Partiamo dalle basi: cos’è un pellegrinaggio? 

È sostanzialmente un viaggio, la cui caratteristica principale è avere come destinazione un luogo che viene considerato sacro. Questo luogo è quindi strettamente legato a una particolare religione, credenza, fede, spiritualità: una località sacra per una religione può non esserlo (e quasi sempre non lo è) per un’altra.

Tutte le principali religioni terrestri3 hanno dato origine a pellegrinaggi, alcuni dei quali sono rimasti famosi e frequentati per secoli: Gerusalemme, Roma, Santiago di Compostella, la Mecca, il Muro del Pianto, tanto per citare alcuni dei più noti, ma sono innumerevoli i pellegrinaggi rivolti a centri minori, in tutto il pianeta. La stessa situazione, pur con i dovuti distinguo, si è verificata in gran parte dei pianeti la cui popolazione ha sviluppato forme religiose organizzate di qualche genere. A oggi gli esoantropologi sono sostanzialmente concordi nell’affermare che a livello generale il pellegrinaggio è una forma di viaggio presente in tutte le culture religiose di un certo livello, umane o non umane. Scendendo più nel particolare, invece, si incontrano differenze – a volte sostanziali o fondamentali – che è opportuno siano conosciute dagli Accompagnatori: ma di questo ci occuperemo successivamente.

Chi sono i pellegrini? 

Tautologicamente, sono coloro che intraprendono un pellegrinaggio. Definizione ovvia, anche se non sempre vera, come vedremo.

In generale, però, lo status di pellegrino è definito soprattutto dalle motivazioni che spingono a intraprendere il viaggio. Le principali (e tradizionali) sono tre, e tutte legate alla sfera spirituale: 1) devozione, 2) ricerca spirituale, 3) penitenza. In pratica una persona intraprende un pellegrinaggio: 1) per raggiungere un luogo sacro in cui svolgere atti di culto, o 2) per poter riflettere sulla propria vita spirituale durante il percorso, o 3) per espiare qualche colpa morale.

Le tre motivazioni non si escludono tra loro: anzi, spesso i pellegrini ne hanno più di una.

Come si svolge il pellegrinaggio? 

Caratteristica indispensabile del pellegrinaggio è il viaggio, ovvero il percorso fisico che il pellegrino stesso compie per avvicinarsi e raggiungere il luogo sacro. I pellegrinaggi tradizionali venivano compiuti a piedi o con mezzi non motorizzati (animali, carri, biciclette), poi successivamente solo in parte: ad esempio si arriva in aereo o in autobus a una certa distanza dal luogo sacro e si compie a piedi solo l’ultima parte.

Indipendentemente dalle modalità, il pellegrinaggio deve comunque prevedere una parte che comporti una certa fatica fisica e un certo tempo: questo è indispensabile per il soddisfacimento delle motivazioni 2 e 3. Non di rado la parte mobile del pellegrinaggio è quella che lascerà al pellegrino i maggiori effetti a lungo termine.

Lungo il percorso del pellegrinaggio possono incontrarsi anche altri luoghi sacri minori.

Pellegrini e turisti religiosi 

Questa distinzione è importante ai fini del nostro ruolo di Accompagnatori. In pratica, i turisti religiosi svolgono un “pellegrinaggio senza viaggio”, arrivando con automezzi direttamente alla meta. Essi sono interessati solo alla motivazione 1 del pellegrinaggio, ovvero la visita devozionale al luogo sacro e ai suoi immediati dintorni.

Tecnicamente questo non è un vero e proprio pellegrinaggio, perché manca di una caratteristica principale, il cammino di avvicinamento.

Tuttavia i tour operator specializzati non si fanno particolari scrupoli nell’etichettare come pellegrinaggio anche un semplice viaggio di turismo religioso. Entrambi necessitano della presenza di un Accompagnatore, ma le esigenze dei partecipanti sono diverse, e bisogna tenerne conto. Lo vedremo più avanti.

Pellegrinaggi extra-terrestri 

L’espansione umana nell’universo, il conseguente contatto con numerose altre specie e culture, e la possibilità di viaggiare tra le stelle con costi e tempi relativamente contenuti hanno fatto sì che anche l’offerta dei pellegrinaggi si ampliasse in modo eclatante. Infatti, come è risultato evidente già dopo i primi contatti alieni, i concetti di religione e pellegrinaggio sembrano presenti quasi ovunque nei mondi abitati, nel presente e/o nel passato della loro storia. È vero che scavando all’interno di questi due concetti si possono avere sorprese non indifferenti, ma l’idea di base è sostanzialmente simile. Praticamente ogni pianeta alieno possiede almeno un proprio pellegrinaggio “ufficiale”, ma in genere ce ne sono molti di più. L’offerta a livello interstellare è ormai vastissima, e aumenta ogni giorno di più. Ci sono pellegrinaggi di ogni genere, santuari e luoghi sacri di fogge e dimensioni delle più disparate, dal minuscolo Cespuglio Divino del pianeta Dueda allo spropositato Santuario Maggiore dei Novantanovemila Scalini che ricopre un intero monte di Gideon III.

Per quanto ci riguarda, esistono due problemi:

Il pellegrinaggio vero e proprio avrebbe senso se chi lo vive è un membro, o un simpatizzante, o un neofita della religione per cui quel pellegrinaggio è nato. Non è un obbligo, certamente: moltissime persone hanno percorso il Cammino di Santiago senza essere spinte da motivi cristiani. Per quanto riguarda i pellegrinaggi alieni, tuttavia, la percentuale di partecipanti che non credono nella religione di quel pellegrinaggio (o in nessuna religione) è per forza di cose molto superiore. E di questo un Accompagnatore deve tenerne conto, perché in questi casi il confine tra il pellegrinaggio è il turismo religioso diventa sempre più sottile. Vi troverete certamente ad avere a che fare con soggetti che prendono sottogamba il pellegrinaggio, e se non vengono tenuti sotto controllo rischiano di rovinare il clima di tutto il gruppo.

Non tutte le religioni aliene gradiscono, approvano o permettono pellegrinaggi svolti da chi non è membro, simpatizzante o neofita di quella specifica religione. E qui le cose si fanno più delicate perché, se un Accompagnatore non è sufficientemente competente, è un attimo scivolare nella blasfemia, nel vilipendio e nel sacrilegio. Alcune religioni aliene non fanno sconti ai sacrileghi: in alcuni casi (che è indispensabile conoscere alla perfezione) basta poco per meritare la morte. I pellegrinaggi organizzati conoscono ed evitano i pianeti più rischiosi, ma non è raro il caso che sul percorso di un pellegrinaggio “sicuro” si trovino anche sacche di rischio.

Un terzo problema è la composizione del gruppo dei pellegrini. La gran parte dei pellegrinaggi è organizzata in modo che il gruppo sia omogeneo per provenienza, evitando di mettere insieme esseri di specie differenti: questo evita spiacevoli rischi di xenofobia ed è psicologicamente più rassicurante per la maggior parte dei partecipanti.

Non sempre è possibile organizzare gruppi omogenei: in questo caso occorrerà più attenzione da parte degli Accompagnatori.

La politica dei pellegrinaggi prevede comunque che, anche nel caso di gruppi omogenei, gli Accompagnatori siano sempre almeno due, e uno dei due non sia della stessa specie dei partecipanti. Questo serve a dare un senso di apertura e universalità ai pellegrini, limitando al minimo i rischi.

Inoltre è possibile che agli Accompagnatori venga affiancato un membro della specie locale, con mansioni di contatto e relazioni in loco.