Ottimisti

Al freddo pungente di un'alba come tante altre all'inizio del secondo millennio della storia umana, un uomo in una qualsiasi parte del mondo si avvicina alle porte del villaggio. Sta scortando il suo carretto, sul quale ha caricato qualche pelle di animale e alcuni manufatti in legno e paglia che vuole scambiare con un po' di cibo e un paio di galline. Arranca tra fango e rocce per il ripido sentiero che si inerpica verso la collina. Non sa se riuscirà a portare indietro qualcosa, non sa se la sua donna e il suo bambino mangeranno questa sera. Ignora ciò che sta per riservargli quel giorno che nasce, i suoi pensieri si limitano a vaghi presagi: il futuro gli è oscuro.

A distanza di un millennio, la storia si ripete: nihil sub sole novi. Cambiano gli scenari, gli sfondi, di certo cambiano i suoni e i colori che circondano la nostra vita. Cambiano i mezzi, gli strumenti, le possibilità. Magari non vendiamo più pelli - e, a ben vedere, non è vero neanche questo - ma a casa c'è sempre qualcuno che aspetta e per il quale impostiamo la nostra vita giorno dopo giorno. E del futuro anche noi ignoriamo le vie, anche noi possiamo avere solo vaghi sentori.

E' vero: l'uomo impara dall'esperienza e accresce le sue conoscenze a un ritmo via via sempre più veloce. L'equazione che sottende a questa crescita si fa sempre più esponenziale e la concentrazione degli eventi in tempi ancora più ristretti rende impossibile ipotizzare cosa accadrà anche nel breve periodo.

Il futuro si avvicina a passi sempre più piccoli, sembra quasi contrarsi verso il presente, verso noi. Ma attenzione: come già una volta abbiamo avuto modo di imparare da Matheson, i millimetri - come i secondi - non sono l'unità di misura al di sotto della quale nulla è possibile. Sono una porta, un varco verso nuove scoperte e altri mondi. Colonne d'Ercole che si susseguono, fatte per essere oltrepassate.

Varchiamole e ammiriamo. Impariamo e poi andiamo avanti e superiamone altre. E poi altre ancora.

All'improvviso mi sento piccolo e... infinito. Ma sono a bordo e ho fiducia! - Marco Belli

Credo che le grandi novità del terzo millennio riguarderanno la biologia e, di riflesso, la medicina: impareremo a leggere il codice genetico (per ora abbiamo solo la sequenza delle lettere, ma ci manca il significato delle parole) ed in seguito anche a riscriverlo.

L'altra grande sfida sarà l'aumento delle potenza dei computer: potremmo doverci confrontare con macchine sempre più vicine allla nostra mente, il che porrà non pochi problemi sulla nostra visione dell'"uomo" e dell'intelligenza.

Dallo spazio non arriveranno forse grandi imprese, ma impareremo a gradualmente a vivere in un ambiente ostile, laciando le basi per una colonizzazione più duratura, che però difficilmente sarà di questo secolo; personalmente mi accontenterei di vedere lo sbarco dei primi uomini su Marte. Così, tanto per pareggiare il conto con i miei genitori e la Luna... - Luca Antonelli

Spero vivamente che i profeti di sventura vengano smentiti. Nessun conflitto fra occidente e oriente, fra nord ricco e sud povero ma un nuovo Umanesimo. Una rinascita e una riscoperta delle potenzialità più intime e profonde di ognuno di noi. Auguriamoci di assistere tutti ad uno splendido secolo! - Diego Paganelli