di

Luca Masali

Carnefice nostro amatissimo

Ed ecco una vera chicca: dove l'autore dei Biplani di d'Annunzio si avventura, coraggiosamente, negli aspri territori evangelistiani... Luca ha promesso che scriverà ancora altri apocrifi di questo tipo, ma solo se sarà pagato abbastanza da poter pagare a sua volta gli avvocati di cui avrà bisogno...

Il fragore del tuono fece tremare le antiche vetrate policrome. La vampata di luce, filtrata dai mosaici colorati accese riflessi inquietanti sui volti dipinti alle pareti della cupola.

Trenta metri più in basso, nella navata buia, tra i banchi barocchi di mogano tarlato, un vecchio prete pregava in silenzio, incurante del temporale che illuminava la notte dei romani, solo sotto lo sguardo cieco della Pietà di Michelangelo.

Era una notte di maggio, ma nella basilica di san Pietro faceva freddo lo stesso. Assorto nelle sue meditazioni, sobbalzò quando qualcuno gli appoggiò delicatamente un cappotto pesante sulle spalle. Si voltò con gli occhi dilatati dall'apprensione. Poi si costrinse a sorridere, anche se l'angoscia gli chiudeva lo stomaco.

- Oh, suor Angela, siete voi!

la donna annuì, e si inginocchiò al suo fianco, mormorando una breve preghiera. Poi sussurrò sottovoce Ha chiesto di voi.- Padre Corona sospirò. arrivato il momento?- La donna non rispose. Si alzò in piedi, e fece un rapido segno della croce. Alla luce delle candele votive la sua figura era notevole, anche sotto il castigato abito dell'Ordine di Santa Canossa. Non era alta, ma minuta e ben proporzionata. La prima cosa che colpiva di lei era lo sguardo dei grandi occhi neri, che rivelava un'intelligenza fuori dal comune e una vigorosa, struggente dolcezza che faceva dimenticare agli uomini il significato dell'abito che portava. Quindi si soffermavano in seconda battuta sul seno, che meritava senz'altro un secondo sguardo Padre Corona si maledisse per questi pensieri in una notte così tragica, e cercò di scacciarli massaggiandosi gli occhi arrossati per le lunghe ore di veglia.

- Venga con me, padre. Purtroppo non abbiamo molto tempo.

Stringendosi nel morbido cappotto che lei gli aveva messo sulle spalle, il vecchio prete la seguì. Attraversarono in silenzio la navata principale, verso le ali che ospitavano gli uffici vaticani. A quell'ora gli antichi corridoi erano deserti, i loro passi rimbombavano tra le pietre antiche. Tutto il palazzo era in penombra, ma suor Angela sembrava conoscerne ogni pietra e ogni anfratto. A un certo punto ai familiari aromi dei palazzi Vaticani e cioè incenso, odore di libri e di legno se ne aggiunse un altro, dolciastro e penetrante. Puzza di disinfettante e di medicinali: l'odore tipico di un ospedale. Di fronte all'ultima porta due guardie svizzere, impeccabili nell'uniforme rinascimentale, si irrigidirono sull'attenti. Non erano certo lì per sole ragioni di protocollo, ragionò padre Corona I due giovanotti avevano sì l'alabarda regolamentare, ma a tracolla portavano anche mitragliette militari dall'aria minacciosa. Il prete non si sarebbe assolutamente stupito se avesse saputo che entrambi avevano il colpo in canna, e che avevano l'ordine di aprire il fuoco al minimo sospetto. Suor Angela mostrò il lasciapassare alla guardie, che lo studiarono per lunghi minuti. Poi annuirono, e aprirono il portone laccato.

Intimidito, Padre Corona deglutì e varcò la soglia degli appartamenti privati del pontefice. Solo una volta gli era stato concesso questo onore, quando era molto più giovane e Bonifacio Nono era appena giunto al soglio pontificio. Ricordava ancora l'emozione di quel momento: nessuno aveva osato sperare un conclave così favorevole Molti videro un segno della provvidenza divina l'investitura del giovane e vigoroso cardinale di Avignone, espressione dell'ala più dura dell'estrema destra ecclesiastica. In vent'anni di pontificato, dal 2048 fino ad oggi, il pontefice aveva raccolto successi insperati nella lotta contro il laicismo politico e il lassismo morale, sia nella chiesa che nella società civile. Ricordò la commozione di quando ebbe il coraggio di dichiarare al mondo che la Congregazione per la dottrina della fede si sarebbe dotata di sofisticati strumenti informatici, e che avrebbe collaborato coi servizi segreti dei moltissimi Paesi, soprattutto Stati Uniti, Europa mediterranea e America latina, che avevano recepito nei loro codici penali le direttive delle encicliche pontificie. Si era quindi aperta una fase di grandi successi politici, che avevano portato la Chiesa ad essere il vero faro di civiltà del primo secolo del nuovo millennio. Il pontefice stava lavorando a un'enciclica particolarmente difficile, che avrebbe coronato la prima fase dell'attacco politico del vaticano conto l'amoralità: se i Paesi amici avessero una volta di più recepito le direttive ecclesiastiche, dopo l'omosessualità anche l'infedeltà coniugale femminile sarebbe diventato un crimine punibile con la durissima rieducazione nei Conventi Correttivi Obbligatori

