso) e nella retrospettiva dedicata al tecnico degli effetti speciali Spagnolo Segundo de Chomòn, attivo a Torino dal 1911 al 1925, di cui sono stati proiettati quattro rarissimi films: Più forte di Sherlock Holmes, Vittoria o Morte, Maciste e Maciste Imperatore. Tra le 'chicche' presentate nella sezione Inediti (in Spagna), segnaliamo un collage di un'ora di Cinico TV, il dissacrante show realizzato da Ciprì e Maresco per RAI 3.

Ospite di prestigio a Sitges, cui è stato consegnato il premio onorario The Time Machine, è stato Peter Greenaway, secondo la cui personale e discutibile opinione: "....il Cinema è morto il 31 dicembre 1983, quando è stato inventato il telecomando per la TV". Per contrastare "....la formula sterile, arida e di scarsa fantasia, offerta dal cinema odierno" , il regista Inglese ha presentato al Festival il suo ambizioso progetto multimediale, che prevede la realizzazione di tre lungometraggi "....non convenzionali!!", CD-Rom interattivi, due siti Web, una mostra, tre libri ed una serie televisiva di 16 episodi.

Ma torniamo al cuore della manifestazione ed alle opere proiettate all'interno della sezione "Fantastica" con un horror dalla struttura narrativa classica, ma che riesce efficacemente a rinverdire il genere grazie agli innovativi personaggi, in particolare la creatura che, con impermeabile in pelle, cappellaccio e ascia medioevale, miete le sue vittime, stiamo parlando di Jeepers Creepers, scritto e diretto da Victor Salva, sotto l'ala protettiva di Francis Ford Coppola, che con la sua "American Zoetrope" figura tra i produttori di questo "slasher", in cui la tensione prende per mano lo spettatore già dalla prima sequenza e lo accompagna fino all'irrisolto finale, che lascia aperta la strada per un seguito, già in lavorazione. La storia è quella di Darry (Justin Long) e Trish (una convincente Gina Philips), fratello e sorella che, in macchina, ritornano a casa dal College, attraversando una desolata regione degli Stati Uniti, in cui sembra imperversare un maniaco omicida, ma che si rivela essere una entità soprannaturale (l'impermeabile nasconde le fattezze di una sorta di rettile alato, simile ad un Gargoyle), la quale fa la sua comparsa ogni 23 anni, alla ricerca di organi umani da divorare per mantenersi in vita. Salva mantiene per tutta la pellicola un alone di mistero sulla sua creatura, splendidamente interpretata da Jonathan Breck, senza rivelare mai da dove venga, ne cosa sia esattamente, suscitando la curiosità e persino la simpatia del pubblico, gioca con i luoghi comuni degli "slasher movies" (la scena iniziale, in cui Darry insiste con la sorella per andare ad investigare nei pressi di una chiesa abbandonata, genera terrore allo stato puro), aggiunge elementi inconsueti per un Horror (nel concitato finale la creatura viene attaccata da un intero presidio di polizia in una sequenza che ricorda da vicino Terminator) e condisce il tutto con un'abbondante dose di "black humour" (memorabile la sequenza in cui il nostro confeziona ad una delle sue vittime una deliziosa coppia di pantofole di gatto!), che consegnano Jeepers Creepers all'Olimpo dei Cult Movies.