Sempre più opere di stampo Ucronico concepiscono una sopravvivenza della non molto compianta Unione Sovietica arrivando persino a immaginare imperi, all'ombra della falce e martello, che si stagliano nei secoli futuri.

Sono stati pubblicati in Italia, ad esempio, il ciclo Engines of Light di Ken McLeod, (La fortezza dei cosmonauti e Luce nera, Urania Mondadori n. 1541 e n. 1545) dove si alternano vicende che avvengono in tempi e luoghi diversi, tra cui l'ipotetico pianeta Terra del 21esimo secolo, in cui l'URSS ha assorbito la civiltà europea e continua la guerra fredda con l'immancabile nemico americano; non si può non citare il bellissimo Red Star, la battaglia di Kar Dathra ideato scritto e disegnato da Christian Gossett, una metafora sulla Russia moderna ma rappresentata strizzando l’occhio all’"Avanguardia Sovietica”, movimento culturale degli anni Trenta; per quanto riguarda le produzione nostrane, ricordiamo la serie a fumetti Pianeta Rosso (Marco Rizzo ai testi, Roberto Di Salvo alle matite) pubblicata sulla rivista antologica Brand New nel 2006.

Non poteva mancare dunque la variante Supereroistica del filone, edita negli States da Dc Comics (in Italia Planeta De Agostini prima Rw/Lion poi): Superman Red Son.

L'autore è Mark Millar, ex sindacalista scozzese, giornalista noto ai più per l’acclamatissimo Wanted, in cui si ironizza (e talvolta ridicolizza) l’idea stessa del supereroismo. Fondamentale l’incontro a una convention con Alan Moore a fargli desiderare l’ingresso nei comics: incontro a dir poco profetico visto che in futuro Millar scriverà un ciclo proprio per una delle creature del bardo di Northampton: Swamp Thing. Gli inizi per Millar sono entusiasmanti ma allo stesso tempo non facili: riceve il plauso dalla critica su Saviour, testata della Trident Comics che però quasi subito dopo il suo ingresso fallirà. A questo punto, quasi quando era vicino all’abbandono e al ritorno alla vecchia vita accetta la proposta di lavorare su 2000 A.D. storica rivista inglese; sarà l’amicizia con Grant Morrison, suo mentore, a lanciarlo definitivamente nel mondo dei comics, navigando di successo in successo fino ai nostri giorni (AuthorityUltimatesCivil War e tanti altri).

Recentemente la Panini Comics ha pubblicato il suo 1985, serie in cui Millar analizza il rapporto Uomo comune-Supereroe.

Veniamo ora a Superman Red Son, ripubblicato di recente da RW Edizioni in versione assoluta con i disegni di Dave Johnson e Kilian Plunkett. Nulla cambia rispetto all’incipit originale del personaggio di Superman: dal pianeta morente Kripton, Jor El, uno dei maggiori scienziati, mette in salvo il suo primogenito inviandolo sul pianeta Terra a bordo di una capsula. Kal-el giunge sul nostro pianeta nel 1938, ma per un evidente ritardo di qualche millisecondo sulla traiettoria originale, la capsula non raggiunge gli Stati Uniti (o meglio, Smallville, come nella linea temporale originale dell'universo DC) bensì precipita nell’Ucraina sovietica; dodici anni dopo si manifestano i suoi reali poteri e Stalin, il famoso leader georgiano, non si farà sfuggire l'occasione di trasformare questo alieno nell'arma più potente dell’arsenale sovietico.

L'indole buona del Superman, non più a stelle e strisce, lo porterà al servizio di chiunque sia in pericolo, ma oramai i lettori sono chiamati a leggere le sue avventure nell’ottica della potente retorica comunista.

Millar non si limita ad una semplice reinvenzione di Superman, tipiche delle serie Elseword, nelle quali un eroe DC viene fatto rinascere in una realtà alternativa (classico è il Batman Untouchable, nel quale un poliziotto mette la maschera da pipistrello da la caccia ad Al capone imbracciando il mitra Thompson). La vicenda del Kriptoniano è lo spunto per un'intera riscrittura del Dc-verse.

Il genio di Millar fa quadrare i conti: sfrutta i personaggi di Red Son, principali o secondari che siano, affinché corrispondano all'alter-ego delle serie, ma in vesti inedite e nuove.

Ritroviamo un Batman, non più il ricco Bruce Wayne di Gotham City, ma un terrorista Russo deciso a colpire Mosca con attentati dinamitardi; il suo scopo è vendicarsi del regime che gli ha portato via i genitori, attivisti politici "purgati” da Stalin; Wonder Woman, alias Diana figlia di Ippolita di Themiscira, appoggia la causa sovietica e combatte accanto al figlio del sol dell’avvenire; Hal Jordan, l’originale Lanterna Verde, dopo anni di prigionia in un gulag malese sfrutta l’anello dei guardiani per fondare il corpo dei marine delle lanterne verdi e tentare l'invasione della Russia.

Insomma Red Son è un opera intelligente e piena di metafore, godibile anche per un pubblico più vasto di quello orientato verso il solo genere supereroistico. Voto? Un otto pieno.