Suor Angela aprì l'ultima porta. Padre Corona trasse un lungo respiro per farsi coraggio, e varcò la soglia. Socchiuse gli occhi alla luce crudele delle lampade asettiche. Quando si fu abituato alla luce, spalancò gli occhi per la sorpresa. Il corpo nudo di Bonifacio Nono era steso su un lettino operatorio. Le braccia e le gambe distese facevano sembrare il vicario di Cristo una rana inchiodata al tavolo di dissezione. Accanto alla testa, ai piedi ed alle mani c'erano cinque isole medicali, ognuna presidiata da una giovane Cannossiana. Nessuna delle suore si distrasse dal proprio lavoro: i volti tirati per la stanchezza e la tensione non si alzarono dai monitor che tenevano sotto controllo i parametri vitali del papa. Appena sotto il cuore del paziente, un bendaggio macchiato di sangue indicava il foro d'entrata del proiettile. Una donna era riuscita a filtrare tra le maglie della sicurezza pontificia, e aveva esploso un solo colpo di pistola prima di essere catturata dalle guardie svizzere. Purtroppo non si era riuscito ad interrogarla, perché durante il trasferimento al carcere di massima sicurezza di Castel Sant'Angelo l'elicottero vaticano era precipitato per un guasto tecnico, e l'attentatrice era morta carbonizzata insieme ai piloti e alle guardie.

Padre Corona cercò lo sguardo di Suor Angela. - Non mi aspettavo nulla di simile!

La donna annuì, e indicò le cinque stazioni, disposte a corona attorno al corpo sofferente del paziente. Con la freddezza dell'esperto informatico, la suora spiegò. - E' il sistema I.C.H, Integrated Computerized Hospital Ma avvicinatevi, padre. Sono sicura che troverete la visita molto istruttiva.- Padre corona scosse il capo.

- Sorella, non sarei in grado di capire! Sono medico, è vero ma ho studiato medicina prima che venisse sviluppato il sistema I.C.H.! Vi prego, non abbiamo tempo Fatemi parlare con Lui!

La donna sorrise divertita. - Oh, basta con le cazzate, prete!

Sconvolto dal linguaggio della suora, Padre Corona vacillò. - Scusate sorella - riuscì a balbettare.

Le cinque Cannossiane sedute ai terminali si alzarono in piedi, e si avvicinarono al prete. I loro volti erano segnati dal trionfo e dalla soddisfazione di chi ha finito un lavoro ben fatto. Suor Angela si tolse il velo, e i lucidi capelli neri scesero come una cascata d'ebano sulle spalle perfette.

- Quello che vedi, prete, è l'inizio della vostra fine!- Indicò col dito il monitor dell'isola vicino alla testa del pontefice. Vedi l'encefalogramma? Indica che finalmente abbiamo indotto la morte cerebrale in Bonifacio Nono!

L'angoscia fece urlare il prete. - Cosa? Voi avete assassinato... - Non riuscì a finire, perché lo schiaffo di Suor Angela gli bloccò sul nascere la crisi isterica.

- Calma, prete Tu non hai ancora capito con chi hai a che fare. Vedi queste isole medicali? - Angela indicò con la mano le stazioni.

I terminali color malva erano inquietanti alla luce cruda degli ultravioletti antibatterici, con le loro colonne di cristallo in cui si mescolavano i preparati galvanici che i computer iniettavano nelle vene del papa morente. Solo allora Padre Corona capì che era la loro disposizione a renderle così terrificanti. Cinque isole, disposte attorno al paziente Al capo, alle mani, ai piedi Un dolore terribile al braccio sinistro gli tolse il respiro, ma riuscì a guardare negli occhi Angela, urlando - Vade retro, Satana! Libera nos, Domine!

Gli occhi stupendi della donna brillavano di gioia. Hai riconosciuto il pentacolo, prete? Tu sei medico, vero? - Indicò una delle polle in cui gorgogliava il medicinale. - Vedi, sto somministrando al paziente un farmaco potentissimo, di-tri benzoato di diacetil benzene. E tu sai che cos'è, vero?

