Dietro di sè udiva le voci dei colleghi, intorno si stendevano i viali e le strade, sentì il rombo lontano di un'automobile, era l'ora in cui i bambini giocano nei cortili, che nei mattatoi si scannano gli animali più piccoli. Vide le rose.

Le rose oscillavano al vento sfiorando la rete metallica che sormontava il muretto, erano rose bianche e rosse e verso le rose si diresse più deciso ormai. Fu al muretto, allungò la mano, toccò la rete e ci fu il silenzio, un silenzio enorme, come se il cielo fosse diventato nero e dentro vi brillasse un sole ancora più nero e in tutto quel nero si udì il colpo dello sparo, un solo colpo secco che dilagò di qua e di là dal confine.

Si guardò la mano, quello che restava della sua mano, poi guardò in alto verso la garitta. Non capiva, non sentiva niente né alla mano né al resto del corpo, aveva solo la testa piena di quello sparo. Gli venne voglia di sdraiarsi a terra, proprio lì, sotto il muretto, di addormentarsi col viso esposto al cielo che lampeggiava di bianco e di nero. Da una lontananza sentiva voci sottilissime che gridavano il suo nome, allora fece uno sforzo e si voltò, fra tutti quei lampi di sole vide il gruppo dei colleghi, le grida venivano di là, sulla porta del ristorante c'erano altre persone, riconobbe i capelli della cameriera che si movevano al vento, poi si voltò verso il muretto e cadde a terra.

Dopo un certo tempo sollevando gli occhi vide la rete e attraverso la rete il soldato, era poco più di un ragazzo, aveva i baffi nerissimi, gli occhi obliqui e puntuti, seri. Lui alzò la mano spappolata e gliela tese, l'altro mosse il fucile, un cane si mise ad abbaiare furiosamente, poi qualcuno passò di corsa dietro il muretto, furono gridati ordini. Si stupì vedendo la cameriera curva su di lui e tutt'intorno altre persone che non riusciva a riconoscere, cominciò a dire io, io, come se volesse chiedere scusa senza riuscirci. Lo avevano afferrato per la giacca e lo trascinavano sulla terra e poi sull'asfalto, centimetro dopo centimetro, qualcuno disse hanno già telefonato, lui si portò sul petto quello che restava della mano destra, adesso provava un bruciore diffuso per tutto il corpo, si sentì sollevare, voleva inghiottire ma aveva la gola inchiodata, desiderò un altro bicchierino di cioccolata col liquore tropicale, disse forse, forse, poi disse no, adesso no.

* * *

La sentinella doveva essere tornata nella sua garitta, ma il cane continuava ad abbaiare rabbioso, si udì in lontananza una sirena. Forse, disse di nuovo lui, e gli venne in mente quando era andato dal padre di Gianna per dirgli che dovevano sposarsi perché lei era rimasta incinta. Il vecchio gli aveva detto farabutto e se n'era andato nell'altra stanza, lui aveva aspettato a lungo, poi era uscito ed era tornato a casa. Non l'aveva più visto, non era venuto neanche al loro matrimonio ed era morto qualche mese dopo, prima che la bambina nascesse.

Con la mano sana si prese il polso dell'altra, guardò quello scempio sanguinoso e si mise a gemere sottovoce, ma dolore non ne sentiva. Si voltò, c'erano degli uomini che l'osservavano con curiosità. Si ricordò che una volta da piccolo era entrato nella camera dei suoi, aveva visto sua madre china sul padre ed era uscito subito, solo dopo anni aveva capito che cosa gli stava facendo. Lo adagiarono su una barella e infilarono la barella nell'ambulanza. La cameriera salì con il medico e l'infermiere, lui vedeva che la donna gli teneva la mano sulla fronte, ma la mano non la sentiva. Anni prima aveva comprato dei pennelli e dei colori e tutta l'attrezzatura per dipingere, rimaneva lunghe ore inerte davanti al cavalletto perché era incapace di trasferire sulla tela quello che aveva dentro. Poi sua moglie lo chiamava per la cena, lui deponeva sospirando il pennello e andava a lavarsi le mani. Capì che l'ambulanza lo stava portando all'ospedale, che si stavano allontanando dal confine, da quel muretto basso, dalla rosa che avrebbe voluto offrire alla cameriera. Adesso non avrebbe neppure potuto tenere il pennello, con quella mano sbriciolata, avrebbe dovuto abituarsi a fare con la sinistra molte cose che prima faceva con la destra senza neppure pensarci.