Nonostante il dolore dell'infarto in corso, il prete annuì. Una bava biancastra colò dall'angolo della bocca, negli occhi bruciavano lacrime di frustrazione e rabbia. Suor Angela continuò. - Certo che lo sai, il principio attivo del fiore della Mandragola Belladonna, come preferiamo chiamarlo noi! - la voce si abbassò in un sussurro che alle orecchie del prete sembrò paradossalmente dolce. L'abbiamo estratto oggi, da una pianta che una sorella ha raccolto al cimitero. Tu hai letto Roquetaillade, conosci il De considerationae quintae Essentiae, vero? Il prete crollò a terra, negli spasmi indotti dalla fibrillazione. Suor Angela, implacabile, si inginocchiò accanto a lui. Padre Corona era un fanatico, certamente. Ma era anche un teologo esperto, oltre che un medico; le tre anime che convivevano in lui lottarono per ottenere l'estremo controllo del corpo condannato. Il medico insisteva per implorare la donna di applicargli un defribrillatore, e di iniettargli direttamente nel muscolo cardiaco dieci cc di adrenalina. Il fanatico premeva per raccogliere le ultime forze e stringere le mani nodose su quel collo di cigno, finché quegli occhi che tanto lo turbavano non avessero perso ogni diabolica capacità di seduzione nella fissità della morte. Ma vinse la curiosità del teologo. Con lo sguardo ormai velato dalla morte, chiese - Perché?

La donna gli accarezzò la fronte imperlata di sudore gelido. - Perché oggi è il primo maggio per noi è il giorno della Sorellanza. Vedi, prete, il software che abbiamo usato per curare il paziente si chiama EY.M.E.R EuristYc Medical Emergency Room. L'hardware è I.C.H Dissolvi e Combina, come ti avranno insegnato in seminario, è un principio che ben conoscevano gli esorcisti medievali. Se Combini, cosa ottieni?

In un ultimo rantolo, padre Corona balbettò - San San Malvasio! Signore, proteggimi... Che tu sia maledetta, maledetta!

Con un sorriso materno, Angela chiuse gli occhi sbarrati del prete. Le consorelle la guardarono in silenzio, mentre si rialzava in piedi e riassettava i capelli. - Le emozioni sono state troppo forti per lui... Peccato, avrei desiderato che assistesse alla fine del processo. Quanto manca?

Una suora lanciò un'occhiata al monitor di una delle isole. - Centoventi secondi da ora, Madre.- la donna annuì. Come svuotata dalla drammatica morte del prete, si avvicinò al corpo del pontefice, e gli sfiorò la fronte con le dita, dolce come una madre che misura la febbre al bambino malato.

Una Cannossiana chiese, intimidita: - Madre - Suor Angela si voltò verso di lei. - Perdoni, Madre, San Malvasio... Che avrà voluto dire?

Suor Angela abbracciò teneramente la consorella. - Oh, significa che ha capito tutto! San Malvasio è il santo che Bonifacio avrebbe voluto canonizzare se non lo avessimo fermato. Ed è esattamente il nostro uomo, l'inquisitore medievale Nicholas Eymerich.

La suora si strinse ad Angela. - Ma io non capisco. Perché vogliamo che torni un uomo così? - Cercò lo sguardo della superiora. Lui bruciava vive e torturava quelle come noi!

Suor Angela le accarezzò il viso. - Dissolvi e Combina, ogni principio ha il suo contrario. La Sorellanza credette di aver vinto, quando sconfiggemmo l'Inquisizione. Ma la morte del nemico è un po' la nostra morte. Noi non esistiamo senza di loro, loro non esistono senza di noi. Bonifacio non poteva capirlo, impregnato di positivismo e attento all'opportunismo politico com'era. E' nel Cheroudek, nel limbo, se preferisci, che abbiamo evocato lo spirito dell'Antico Nemico. - lanciò uno sguardo all'orologio. I cristalli liquidi segnavano le 23:59:59 del Primo maggio 2068. Il corpo di Bonifacio Nono venne scosso da un brivido, e le labbra viola del pontefice balbettarono qualche frase smozzicata in latino. Angela venne pervasa da un brivido di piacere, così intenso da risvegliarle il desiderio sessuale che aveva dovuto mortificare per così tanti anni passati nel convento. Ora non doveva più fingere. Baciò con trasporto la fronte gelida del paziente, che la gratificò con un'occhiata ardente di odio.

Suor Angela gli mormorò all'orecchio: - Bentornato, carnefice nostro amatissimo! - poi si scosse, e ordinò alle sorelle di diramare il bollettino medico: Papa Bonifacio Nono, per grazia di Dio era fuori pericolo, la prognosi veniva sciolta.

Mentre le dita agili delle sorelle diramavano il bollettino alle agenzie stampa di tutto il mondo, si concesse un attimo di debolezza, e scoppiò a piangere per la contentezza. Dopo tanti anni era tornata la stagione dei gioiosi sabba e della antica scienza della natura. La resistenza era finalmente ricominciata.

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